Ben Affleck ha da poco lanciato, insieme all’amico Matt Damon, il suo nuovo studio Artists Equity che punta a realizzare film commerciali ma intelligenti, che riconoscono i gusti popolari, ma che “la gente ricordi 20 anni dopo”. Il primo progetto che lancerà lo studio lo vedrà in cabina di regia, con Damon protagonista nel film sulla vera storia dietro la creazione dell’iconico marchio Air Jordan. Artists Equity prevede di rilasciare tre progetti il prossimo anno, con l’intenzione di aumentare fino a un minimo di cinque all’anno in futuro. Parlando in una sessione di domande e risposte al DealBook Summit del New York Times, Affleck ha citato direttamente Netflix, spiegando di non apprezzare il suo modus operandi e di voler lavorare diversamente.
Non vedo alcuna differenza tra il prodotto commerciale e di qualità. Se chiedi a Reed Hastings [amministratore delegato di Netflix ndr], sono sicuro che ci sia qualche fattore rischio in questo, e sono sicuro che abbiano un’ottima strategia, ma mi sarei detto: “Come faremo a fare 50 grandi film?! Come è possibile? Non esiste un comitato abbastanza grande. Non ci sono abbastanza persone, semplicemente non puoi farlo”. È una cosa che richiede attenzione, dedizione e lavoro e che deve resistere al processo della catena di montaggio. Scott Stuber [attuale capo della divisione film di Netflix ndr] è un ragazzo davvero talentuoso e intelligente che mi piace molto, ma è un lavoro impossibile.