Supereroi. Superpoteri. Esseri sovrumani. Ormai sono passati anni da quando questo filone è stato rilanciato creando un vero e proprio genere cinematografico molto apprezzato. Il Marvel Cinematic Universe prima e il DC Extended Universe dopo, hanno portato sul grande schermo i loro supereroi di carta inondando le sale con le loro narrazioni fantastiche che erano prerogativa dei fumetti. Due colossi che hanno fatto la storia di questo genere grazie alla loro longevità e il loro essere prolifici sia di personaggi che di storie. È bene però ricordare che non tutti i film di supereroi sono riconducibili a questi due grandi brand. Ecco quindi che abbiamo individuato 10 film di supereroi che non appartengono a nessuna di queste due major.
10 film di supereroi che non appartengono né alla Marvel né alla DC
Kick Ass, Matthew Vaughn, 2010
Partiamo proprio dalle basi. Tutti abbiamo sognato di vestire i panni di un supereroe. Essere quelli che salvano gli innocenti e vengono osannati dalle folle. È la stessa cosa che ha pensato Dave Lizewski quando ha deciso di indossare i panni di un vigilante mascherato che si ritrova a dover scontrarsi con un boss della malavita newyorkese. Il film è la trasposizione cinematografica dell’omonimo classico scritto da Mark Millar e disegnato da John Romita Jr. Un film che ha avuto un enorme successo perché, nel suo essere sopra le righe, regala una rappresentazione realistica di ciò che potrebbe succedere se a un adolescente qualsiasi venisse in mente la folle idea di vestire i panni di un supereroe.
Si riesce a entrare subito in sintonia con Dave, riuscendo a empatizzare più con i suoi fallimenti che con i suoi successi. Una pellicola fresca, ironica e cruda, che non si risparmia con scene di inaudita violenza e linguaggio scurrile (tra l’altro mai usati in modo gratuito). Che intrattiene grazie al ritmo di narrazione serrato e scorrevole. Nel cast, Aaron Taylor-Johnson, Chloë Grace Moretz e un Nicolas Cage in grande spolvero. Anche se non vediamo superpoteri, ci troviamo di fronte a un film controverso capace di incollare lo spettatore allo schermo.
Unbreakable, M. Night Shyamalan, 2000
Abbandonate le ambientazioni spettrali del suo iconico horror di debutto, Il sesto senso, M. Night Shyamalan arruola nuovamente Bruce Willis per un film assolutamente unico nel suo genere. David Dunn si ritrova coinvolto in un terrificante disastro ferroviario. Ne esce come unico superstite e totalmente illeso. Scoprirà di avere dei poteri sovrumani che dovrà usare per sventare un disastro imminente. In questo film ci sono tutti i connotati classici di una storia sui supereroi. Sono lampanti i rimandi ai fumetti che anche un occhio meno esperto può tranquillamente notare. Gli eventi travolgono lo spettatore come le fantastiche azioni dei personaggi.
Personaggi comuni devono convivere con le loro debolezze personali che li logorano dall’interno. È lampante la dicotomia tra persona comune e gesta straordinaria che rimanda ai classici dei fumetti. Proprio i comics sono una parte fondamentale nelle vicende della pellicola, soprattutto nel personaggio interpretato da Samuel L. Jackson. Il film ha avuto due seguiti: Split e Glass, che vedono l’ingresso nel franchise di James McAvoy e Anya Taylor-Joy. Una trilogia supereroistica ricca di colpi di scena, confezionata impeccabilmente dalla visione di un maestro della suspense come M. Night Shyamalan.
Hellboy: The Golden Army, Guillermo Del Toro, 2008
Guillermo del Toro ci ha abituati ormai a esplorare mondi al di fuori dall’ordinario. Il suo lavoro sul personaggio di Hellboy si rivela un riuscitissimo prodotto che si è ben imposto tra l’egemonia Marvel dei cinecomics del periodo. Hellboy è un diavolo evocato durante la seconda guerra mondiale che si ritrova però a combattere le forze del male dalla parte dei buoni. Vive costantemente a cavallo tra la sua natura di agente che deve distruggere l’umanità e quella, data dal suo buon cuore che lo porta a proteggerla. Il primo film ha avuto la funzione di apripista per un nuovo filone e si è limitato a presentare i personaggi.
Con questo secondo capitolo del Toro ha dato uno sviluppo importante al protagonista e ai comprimari rendendoli tridimensionali e curando molto il loro sviluppo. Forte anche di una fedele trasposizione dei fumetti. Il marchio del regista si denota da molti punti: le creature realizzate, l’ambiente gotico e il messaggio principale che il regista messicano appone come firma su ogni sua pellicola: la discriminazione del diverso. Un must tra i film di supereroi che apre a diverse chiavi di lettura e rimette in discussione il classico stereotipo del supereroe bello, bravo e umano.
Tanto lontano geograficamente dai supereroi americani, quanto vicino qualitativamente a questi: Lo chiamavano Jeeg Robot è un’ opera nostrana e un’eccellenza che non ha nulla da invidiare agli altri film del genere prodotti oltre oceano. La storia narra le vicende di un ladruncolo romano che tira a campare da ultima ruota del carro della macchina malavitosa del quartiere. Per un caso fortuito entra in contatto con dei rifiuti radioattivi e acquisisce degli straordinari poteri sovrumani. Si ritroverà invischiato in una guerra tra bande e dovrà salvare l’unica persona che tiene a lui. Una pellicola molto coraggiosa proprio perché si cimenta in un genere fino a quel momento trattato in maniera parodistica o aberrante.
Claudio Santamaria da vita a un protagonista disagiato, uno psicotico emarginato che dovrà gestire un dono enorme. Un supereroe che non ha capacita di relazionarsi con il prossimo, ma dovrà crescere e fare delle scelte e raccogliere la chiamata nel rivestire un ruolo che mai nella sua vita precedente avrebbe mai immaginato. Da menzionare assolutamente la prova attoriale di Luca Marinelli che da vita a un villain diventato ormai iconico per il cinema italiano.
L’angelo del Male – Brightburn, David Yarovesky, 2019
Ci si immagina i supereroi come esseri benevoli e come incarnazioni di virtù. Non è il caso di Brightburn. in questa pellicola vengono sovvertiti totalmente i connotati del classico eroe, ma ci troviamo di fronte d una situazione in cui i superpoteri si manifestano nelle persone sbagliate. Proprio come Superman un ragazzino si schianta sulla terra all’interno di una navicella. Crescendo inizierà a sviluppare dei superpoteri. Ma non li userà a fin di bene, perchè purtroppo è uno stro*zo.
Questo film ha sicuramente uno dei concept più interessanti degli ultimi anni. Perchè risponde ad una domanda semplice che qualsiasi fan di supereroi si pone da anni. Superman è un essere semi-divino che però sceglie di stare dalla parte del been e di aiutate il mondo. E se invece fosse tutt’altro che benevolo? Come affrontare un essere simile che, consapevole di essere inarrestabile, uccide e fa quel che vuole? Se ci pensate questo era la base di quel disastro che fu Batman v Superman: Dawn of Justice e anche in quel caso il concept di base era la cosa che maggiormente affascinò il pubblico. Brightburn ha dalla sua anche una scrittura piacevole e scene dai tratti orrorifici davvero interessanti.
Direttamente dagli anni ottanta le Tartarughe ninja hanno visto una continua evoluzione nelle versioni presentate durante il corso degli anni. La ricetta è molto semplice e non se ne può nascondere il successo. Quattro tartarughe ninja adolescenti, frutto di un esperimento genetico. Campioni di arti marziali che cercano di sventare i piani folli di un malvagio maestro del male con al seguito un esercito di ninja e degli scienziati con accesso a tecnologie fantascientifiche. E poi si nutrono esclusivamente di pizza. Un brand molto longevo che nel corso del tempo si è sviluppato in film serie tv a cartoni animati e innumerevoli linee di giocattoli.
Per molti appassionati della prima ora l’approccio con le Tartarughe ninja è stato un primo contatto con il mondo dei supereroi. Il film del 2014 ha tutte le carte in regola per far empatizzare lo spettatore con i protagonisti. Perché sono personaggi giovani, spiritosi e vivaci e l’azione coinvolgente del film trascina il fruitore in un turbinio di combattimenti che tiene incollati allo schermo. Un prodotto che va a toccare le corde più sensibili trattando anche temi come la fratellanza, l’unione e il senso di appartenenza.
Gli incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi, 2004
Anche il colosso dell’animazione Disney, a un certo punto decise di cimentarsi nel genere con il suo film sui supereroi. Gli incredibili sono la visione della casa di Topolino sul tema. Nella maggior parte dei supereroi, la situazione familiare è sempre complicata. Nella maggior parte dei casi, l’eroe è un orfano. In questa pellicola di animazione invece ci troviamo di fronte ad una famiglia al completo. Una famiglia medio borghese che deve districarsi tra lavoro, scuola e faccende di casa, con la loro altra identità. Proprio come i Fantastici 4 e gli X-men, anche tutti i membri della famiglia hanno un superpotere che li caratterizza.
Per quanto la storia sia semplice riesce ad appassionare dai primi momenti. Un film leggero, con molti momenti di risate, ma che lascia spazio alla riflessione. L’identità del supereroe è sentita dai protagonisti come una natura, non da celare, ma è quella che tiene in vita la loro esistenza, dovuta all’irrefrenabile desiderio di aiutare il prossimo. La famiglia e l’essere accettati per ciò che si è rappresenta un altro messaggio fondamentale di questo classico campione di incassi rivolto ai bambini, ma anche ai più grandi.
Il Corvo, trasposizione a fumetti del capolavoro di James O’Barr, entra di diritto nella classifica dei migliori film sui supereroi. Un film epocale e senza tempo, anche a causa dell’ assurda morte del protagonista, Brandon Lee, durante le riprese di una scena. Una coppia di giovani di giovani fidanzati viene brutalmente assassinata da un gruppo di gangster. Lui tornerà dal mondo dei morti, con dei poteri sovrumani in cerca di vendetta. Un film metafisico, dove realtà e finzione si intrecciano trascendendo, attraverso l’amore più puro, il regno dei vivi con quello dei morti.
Il corvo è un eroe romantico che si muove su un palco gotico, buio e piovoso, caratteristiche rappresentative di un mondo che pian piano sta morendo. La sua lotta è mossa esclusivamente dall’amore per la fidanzata uccisa. La dicotomia estrema che mette in contrapposizione la dolcezza di Eric, alla sua violenta e sanguinaria violenza nel trucidare gli assassini suoi e della sua fidanzata. Un’ opera che regala una delle colonne sonore più belle tra i film di supereroi con: Cure, Nine Inch Nails, Rage Against the Machine e Pantera.
9) Darkman, Sam Raimi, 1990
Sembra un percorso lineare quello di Sam Raimi. Alcuni anni dopo La Casa e diversi anni prima del primo Spiderman, il cineasta sforna questa pellicola dalle tinte horror che entra di diritto nel genere dei supereroi, ma un ibrido tra i due generi. Peyton Westlake è uno scenziato che si ritrova invischiato per caso di alcuni loschi traffici mafiosi. Verrà sfigurato terribilmente e torturato. Creduto morto da tutti attuerà la sua vendetta. Un supereroe dall’animo gentile nel corpo di un mostro, che cerca di riappropriarsi della sua vita utilizzando i suoi nuovi superpoteri. Una fiaba horror in cui la bontà d’animo dell’eroe combacia con il corpo del mostro
Ritroviamo tra le tematiche toccate la vendetta e l’amore impossibile. Un doppio motore che alimenta una narrazione ricca d’azione e pathos. Un piccolo capolavoro che ha avuto un discreto successo e un seguito in altri media (fumetti, videogiochi). Darkman si distacca molto dai classici film di supereroi, ma si avvicina a alcune icone della letteratura come Il fantasma dell’opera e La bella e la bestia. Il ruolo di Darkman è di uno strepitoso Liam Neeson capace di trasmettere la sofferenza di un superuomo che ha perso tutto.
Dredd – Il giudice dell’apocalisse, Pete Travis, 2012
Dredd (alla sua seconda trasposizione cinematografica dopo un precedente film con Sylvester Stallone.) ci trasporta nel futuro, in cui i superpoteri sono parte dell’ambientazione, in quanto dovuti al fatto che la terra è devastata dalle radiazioni nucleari. L’umanità è stipata in un immenso agglomerato cittadino, tutto intorno la distruzione. Dredd (qui la nostra analisi approfondita del film) è un Giudice, ovvero un individio che perseguita i criminali, li arresta, li giudica e ne compie l’esecuzione seduta stante. Un lungometraggio divertente e ricco di azione, con tanta azione, tanta violenza, magistralmente rappresentati in uno scenario crudamente distopico.
Nonostante il tiro fantascientifico, i reali poteri del protagonista sono esclusivamente quelli di incarnare la legge e di rappresentarla come e quando vuole. Ne esce un uomo lontano per certi aspetti dai supereroi che siamo abituati a vedere, più simile a un automa che a un essere umano. Inflessibile e integerrimo senza un minimo di empatia verso il prossimo. Per questo, si manifesta come un’idea incorruttibile e inarrestabile. Un film che è diventato un piccolo cult con Karl Urban e Lena Headey.
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