Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti sta indagando sul numero “non necessario” di animali uccisi per lo sviluppo di Neuralink
Nuova pioggia di polemiche su Elon Musk: oltre alle crescenti critiche indirizzate alla sua gestione di Twitter, ora anche Neuralink, la sua impresa neurochirurgica volta allo sviluppo del famoso chip da inserire nel cervello di pazienti paraplegici o menomati, è sotto attacco. Una ricerca che, del resto, a sua volta non sembra stia andando bene.
Mesi addietro vi avevamo riportato il caso di 15 scimmie morte a causa delle conseguenze dell’impianto e sulla loro attività cerebrale. Ebbene, sembra che il numero di “vittime” tra gli animali sottoposti ai test sia molto, molto maggiore: 1500, riporta il Guardian. Il che, attenzione, non deve trarre in inganno.
Gli esperimenti non sono considerati illegali né immorali: contrariamente a quanto si potrebbe pensare è previsto che diversi animali vengano “immolati” nella ricerca sanitaria e scientifica, anche se chiaramente non manca una componente finanziaria che spinga alla presentazione di nuovi prodotti per l’healthcare sul mercato.
Nel caso di Neuralink però sembra che il numero di animali morti superi di gran lunga quello diciamo “auspicabile”, e questo a detta di diversi dipendenti che hanno menzionato condizioni di forte pressione lavorativa, e l’obbligo quindi a sbrigarsi per ottenere risultati concreti; risultato: vari esperimenti falliti perché condotti in fretta e da staff non preparato, e che si sono dovuti ripetere.
E la conta dei morti ammonta quindi a 1500 animali tra i quali 280 tra pecore, maiali e scimmie, contando che Neuralink effettua molti dei suoi test anche su topi e ratti. E a fronte di queste nuove indagini e di queste polemiche, sembra ora molto più remoto il traguardo di un impianto Neuralink su un soggetto umano nel prossimo futuro.
E il problema sembra essere principalmente lo stesso tipo di politica aziendale aggressiva che Musk sta già adottando in Twitter. Quest’anno, per esempio, ha cercato di indurre i dipendenti di Neuralink a “sbrigarsi” mandando loro un articolo su alcuni ricercatori svizzeri che sono riusciti a creare un impianto elettrico che ha consentito ad un uomo con una paralisi di camminare di nuovo.
“Potremo consentire alle persone di usare le loro mani e di camminare di nuovo nella vita quotidiana! Insomma, semplicemente non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente. Mi sta facendo impazzire!” ha scritto al suo staff, alle sei di mattina dell’8 febbraio scorso. E sembra che sia arrivato persino a dire ai dipendenti di immaginare di avere una bomba legata alla testa mentre lavorano.
Oltre ai problemi di “fretta” sembra che in Neuralink sia sbagliato proprio l’approccio alla ricerca; che, secondo diversi dipendenti (alcuni dei quali hanno lasciato la compagnia) si muove speditamente senza soffermarsi a considerare e risolvere ogni problema in ciascuna fase degli esperimenti. Risultato: maggior rischio per gli animali e più bestie morte. Con queste indagini le cose potranno cambiare?
Fonte: The Guardian
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