10 figure femminili maestre nell’arte delle quattro corde: le bassiste che più hanno segnato la storia del rock!
Per il ruolo apparentemente in secondo piano che ha il basso nella musica spesso si sente questa domanda: a cosa serve il basso nella musica? Beh, provate a toglierlo e ve ne accorgerete! Nel jazz dà continuità ritmica e contesto armonico, e dà quel minimo di complessità alla musica senza la quale sarebbe tutto troppo semplice.
Nel funk è essenziale per il groove. Nel rock serve a porre l’accento sui quarti. Nel pop serve per dare pienezza al suono, anche se è appena accennato. Nel metal spacca! Quel musicista che sembra starsene in un angolo un po’ in disparte in realtà è quello che quando suona bene pone le fondamenta della sezione ritmica, insieme alla batteria, di ogni canzone.
Nel mondo del rock sembrano farla da padroni gli uomini, ma non è del tutto vero, ci sono decine e decine di donne che si sono ritagliate un ruolo di tutto rispetto e che nulla hanno da invidiare ai colleghi maschi. Lungi dall’essere una classifica definitiva qui vogliamo citare solo alcune tra le bassiste più famose nel mondo del rock, ambiente che comunque conta già talenti e nomi non indifferenti.
1. Carol Kaye
Americana classe 1935, Carol Kaye è la bassista più prolifica nella storia delle bassiste rock avendo all’attivo oltre 10.000 registrazioni in studio. Quindi almeno una volta nella vita abbiamo sentito una canzone in cui era lei a suonare il basso. La sua carriera inizia come chitarrista jazz, passando solo successivamente al basso.
Ha inciso dischi per i Beach Boys, per Simon & Garfunkel, per Quincy Jones e Stevie Wonder; e la lista sarebbe infinita. Negli anni ’80 ha anche realizzato dischi propri da solista e si è dedicata all’attività di insegnante (lavoro che svolge tutt’oggi). Non è difficile trovare video in cui dà lezioni ad un certo Gene Simmons.
Carol Kaye è stata in grado di arrangiare migliaia di pezzi lavorando in studio ad album storici. Con il suo modo di suonare innovativo ha tracciato una strada che ha dato nuova linfa al suono e alla prestazione del basso elettrico nella musica pop/rock. Il suo sound differiva da quello usato fino ad allora grazie all’uso rigoroso del plettro e di un set di corde molto spesse.
Tutto questo conferiva autorità e peso alle note. Suonando con il plettro, infatti, dava velocità ed uniformità, rinnovando così le sonorità classiche delle pentatoniche blues più usate. Non ha mai nascosto la sua preferenza per i Fender Precision vintage che definisce i migliori bassi al mondo per le registrazioni in studio.
2. Suzi Quatro
La prima vera icona femminile del glam rock anni ’70 ha origini italiane. Classe 1950, Suzi è nipote di immigrati italiani che si trasferirono dall’Italia a Detroit. Anche Suzi come Carol Kaye è ancora in attività. Bassista grintosa e di prestanza ha inciso dischi dal 1973 fino al 2021, anno di uscita della sua ultima fatica: The Devil in Me.
Ha militato in diverse band quali: The Art Quatro Trio, The Pleasure Seeker e i Cradle. Suzi usa principalmente bassi Fender Precision e Jazz Bass. Il suo è un sound senza troppi fronzoli che va dritto al sodo, non ci sono virtuosismi nel suo stile. Il suo modo di suonare è energico e contagioso, caratteristica che spicca ancora nei suoi live più recenti.
Nella sua carriera Suzi si è divisa tra palco e cinema interpretando diversi ruoli in serie tv dell’epoca. Chi tra di noi inizia ad avere già una certa età ricorderà il telefilm Happy Days, i più appassionati della serie non avranno dimenticato che in alcuni episodi compariva una certa Leather Tuscadero: cantante e bassista che altri non era che Suzi Quatro.
3. Melissa Auf Der Maur
Bassista canadese classe ’72, spesso viene citata per essere stata la bassista delle Hole, con cui però ha registrato solo l’album Celebrity Skin. Nonostante spesso debba smentire qualche presunta reunion indetta da Courtney Love, la loro collaborazione è finita proprio con quel disco. Nel 1999 è stata anche bassista degli Smashing Pumkinks, band che nella sua storia ha cambiato formazione più e più volte.
La sua esperienza con Billy Corgan e i soci dell’epoca però, benché fondamentale nella sua carriera, dura poco: infatti la band si scioglie nel 2000 (tornerà poi alla ribalta nel 2016). Sarà comunque in quei due anni, il ’99 e il 2000, che Melissa vincerà consecutivamente il Gibson Award come miglior bassista dell’anno.
Il sound di Melissa nasce da un’ampia gamma di bassi Fender creati appositamente per lei. Ama definire il suo stile “heavy romantic rock” e lo sviluppa al massimo proprio grazie alla sua esperienza con gli Smashing Pumpkins. Nel suo modo di suonare ci sono sfumature che richiamano il mondo gotico.
E proprio grazie a quelle sue note di basso quella musica diventa il ponte per trasportare le emozioni in un mondo parallelo in cui sentirsi protagonisti assoluti. Nel 2003 Melissa ha intrapreso anche una discreta carriera da solista che l’ha portata ad incidere ben quattro album, nei quali mette in mostra delle ottime doti canore.
4. Kim Deal
Americana classe ’61, bassista e corista della geniale band dei Pixies, Kim ha anche suonato con The Breeders e The Amp oltre ad avere all’attivo anche una carriera solista. Kim ha dato un notevole contributo al suono dei Pixies riuscendo a suonare sempre con semplicità e con ritmo perfetto quello che possiamo definire come un sound sentimental punk.
Uno stile il suo, senza presunzioni, fatto di suoni scattanti e con un tono fantastico. Una bassista che stava al suo posto e faceva il suo lavoro in modo perfetto lasciando gli spazi giusti perché si potesse sviluppare il sound che tutti abbiamo apprezzato di quella band. I Pixies, infatti, non sarebbero stati i Pixies senza quelle linee di basso.
Un’artista da cui tutti possono imparare ancora oggi per la sua capacità di gestire il suono di basso all’interno di una rock band. Il suo gear era composto da una seria di bassi Aria, Fender, Music Man e Gibson, con una decina di diversi amplificatori. Da sempre fedelissima all’analogico, ha sempre rifiutato in studio gli strumenti digitali.
5. Rhonda Smith
Altra bassista canadese della nostra classifica, Rhonda Smith è stata per un’intera decade la bassista di Prince, oltre ad aver suonato anche con Jeff Beck in tempi più recenti. Musicista innovativa e visionaria, spazia tra diversi generi: dal jazz al funk e al rock ovviamente. Una carriera invidiabile la sua, sulla scena da vent’anni ormai, ha collezionato collaborazioni e successi degni di nota.
Ha suonato anche per Beyoncè, Chaka Khan, Erika Badu, Patty Austin, Patrice Rushen, Brenda Russel, Lee Ritenour, Larry Graham, Patty Labelle, Little Richards; davvero un elenco notevole. Rhonda è una di quelle artiste che possiamo definire un’anomalia musicale, una bellissima anomalia ovviamente.
La sua capacità di trasformare le sue emozioni in musica non è passata inosservata, i grandi artisti che l’hanno voluta con sé erano proprio alla ricerca di questo tipo di bassista, quello in grado di dare un contributo maggiore e di altissima qualità ai loro lavori in studio e di assicurarsi virtuosismi nella parte live. Nel suo arsenale musicale non manca mai il suo PRS fretless quattro corde e amplificatori Aguilar.
6. Tal Wilkenfeld
Ragazza prodigio classe ’86 Tal Wilkenfeld è australiana ma vive e lavora negli Stati Uniti collaborando con artisti fenomenali. Iniziando dalla sua prima collaborazione importante nel 2006 quella con Chick Corea, fino ad arrivare a Prince, Herbie Hancock, Jackson Brown, Allman Brothers e negli ultimi anni come bassista ufficiale della band di Jeff Beck.
Il suo stile è pervaso da queste influenze. Tal è riuscita a somatizzare nella sua musica tutto lo spessore degli artisti con cui ha sempre lavorato. Un po’ come quando vivi a lungo in un posto ed inizi a parlare con l’accento di quel luogo, musicalmente accade un po’ la stessa cosa. Ed è solo naturale che lavorando con questi musicisti Tal abbia ad un certo punto desiderato di creare anche lei qualcosa di unico e personale.
Nel 2007 e nel 2019 pubblica due album solisti che spaziano fra l’indie rock, il progressive e il jazz, il tutto decisamente molto orecchiabile. Colpisce anche la sua scrittura dove i temi d’amore e di perdita dello stesso vengono sapientemente maneggiati. Endorser per Sadowsky, Tal usa principalmente un Metro UV70 oltre ad un Fender Precision ed un Harmony H22.
7. Nik West
Americana, poco più giovane della Wilkenfeld, Nik è stata sempre molto attiva sui social, in particolare su YouTube, dove si è fatta notare non solo per aver documentato il suo matrimonio e la nascita di sua figlia, ma anche per il grande talento di musicista che l’accompagna fin dalla giovinezza.
Nik ha sempre vissuto con musicisti, sia nella sua famiglia che nella sua comunità in Arizona, dove ha potuto frequentare gli artisti locali e ascoltare il gospel. Grazie a questo ha mosso i primi passi nella musica e ha poi ricevuto una sponsorizzazione da Fender, venendo così notata da Dave Stewart (Eurythmics) che la ingaggia per il suo primo lavoro da professionista a Los Angeles.
Nel 2012 anche Prince, che abbiamo capito a questo punto della classifica abbia un debole per le bassiste con una certa personalità, la contatta per lavorare con lui. Offrendole oltre a questa possibilità anche i consigli più importanti che, a detta di Nik, la definiscono ancora oggi come artista. Bassista funk esplosiva e dai look coloratissimi è stata soprannominata proprio da Dave Stewart “la versione femminile di Lenny Kravitz”. Suona principalmente Jazz Bass della Fender.
8. Divinity Roxx
Bassista americana plurinominata ai Grammy Awards e virtuosa del basso, ha saputo fondere meglio di chiunque altro l’hip-hop, il funk e il rock in un genere che ama chiamare alternative soul. Stretta collaboratrice di Victor Wooten e Beyoncè,anche lei si è ritagliata uno spazio per incidere brani propri, per scrivere libri, insegnare, fare divulgazione ed esibirsi in uno spettacolo teatrale.
Bassista che suona e rappa contemporaneamente come pochi sanno fare, ha partecipato all’arrangiamento di moltissimi dischi di Beyoncè completando l’entourage tutto al femminile che si esibisce con Queen B ormai da diversi anni. Ma l’instancabile Divinity suona anche nella sua personale band: la Divinity Roxx Boxx Experience.
Una formazione con cui può comunicare tutta la forza della sua espressione musicale ed esibirsi in qualcosa di unico, ovvero rappare e suonare il basso, uno show che a prescindere dai propri gusti musicali non lascia indifferenti. Divinity suona bassi Warwick e Fender con amplificazione Aguilar.
9. D’Arcy Wretzy
Anche D’Arcy come Melissa Auf Der Maur ha vissuto la saga dei cambi di formazione degli Smashing Pumpkins da vicino. La bassista americana di origini polacche ha fatto parte della band nei primi anni della sua formazione, contribuendo in modo significativo alla nascita di quel nuovo capitolo che stava vivendo la musica agli inizi degli anni ’90: il grunge stava bussando prepotentemente alla porta del pubblico.
Dopo aver realizzato ben cinque album però i rapporti nella band si incrinarono. Uno dei motivi delle tensioni fu sicuramente il fatto che Corgan prese l’abitudine di ri-registrare le sue parti di basso e chitarra dicendo che non erano abbastanza buone. Nonostante le incomprensioni D’Arcy ha saputo dar vita ad un sound innovativo, con sonorità prese dagli anni ’70 e dalla psichedelia.
Per apprezzare in pieno il suo lavoro basta ascoltare Quiet dall’album Siamese Dream (1993), uno dei classici assoluti dell’alternative rock anni ’90, per afferrarne tutta la bravura. Come strumentazione ha suonato primariamente bassi Fender, Ernie Ball con amplificatori Mesa Boogie.
10. Kim Gordon
“Prima del grunge io ero…” Come ipotetica frase della bassista dei Sonic Youth non ci sarebbe nulla di male, peccato che lei rinneghi da sempre qualsiasi etichetta, soprattutto riferita alla sua musica. Ultima ma non per importanza della nostra classifica vi parliamo di Kim Gordon.
Oltre ad aver fatto la storia come bassista è anche cantante e chitarrista. I Sonic Youth non avevano un frontman, il che la rende anche una delle voci principali del gruppo. Con loro ha smantellato il rock e ne ha forgiato una versione sperimentale che ha preceduto tutta l’era del rock post-anni ’90.
Un’artista a 360 gradi che proprio quest0anno si è esibita in una tournée da headliner in giro per America ed Europa presentando il suo disco solista No Home Record. Un pozzo di conoscenza musicale che ha riversato nero su bianco nella sua biografia Girl in a Band. Tassello essenziale per una vera biblioteca da rocker!
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