Difficile pensare che siano passati 18 anni da quando la sitcom Malcolm in the middle ha fatto la sua comparsa per la prima volta in Italia. Chi non ha trascorso un pomeriggio davanti alla televisione in compagnia della famiglia più caotica e strampalata di sempre? Eppure, ormai, quasi nessuno se ne ricorda. Non viene mai messa in discussione quando si parla di serie TV. Nessuno la consiglia. Invece, provate a parlarne e vedrete la gioia negli occhi di chi vi ascolta, farete tornare in mente solo bei ricordi.
Chi può dimenticare le lezioni di pattinaggio di Hal o il suo costume da speed walking? Forse ricorderete quando comanda un esercito di bodybuilder nel parco, o quando Malcolm e Reese costringono Dewey a bere il vassoio dell’acqua del frigorifero, facendogli contrarre una malattia del terzo mondo. O quella volta che il nonno dei ragazzi nasconde una granata nel loro nuovo frigorifero, la catapulta di Halloween, o Dewey che picchia i bulli con una borsa da donna nella quale nasconde un mattone. Il ghosting lascia la vittima in un limbo di domande e supposizioni che non hanno risposta. Ed è questa la sorte che è toccata a Malcolm in the middle, non sapremo mai perché l’abbiamo dimenticata, rimossa. Eppure siamo noi stessi ad averlo fatto.
Di certo in 7 stagioni e ben 151 episodi non mancano le risate, ma soprattutto le lezioni di vita che il creatore vuole trasmettere al pubblico.
Tratto da una storia vera
Malcolm in the Middle può essere considerato uno spettacolo semi-autobiografico: il creatore Linwood Boomer, un ex attore/produttore, cresciuto in una famiglia operaia californiana era il terzo di quattro fratelli ed è stato inserito in una classe per studenti dotati. Durante la sua carriera Boomer era solito intrattenere i suoi colleghi con storie sulla sua infanzia e la sua famiglia. Queste storie erano diventate vere e proprie leggende metropolitane tant’è vero che i dirigenti per cui lavorava spesso lo incontravano solo per cercare di sapere se le storie che avevano sentito fossero vere.
Il suo manager e agente lo implorarono di scrivere un pilot sulla sua famiglia. Boomer inizialmente restio si fece convincere da una semplice frase detta dal suo agente: so che posso venderlo. Boomer desiderava creare qualcosa di diverso, uscire fuori dai soliti schemi delle sitcom anni ‘90, così decise di sfruttare momenti di silenzio scomodo e risate genuine senza ricorrere al pubblico artificiale.
I valori della famiglia
Malcolm In The Middle presenta un’infanzia che sostanzialmente fa schifo. Vestiti usati che passano dal fratello maggiore a quello minore. Genitori assenti che fanno di tutto per mandare avanti la famiglia. I bulli governano la scuola. Gli insegnanti sono indifferenti. Essere intelligenti è come essere radioattivi. La simpatica sigla della serie, registrata dal duo rock They Might Be Giants, afferma “la vita è ingiusta” il che allude a qualcosa in più rispetto all’angoscia adolescenziale. La vita è certamente ingiusta per la famiglia Wilkerson. Sono sempre a corto di soldi. Devono fare i conti con famiglie e amici prevenuti e più ricchi. Un vicinato che organizza annualmente una festa quando loro partono per le vacanze. La polizia e gli avvocati li conoscono per nome.
Nonostante le ingiustizie della vita e le rivalità interne superano tutto come una famiglia unita. La famiglia viene prima di tutto e ognuno si prenderà cura dell’altro. Hal e Lois interpretano lo yin e lo yang sia come partner che come genitori, la madre irascibile e intelligente e il padre sciocco e amorevole. Che se ne rendano conto o meno, infondono i valori del duro lavoro, della determinazione e della perseveranza nei loro ragazzi. Trasformano i figli adolescenti da teppisti a uomini con un futuro.
Francis viene spedito alla scuola militare nella prima serie, a causa dei suoi ripetuti atti di ribellione. Nella stessa sigla viene immortalato alla porta di casa dopo essere stato arrestato dalla polizia, mentre porta a casa una ragazza all’insaputa dei suoi genitori e dà fuoco a un’auto. Durante la quarta e quinta stagione i suoi impulsi distruttivi diventano eccellenti capacità di leadership che lo portano a gestire un ranch in Canada.
Reese sembra un caso perso sempre in cerca di guai, sino a quando deve fare i conti con se stesso. Inizia a chiedersi perché sia così irresponsabile, e questa ricerca interiore lo porta ad arruolarsi nell’esercito. Un’esperienza breve ma intensa, quando torna non è più la stessa persona. Di ogni personaggio, Reese, diviene il più sviluppato e completo dei fratelli. E infine Dewey, la vera star dello spettacolo. Uno spirito libero, vive in un mondo fatto di immaginazione iperattiva e mancanza di attenzione dei genitori. Intraprende folli avventure mentre la sua famiglia è preoccupata per la propria vita, si rivela essere un musicista e un leader all’interno della sua classe “speciale”.