Su Netflix è da poco arrivato Quando Dio imparò a scrivere, ansiogeno film diretto da Oriol Paulo basato sul libro Los renglones torcidos de Dios di Torcuato Luca de Tena e con protagonista l’ottima Bárbara Lennie. Si tratta di un thriller investigativo che si svolge all’interno di un’istituto psichatrico alla fine degli anni ’70 e che, per certi versi, ricorda le ambientazioni di Shutter Island di Martin Scorsese. Tuttavia sebbene il concept possa sembrare molto simile, i due film divergono in modo importante specialmente per quanto riguarda il discussissimo finale. Ecco dunque la nostra spiegazione di quei minuti conclusivi che hanno lasciato in molti attoniti. Ovviamente, SPOILER.
Nelle ultime battute di Quando Dio imparò a scrivere vediamo l’intero consiglio dell’istituto psichiatrico location del film che si è convinto che Alice abbia subito una truffa e sia in realtà sana di mente. Tutti tranne il direttore che decide di dimettersi pur di non andare contro la volontà dei suoi colleghi. Tutto dunque sempre spiegato. Il marito di Alice l’ha incastrata fingendo di essere stato avvelenato dalla moglie, l’ha fatta rinchiudere e così facendo l’ha derubata di tutti i soldi. La donna, dal canto suo, è entrata nell’ospedale in veste di detective per indagare sulla morte del giovane rampollo della famiglia De Olmo e si è trovata invischiata in una storia più grande di lei nella quale la sua storia sembrava solamente il delirio di una persona malata.
Tuttavia c’è un problema enorme in questa ricostruzione. Nei vari flashback scopriamo che in realtà ad essere ucciso non è stato De Olmo ma bensì Remo, uno dei figli della stessa Alice da sempre rinchiusi nell’istituto e che ad appiccare l’incendio che ha dato il via alla catena di eventi che ha portato alla morte del giovane è stata la stessa donna. Dunque se il giovane De Olmo non è la vittima, su cosa stava indagando Alice? La risposta è la più semplice ma anche la più complicata da capire: su nessuno. Questo perchè, banalmente, l’omicidio sul quale Alice dice di star indagando è stato proprio lei a causarlo mentre era ricoverata e dunque, gioco forza, non può essere entrata per indagare se era già dento al momento del crimine.
Nell’ultimo dialogo di Quando Dio imparò a scrivere scopriamo inoltre che l’uomo che inizialmente Alice crede essere il padre del ragazzo morto che l’ha ingaggiata e poi un attore assoldato da suo marito Heliodoro per incastrarla è in realtà il dottor Donadio, ovvero sia il medico che l’ha in cura fuori dall’istituto e che ha firmato la lettera per farla ricoverare.
Alice, in che guaio ti sei cacciata stavolta? – le dice
Questo ci fa capire dunque che l’uomo che ha accompagnato Alice nell’istituto è sempre stato il suo dottore e che dunque non esiste nessun mistero su cui lei doveva indagare. Ma c’è un ma. In più occasioni vediamo i ritagli di giornale che parlano della morte del giovane De Olmo e anche la psichiatra Monts li trova nella cella di Alice. Dunque la morte del ragazzo è avvenuta davvero, sebbene la protagonista la abbia sovrapposta a quella di suo figlio Remo. Cosa è accaduto dunque? Il film non è molto chiaro su questo punto ma facendo qualche speculazione logica è possibile trovare un senso a tutto.
Sappiamo per certo che Romulo e Remo sono i figli di Alice e sappiamo che sono nati in quell’istituto. Vien da sè che dunque la donna ha dovuto, per forza di cose, partorire in quel luogo e quindi ci era già stata. Sappiamo inoltre che De Olmo, quello vero, è un uomo abbastanza anziano e i ritagli che Alice possiede sono ingialliti. Dunque è probabile che il suicidio del giovane sia avvenuto anni prima quando Alice era ricoverata, nel periodo in cui ha dato alla luce Romulo e Remo. La donna poi è riuscita a farsi dimettere dall’istituto e a iniziare una carriera da detective. Inoltre è probabile che, per evitare di farsi associare alla paziente che partorì i due gemelli anni prima, abbia anche cambiato nome. In una delle prime sequenze del film ci viene detto come il suo nome Alice Gould sia parecchio strano per gli standard del posto. Dunque è possibile che sia uno pseudonomico inventato ad hoc per non farsi riconoscere con l’aggiunta magari di una tinta ai capelli, visto che Romulo e Remo sono mori.
Tuttavia deve aver avuto una crisi paranoica molto forte causata alla sua schizofrenia (il fatto che soffra di questo disturbo è lampante dal fatto che la caligrafia del foglio che ha scritto ci dicono essere propria di una persona affetta da questo problema) e deve aver tentato di avvelenare il marito. Heliodoro ha dunque colto l’occasione per far ricoverare la moglie, prendersi tutti i soldi e fuggire in Asia. Anche il fatto che la faccia del dottor Donadio sia sui ritagli di giornale è plausibile.
Il team di psichiatri dell’istituto è infatti composto principalmente da persone giovani. Dunque all’epoca del primo ricovero di Alice che, a giudicare dall’età di Romulo e Remo è avvenuto circa 20 anni prima, i medici erano altri. Probabilmente nella squadra c’era anche lo stesso Donadio che poi è diventato medico personale di Alice una volta uscita.