Evil West Recensione: a caccia di vampiri nel Far West

Evil West è un gioco ignorantissimo, come non se ne vedevano da parecchio tempo: ecco la nostra recensione del nuovo action di Flying Wild Hog.

Evil West Recensione
Condividi l'articolo

Era esattamente ciò che ci aspettavamo“. Ci sono dei videogiochi che attendi con ansia, tra un trailer di YouTube e un tweet dello studio di sviluppo che ti aggiornano passo dopo passo sullo stato dei lavori in corso e mentre l’hype che precede l’uscita ti divora l’anima, dentro di te sai già a cosa andrai incontro non appena avvierai l’installazione.

La frase tra virgolette con cui abbiamo aperto la recensione di Evil West vuole sottolineare in positivo ciò che è stata la nostra esperienza e uno dei principali punto a favore del nuovo titolo di Flying Wild Hog: non aver mentito al pubblico e aver costruito esattamente ciò che le diverse anteprime ci avevano mostrato, un action lineare, old school, affrontabile anche in cooperativa, con una trama principale accessoria a un gameplay sontuoso e profondo, le cui straripanti possibilità continuano a essere scoperte ora dopo ora. Evil West ci ha squagliati sulla sedia e ci ha fatto vivere un viaggio on the road – dalla durata di dieci ore circa – per salvare un’America totalmente invasa dai vampiri: nei panni di Jesse Rentier siamo partiti di gran carriera a caccia dei succhiasangue che infestano le regioni della nazione a stelle e strisce. Non aspettatevi chissà quale narrativa. Il racconto funge principalmente da scusante per regalarvi un motivo in più per menare le mani ma, nella sua semplicità, riuscirà comunque a intrattenervi, grazie anche a cut scene ben confezionate attraverso le quali rifiatare tra un round di pugilato e un altro.

Un Guanto per domarli tutti

Evil West si presenta ai nostri occhi come un action in terza che combina sapientemente combattimento corpo a corpo e a distanza, mutando costantemente forma a seconda delle nostre necessità e del nostro stile di gioco: il risultato è un gameplay dinamico, frenetico, che sprona il giocatore ad alternare con ingegno le bocche da fuoco a disposizione del protagonista – revolver, carabina, doppietta, balestra e tanto altro ancora – e il suo elettrico guanto meccanico con cui prendere a pugni ogni mostruosità che prova a intralciare il nostro cammino. Quest’ultimo è il fulcro attorno al quale ruota il sistema di combattimento di Evil West.

Evil West Recensione

Volete riempire di mazzate le Sanguisagae (così sono chiamati i vampiri), elettrizzarle e finirle con una brutale mossa finale? Oppure volete eseguire un montante che solleva in aria il vampiro, saltare subito dopo per colpirlo ancora e scagliarlo verso i barili di TNT a pochi metri di distanza da voi e generare così un’esplosione che coinvolgerà tutti i mob nelle vicinanze? Ebbene, in Evil West potete fare tutto ciò che più vi aggrada, sfruttando anche un foltissimo albero delle abilità – talmente ricco che non riuscirete a sbloccarlo in toto con la sola prima run – che regala all’esperienza un senso di progressione costante.

Evil West Recensione

Al poderoso guanto, Jesse affianca un buon numero di armi, le quali svolgono una funzione di “difensore aggiunto“, prendendo in prestito un termine calcistico, in quanto possono essere utilizzate sia per danneggiare gli avversari che per interrompere alcuni attacchi speciali. Il sistema di shooting ci è parso piuttosto convincente salvo alcune sporadiche imprecisioni quando siamo andati a sparare. La ciliegina sulla torta di tutto questo ben di Dio, è una devastante modalità Berserk con cui risolvere in pochi secondi le pratiche vampiresche.

LEGGI ANCHE:  The Umbrella Academy: i nuovi superoi pop targati Netflix

Parola chiave: linearità

L’esplorazione in Evil West è estremamente guidata e strutturata secondo un modello che può ricordare il primo Gears of War (qui la nostra recensione di Gears of War): muoversi dal punto A al punto B e, arrivati all’arena, affrontare un elevatissimo quantitativo di Sanguisugae capitanate da un mini boss che richiede più di qualche mazzata prima di crollare stremato al tappeto. Non aspettatevi grossi enigmi ambientali ma piuttosto interazioni con l’area circostante. In questo modo, Flying Wild Hog ha donato al suo prodotto un ritmo molto alto volto a favorire l’azione nella sua forma più brutale e coinvolgente. Le uniche piccole deviazioni previste dal level design di Evil West vi condurranno, il più delle volte, presso uno scrigno del tesoro, le cui monete serviranno per potenziare il nostro armamentario, da rompere con un’animazione praticamente identica a quella di Kratos (avete letto la nostra recensione di God of War Ragnarok?).

Evil West Recensione

Questa scelta di caratterizzare l’opera con una forte linearità ci ha convinti in pieno per quanto riguarda le fasi esplorative. Avremmo però preferito qualche guizzo creativo in più nelle arene, tutte identiche fra loro. Ad eccezione di alcuni oggetti distruttibili (TNT e barili con spunzoni), infatti, non ci sono né coperture né punti su cui salire per avere una posizione privilegiata rispetto ai vampiri. Una maggiore verticalità avrebbe garantito maggiore varietà agli scontri, troppo dipendenti dal combat system. Le boss fight infine sono coriacee, ignoranti come lo erano un tempo, precedute da filmati che vi faranno pensare “e adesso come la tiro giù questa bestia?“.

LEGGI ANCHE:  Hi - Fi Rush - La sorpresa di Xbox che ha conquistato tutti

Evil West Recensione: Conclusioni

Dal punto di vista grafico Evil West non urla al miracolo ma parliamo pur sempre di un titolo doppia A il cui focus non era certo quello di dipingere un quadro western in movimento. Tuttavia, non mancheranno alcuni scorci che ogni tanto vi faranno interrompere la marcia, quei tre secondi giusti giusti per scattare uno screenshot. La scelta di una modalità grafica è dunque sconsigliata a favore di quella che privilegia i 60fps, fondamentali per godere appieno del gameplay del titolo.

Evil West ci ha convinti senza mezze riserve: un gioco vecchio stampo, lineare, con boss fight gigantesche, che trasuda ignoranza da ogni pixel. Jesse Rentier è il Van Helsing dei videogiochi con un arsenale da guerra pressoché illimitato. Esattamente ciò che ci aspettavamo dal nuovo lavoro di Flying Wild Hog.

Logo Xbox Series X

Evil West | Testato su Xbox Series X

Continuate a seguirci sulla nostra pagina Facebook ufficiale, Lascimmiagioca.

RECENSIONE
VOTO
7.8
Articolo precedenteUna pallottola spuntata: 10 curiosità sul film con Nielsen
Articolo successivoJenna Ortega: “Mercoledì e Enid sono la coppia perfetta”
Andrea Baiocco
Amo la birra, il running e i videogiochi. Sogno un'Ipa al pub con Kratos e una scampagnata con Nathan Drake. Parlo di videogiochi anche sul mio sito web Freaking News (https://freaking.news/) e in Podcast su Spotify.
evil-west-recensioneAspettavamo con ansia Evil West e il nuovo titolo di Flying Wild Hog non ci ha deluso. Un action con un combat system impressionante, profondo e ricco, con un ventaglio di opzioni con cui affrontare i vampiri degno di nota. Qualche guizzo di creatività in più sul fronte del level design avrebbe garantito maggiore varietà a scontri altamente spettacolari che regalano esaltanti scariche di adrenalina.