La Casa di Carta Corea è sottovalutata: 5 motivi per vederla
La Casa di Carta Corea ha avuto la sfortuna di nascere dopo l'originale ma semplicemente guardandola si possono notare moltissimi pregi che la rendono più che ben fatta
Un’altra critica frequente nella versione originale de La Casa di Carta è quella legata al suo allungamento del brodo e al voler farcire di storie d’amore e di sottotrame spesso assurde, una serie incentrata sui furti e le rapine. Ne La Casa di Carta Corea questo non accade, considerando anche il numero inferiore di puntate.
Pur dicendo, per correttezza, che così facendo ci sono alcuni passaggi fin troppo frettolosi, la serie è estremamente asciutta come se tutto il superfluo fosse stato tagliato. Le scene che ci vengono mostrate sono tutte necessarie ai fini della trama, i personaggi seguono il piano e fanno di tutto per portarlo a termine, evitando distrazioni.
Ovviamente, com’è giusto che sia, viene dato spazio alle relazioni interpersonali ma sempre in maniera accurata, credibile, e senza sfociare in dialoghi assurdi o situazioni troppo esagerate considerando il contesto. Anche le varie storie d’amore viste nella versione originale da certi punti di vista sono presenti ma sono ridotte al minutaggio minimo e non sono mai preponderanti.
Non si può negare che tutti abbiamo amato il personaggio di Berlino che nella versione originale, per il suo carattere ed il suo carisma, spiccava decisamente sopra agli altri. Anche ne La Casa di Carta Corea, è veramente difficile non affezionarsi a quest’ultimo.
Non siamo qui per stabilire quale sia la versione migliore tra le due, perché molto dipende da una valutazione soggettiva, ma questo nuovo Berlino funziona davvero molto e questo accade anche per la sua diversità rispetto all’originale. Non stiamo parlando di quella sorta di ladro gentiluomo, amante del lusso e dell’arte, che tutti abbiamo imparato a conoscere ma proprio dell’opposto.
Il Berlino della versione coreana è un ex detenuto di un campo di prigionia, è abituato a vivere nell’ombra ed è anche uno spietato assassino. Nonostante ciò, come l’originale è cinico, freddo ma ironico al punto giusto e soprattutto è contemporaneamente folle e geniale.
Di certo questo ragionamento non vale per molti degli altri personaggi che sono estremamente inferiori in caratterizzazione e sviluppo rispetto agli originali, ma il solo Berlino, interpretato da Hae-soo Park, da solo giustifica la visione della serie.
La Casa di Carta Corea e la giusta dose di scene d’azione
Come nella versione originale nelle prime due stagioni, anche ne La Casa di Carta Corea è presente la giusta dose di scene d’azione, necessarie per il tipo di trama che viene narrata. Il vero punto di forza sta però nella qualità delle stesse. Soprattutto intorno alla metà della seconda parte sono presenti un paio di scene che per il modo in cui sono state girate potrebbero diventare presto un cult.
Non vogliamo fare spoiler ma quelle poche scene, con tanti piani sequenza in prima persona e con una telecamera mobile durante alcuni scontri, danno veramente un plus alla serie. Per questo motivo e per i precedenti, La Casa di Carta Corea non solo dovrebbe uscire dell’insieme delle serie sottovalutate, ma dovrebbe collocarsi tra quelle da recuperare assolutamente.