Sonic come… l’abbiamo sempre visto, più o meno, in avventure strane e fantasiose che non riescono a non strappare più di uno sbadiglio. La nostra recensione di Sonic Prime, la nuova serie Netflix dedicata al personaggio.
Sonic Prime è la nuovissima serie animata dedicata allo storico personaggio dei videogiochi Sega e, di recente, protagonista di due film in live action con la notevole figura di Jim Carrey nel ruolo dell’antagonista, il famoso Dr. Eggman (o Robotnik, a seconda di come lo conoscete).
La serie, stavolta senza ospiti famosi, segue la linea dei due film nel fornire un intrattenimento adatto per bambini e ragazzi ma che, in tutta franchezza, manca di proporre qualunque contenuto originale, intelligente o acuto. Al di là di sequenze d’azione interminabili, di svolte prevedibili e dei soliti messaggi costruttivi sull’amicizia e sulla maturazione, che cos’abbiamo?
Abbiamo Sonic che viaggia in un multiverso, schema sempre più popolare di questi tempi, incontrando varie versioni dei suoi amici ed esplorandone le variazioni caratteriali a seconda dell’ambientazione: Tails, Knuckles, Amy, Rouge e Shadow, più il Dr. Eggman diviso per qualche ragione in cinque versioni di cinque età diverse.
Nel mezzo c’è uno strano prisma di energia che Sonic, non ascoltando gli avvisi degli amici e facendo come al solito di testa sua, ha frantumato dando vita a tutti questi universi paralleli e distruggendo, di fatto, il suo mondo d’origine. Questa è l’intuizione più interessante della serie: la colpa di quel che è accaduto è sua, non di Robotnik o di qualche altro super-villain.
Questa realizzazione arriva però solo sul finale degli otto episodi e perciò il riccio dovrà probabilmente farci i conti nella prossima stagione, se ci sarà. Per il momento Sonic si è trovato più che altro sballottato tra tre diverse realtà: una in stile cyberpunk, con una dittatura imposta da Eggman e i suoi robot; una in cui si erge una foresta gigantesca; ed una (lui stesso ne rimane perplesso) con… i pirati.
I confronti tra i comportamenti dei personaggi nei vari universi potrebbero fornire molti spunti interessanti: in quello dei pirati per esempio Knuckles, ex-capitano di una nave abbandonato dalla sua ciurma perché troppo arrogante, ha perduto tutto il suo coraggio e la sua notoria aggressività. Ed è Sonic a ridargli fiducia, spingendolo ad affrontare le sue paure.
Ma purtroppo questo genere di tematiche vengono tenute molto sullo sfondo: non scordiamo che stiamo guardando una serie per i più giovani e perciò ad avere la prominenza sono inevitabilmente scene d’azione adrenaliniche, battute a volte divertenti a volte molto meno, infiniti scontri con robot e altri nemici e sequenze d’animazione spettacolari quanto spesso inutili e un po’ tediose.
E detto questo la domanda da porsi è una: Sonic Prime funziona come prodotto d’intrattenimento per bambini e ragazzi? Sì, e mettere i vostri figli davanti a questa serie potrebbe essere un’idea carina. Ma c’è da chiedersi anche: cosa o quanto aggiunge Sonic Prime al sempreverde franchise del riccio? Poco, se non nulla. Per conquistare un nuovo pubblico ci vorrà molta più audacia di così.