Il periodo alla fine degli anni 2000 è stato molto prolifico per il mondo dei videogiochi. Molti franchise oggi considerati leggendari come Mass Effect, BioShocke Uncharted sono nati proprio in questa epoca che ha cambiato per sempre il panorama videoludico degli anni a venire. Nel 2008 Bethesda rilasciava Fallout 3 e dava nuova vita a una serie che sembrava dover rimanere sepolta dopo il fallimento degli sviluppatori originali di Interplay.
Il grande successo del terzo capitolo del videogioco post-apocalittico convinse i nuovi proprietari di Fallout a produrre un sequel ma lo studio di Todd Howard era già impegnato nello sviluppo dell’epico quinto capitolo della saga di The Elder Scrolls, che avrebbe preso il nome di Skyrim. Bethesda quindi si rivolse ad Obsidian e commissionò al piccolo studio californiano la produzione di uno spin-off per dare un seguito all’acclamato titolo del 2008.
È così che è nato Fallout: New Vegas, tuttora considerato da molti come il miglior capitolo della celebre saga. Molti degli sviluppatori originali di Fallout confluiti in Obsidian diedero un apporto fondamentale al progetto, rendendolo così l’erede spirituale del videogioco di Interplay. Fallout: New Vegas viene rilasciato nel 2010 dopo meno di due anni di sviluppo e ne esce un classico che tenta di unire la modernità di Fallout 3 agli elementi tipici dei giochi di ruolo anni ’90 dei titoli originali della serie. La scena introduttiva è iconica e mostra in pochi secondi tutto ciò che il gioco ha da offrire, partendo dalle fazioni e dalla leggendaria Strip di New Vegas, per poi soffermarsi sul primo piano di uno strano soggetto con un cappotto a scacchi bianchi e neri, che ci spara un colpo in testa prima ancora di mostrarci il titolo del videogame che sta iniziando.
Dopo aver catturato la nostra attenzione in modo così violento, il gioco ci fa risvegliare all’interno della casa di Doc Mitchell, dove prende vita il nostro personaggio. Oltre le caratteristiche estetiche e i punti S.P.E.C.I.A.L. il dottore ci sottoporrà ad un test psicologico per capire le nostre abilità e poi saremo pronti per ritirare il nostro Pip-Boy ed avventurarci nella Zona Contaminata del Mojave. Una volta uscita dalla casa di Doc Mitchell e messo piede a Goodsprings siamo liberi di muoverci nell’affascinante open world creato da Obsidian dove spiccano località interessanti che metteranno alla prova la nostra abilità di giocatori e soprattutto le nostre idee.
Esplorare la Zona Contaminata ci tiene costantemente col fiato sospeso grazie ad un’apprezzabile varietà di nemici e l’abbondanza di luoghi che stimoleranno il nostro interesse. È facile imbattersi in località come Novac, un piccolo insediamento sorto dalle ceneri di un vecchio motel su cui troneggia la statua di un gigantesco dinosauro, oppure finire a Jacobstown, cittadina innevata che ospita una comunità pacifica di supermutanti. Da qualsiasi angolo della mappa però possiamo scorgere in lontananza la Strip di New Vegas illuminata dalle sue luci sempre accese, retaggio di un’epoca passata che incuriosisce e attira il giocatore verso il centro nevralgico della trama.
La città di New Vegas è un trionfo di luci e colori dove le diverse fazioni si incontrano e il videogioco di Obsidian inizia ad entrare nel vivo mostrando il meglio di sé. Una volta giunti nella Strip, infatti, la trama del gioco si apre e ci mette davanti ai problemi che attanagliano il Mojave. La Repubblica della Nuova California sta espandendo il suo dominio nel Nevada ma qui ha incontrato la resistenza della Legione di Cesar.
Le due potenze rappresentano due ideali opposti: da un lato la RNC si propone come erede della democrazia americana prebellica, con tutte le contraddizioni e la corruzione che la caratterizzano e che rende il suo funzionamento inadeguato e i suoi cittadini scontenti. Dall’altro lato la Legione di Cesar è una dittatura dai ranghi stretti che si ispira all’Impero Romano e viene dominata da Cesar. Il leader è spietato coi suoi soldati e li costringe a costanti umiliazioni, la schiavitù viene vista come una necessità e la vita umana per lui sembra non avere peso. In mezzo ai due contendenti c’è il Signor House, padrone indiscusso della Strip che difende gelosamente da prima della guerra. Utilizza tecnologie futuristiche per tenersi in vita e difende la sua città grazie ad un esercito di Securitron al suo comando.
Pur essendo un despota, le sue idee sono assolutamente all’avanguardia e vuole sfruttare entrambi gli eserciti contrapposti per arrivare a raggiungere i propri scopi. Il giocatore verrà investito della responsabilità di risolvere quella che è a tutti gli effetti una questione geopolitica e lo farà in base ai propri ideali. Fallout: New Vegas, con la sua storia ci costringe a guardare alle nostre convinzioni e a chiederci quale soluzione sarebbe meglio adottare per un territorio così pericolosamente conflittuale. Durante la nostra avventura avremmo modo di conoscere le fazioni maggiori e farci una idea delle loro motivazioni, le quali non saranno mai così definitive come all’inizio può sembrare.
La moralità grigia di tutti gli attori in causa è uno dei principali punti di forza di questo titolo dove le scelte del giocatore hanno tutte un peso ai fini della risoluzione finale del conflitto. Il potere di scelta affidato al giocatore è immenso e si estende anche oltre ai confini della trama. Non esiste mai infatti una singola opzione per risolvere un problema o una missione. Ogni cosa può essere affrontata in molti modi diversi e l’approccio inciderà profondamente sulla nostra esperienza.
In altre parole, non è possibile vedere tutto ciò che il gioco ha da offrire giocandoci una sola volta, compiendo una scelta ci si preclude automaticamente qualcosa. Questa è una caratteristica che incoraggia a rivivere l’esperienza più volte per scovare tutti i segreti nascosti da Obsidian in ogni angolo del deserto del Mojave. Altro punto di forza di Fallout: New Vegas è il senso di progressione, gestito in maniera magistrale dagli sviluppatori. Salire di livello dovrebbe essere una conquista, a cui si lega un certo livello di soddisfazione per essere riusciti a raggiungere un grado di esperienza superiore.
Troppo spesso, tuttavia, questa azione viene collegata soltanto ad un miglioramento delle proprie statistiche e niente di più. In questo titolo invece, salire di livello significa sempre sbloccare una parte del gioco ignota. La varietà di abilità offerte al giocatore si adattano ad ogni stile di gioco e fanno in modo che, scegliendone una, il nostro personaggio possa compiere azioni prima a lui impossibili. Non si tratta solo di un banale aumento del danno o del livello di armatura ma di un vero e proprio ampliamento delle nostre attitudini. Alcune abilità assicurano persino nuovi modi di interagire con le persone che incontreremo, rendendo più facile immedesimarsi con il nostro personaggio.
Fallout: New Vegas è un videogioco iconico che rimarrà nel pantheon dei migliori giochi di ruolo di sempre ma questo non significa che sia privo di problemi. Essendo un titolo uscito oltre dieci anni fa mostra grafiche assolutamente datate che, già all’epoca non erano certo all’avanguardia.
Inoltre, il sistema di combattimento è sicuramente un punto debole. Rispetto a Fallout 3 i miglioramenti sono evidenti ma resta comunque una parte del gioco inferiore alle altre e che certamente non regge il confronto con i propri contemporanei. Nonostante gli innegabili difetti, crediamo che dovreste assolutamente giocare questo videogioco se non lo avete mai fatto. Fallout: New Vegas vi offrirà un mondo in cui potrete essere veramente chiunque vogliate e vi sorprenderà con un umorismo deviato e con dilemmi morali che metteranno in discussione le vostre più profonde convinzioni.