Jerry Lawson: il padre delle cartucce per videogiochi

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Andiamo a riscoprire chi era Jerry Lawson, il geniale ingegnere americano considerato il padre delle cartucce per i videogiochi

1976: portando avanti una brillante carriera come ingegnere presso la Fairchild Semiconductor International, Inc., un certo Jerry Lawson si guadagna anche un posto, quasi imprevedibilmente, nella storia dei videogiochi. Infatti è lui a spingere per lo sviluppo della console Fairchild Channel F, una delle tante che si trovano sul mercato a quel tempo.

Ma con una particolarità: va a cartucce. Che ci crediate no, all’epoca il sistema di scambio di cartucce per selezionare a quale gioco giocare non è diffuso e in genere i giochi vengono programmati direttamente dentro l’hardware. Non c’è la mentalità di una “libreria” di giochi che possano essere intercambiati e fruiti uno alla volta.

La Fairchild Channel F consente finalmente di fare questo e anche se utilizza un sistema di fatto ideato per la prima volta da Alpex (preso in prestito su licenza) introduce di fatto questa pratica come completamente inedita e rivoluzionaria. Ragion per cui ancora oggi Jerry Lawson, morto di diabete nel 2011, viene ricordato come il padre delle cartucce per videogiochi.

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Non è solo questo, beninteso. Creativo geniale, esperto di tecnologia e visionario, è sempre lui per esempio a disegnare i joystick per la Channel F; i quali, e anche qui parliamo di una prima volta, presentano anche la straordinaria novità di un pulsante per mettere in pausa il gioco.

Purtroppo la Channel F non ha successo e sarà solo la famigerata Atari 2600, arrivata nel 1977, a rendere davvero popolare l’utilizzo delle cartucce per l’home gaming. Lasciata la Fairchild nel 1980 Lawson fonda la sua propria azienda, Videosoft, con la quale lavora allo sviluppo di vari software per Atari stessa, ancora una grande casa competitiva almeno fino agli anni ’90.

Il ruolo di Lawson viene spesso dimenticato e in molti spingono perché il suo nome venga rilanciato soprattuto per una ragione: era nero. L’industria del gaming è sempre stata in mano, almeno storicamente e specie negli anni ’70 e ’80, a bianchi o al limite a giapponesi, ma il ruolo delle persone di colore nella storia dei videogiochi è di norma misconosciuto. Anche per questo, oggi, ne parliamo.

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