Se aveste dei dubbi sul fatto che Damon Albarn sia il vero genio dietro alla musica dei Gorillaz, leggete un po’ qui
2010: un signore di nome Damon Albarn, frontman della leggendaria band Blur nonché creatore e cantante dei Gorillaz, la virtual band più famosa di sempre, si trova in tour con i suoi compagni virtuali (e con la formazione che ne ricrea le sonorità dal vivo) in nordamerica, nell’ottobre di quell’anno.
Albarn è instancabile e lo si sa da anni. Dopo il temporaneo scioglimento dei Blur e la formazione (e il successo) dei Gorillaz ha anche fondato un side project chiamato The Good, The Bad and the Queen assieme a Paul Simonon dei Clash. E nel 2010 nella sua veste di “2D” ha rilasciato con i Gorillaz l’album Plastic Beach, il terzo della band.
E nemmeno nell’ottobre di quell’anno e durante il tour la sua creatività può essere contenuta: nelle pause durante i 32 giorni di durata della fase americana del tour, Damon prende in mano un semplice iPad e, quasi senza accorgersene, dopo un mese si ritrova tra le mani un album dei Gorillaz completamente nuovo. Uscirà poi a Natale del del 2010 e si intitolerà The Fall.
Pur definendosi “tecnofobo” e “luddista” (che significa, appunto, qualcuno che odia la tecnologia), Albarn racconta all’epoca: “Mi sono innamorato del mio iPad [lanciato quello stesso anno, 2010] non appena l’ho preso, per cui ho realizzato un tipo di album completamente diverso”.
Albarn racconta di aver utilizzato ben 22 app diverse, compresa Dub Siren Pro. “Avevo un mese in tour in America e ogni giorno avevo circa tre ore di vuoto da riempire. Così le ho riempite”, spiega il cantante. “Ho registrato [l’album] letteralmente on the road. Non l’ho scritto prima, non l’ho preparato”.
“L’ho fatto giorno dopo giorno come diario della mia esperienza in America. Se avessi aspettato l’anno nuovo per pubblicarlo i cinici avrebbero detto ‘Oh ecco, è stato manomesso’, ma se lo faccio uscire adesso sapranno che non ci ho fatto nulla [in più] perché sono stato in tour per tutto il tempo”.
Vero, The Fall viene ad oggi considerato uno dei peggiori album dei Gorillaz o perlomeno certo non il loro lavoro migliore; ma ciò non di meno che un musicista GenX, all’epoca poco più che quarantenne, abbia messo mano a una tecnologia nuovissima e ne abbia tratto un disco intero in così breve tempo e per una band già all’avanguardia di suo, bé è di certo cosa memorabile.
Nel frattempo i Gorillaz hanno fatto molta altra strada, pubblicando vari altri lavori tra cui Humanz (2017), The Now Now (2018) e Song Machine, Season One: Strange Timez (2020), quest’ultimo a sua volta non riuscitissimo. Le aspettative sono alte per Cracker Island, che uscirà nel 2023 e vedrà la partecipazione di Tame Impala, Thundercat, Beck Hansen e Stevie Nicks.