James Cameron è in questo momento nelle sale col suo Avatar: La Via dell’Acqua. Tuttavia nel corso delle molte interviste che sta rilasciando ha trovato anche il tempo di parlare del cocente fallimento di Terminator: Dark Fate, film del 2019 che l’ha visto produttore e che è stato poco apprezzato da critica e pubblico.
Penso di essere abbastanza soddisfatto del film – ha detto Cameron. Tim [Miller, il regista ndr] ed io abbiamo avuto le nostre battaglie e ne abbiamo parlato, ma la cosa pazzesca è che siamo ancora amici. Il che è strano. Mi piaceva prima del film, non mi piaceva molto durante il film, e mi piace adesso, e penso che sia uguale per lui. Siamo entrambi pazzi fanatici della fantascienza e ci piacciono molte delle stesse cose, e adoro il suo show, Love, Death + Robots. Ma sì, ci siamo scontrati.
Uno dei maggiori punti controversi è stata l’insistenza di Cameron nello scritturare Arnold Schwarzenegger, che era stato sinonimo del franchise sin dal suo inizio.
Penso che il problema, e mi prendo la responsabilità di questo, è che mi sono rifiutato di farlo senza Arnold – ha detto Cameron. Tim non voleva Arnold, ma io ho detto: “Guarda, non si può fare senza”. Arnold ed io siamo amici da 40 anni, e potevo già sentirlo che mi chiamava per dirmi: “Jim, non posso credere che tu stia girando un film di Terminator senza di me”. Non significava molto per me fare il film, ma ho detto: “Se voi ragazzi riusciste a trovare il modo di riportare indietro Arnold, sarei felice di essere coinvolto”.
Mentre Cameron era determinato a scritturare Schwarzenegger, Miller era più intenzionato a riportare Linda Hamilton nei panni di Sarah Conor. Col senno di poi, Cameron crede che il casting di entrambi gli attori abbia trasformato il film in un’opera nostalgica piuttosto che in qualcosa di cui il pubblico giovane potesse appropriarsi.
E poi Tim voleva Linda – ha detto. Penso che il film sarebbe potuto sopravvivere con Linda, penso che sarebbe potuto sopravvivere con Arnold, ma quando ci metti Linda e Arnold insieme e, sai, lei ha 60 anni e qualcosa, lui 70 anni, all’improvviso non era il tuo film di Terminator, non era nemmeno il film di Terminator di tuo padre, era il film di Terminator di tuo nonno. E non ce ne siamo accorti. Ci è piaciuto molto, abbiamo pensato che fosse bello, sai, che stessimo realizzando questa sorta di sequel diretto di un film uscito nel 1991. Ma il pubblico giovane non era ancora nato. Non sarebbero nati per altri 10 anni.
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