Nel giro di poche settimane, 1899 si è portata nelle prime posizioni tra le serie più guardate del momento, pur avendo generato opinioni molto discordanti tra gli spettatori.
Da un lato, c’è chi la considera una serie di tutto rispetto, ricca di mistero e di trovate interessanti, dall’altro, c’è chi non la ritiene minimamente all’altezza di altri prodotti dello stesso genere, anche e soprattutto per le moltissime informazioni date in pasto agli spettatori ma non spiegate nel finale.
A prescindere da ciò, nelle ultime ore la serie è tornata di nuovo sulla bocca di tutti poiché accusata di plagio, reato decisamente molto grave.
L’accusa a 1899 in breve
Attraverso i suoi social, Mary Cagnin, un’artista brasiliana, ha accusato i creatori di 1899 di aver plagiato in molte delle sue componenti un fumetto da lei realizzato dal titolo Black Silence, pubblicato nel 2016 e quindi nettamente prima dell’uscita della serie.
La ragazza, sconvolta dall’accaduto, ha accompagnato le sue parole con immagini tratte dal proprio lavoro sostenendo che appunto il plagio non si limiterebbe all’idea di fondo ma andrebbe a coinvolgere dettagli fondamentali, troppo specifici per poter essere stati ideati casualmente da un altro autore.
Più precisamente, lei fa riferimento alla presenza della grande piramide nera come elemento essenziale nella trama, a tutta la questione legata alle navi con il loro equipaggio multinazionale, alle misteriose morti di alcuni dei personaggi e, più generalmente, a tutto il simbolismo sparso all’interno della serie.
Black Silence è veramente identico a 1899?
Attraverso l’esclusiva lettura dei post della fumettista chiunque penserebbe che i due prodotti siano praticamente l’uno la copia dell’altro ma, attraverso un’analisi un po’ più approfondita, è possibile coglierne alcune differenze determinanti.
Non si può negare che, effettivamente, gli elementi riportati dalla Cagnin si trovino sia nel suo fumetto che in 1899 ma ci sono due fattori imprescindibili che devono essere tenuti in considerazione.
Il primo è quello legato al ruolo che questi elementi in comune hanno nei loro rispettivi prodotti. Alcuni simboli, come per esempio appunto la piramide o la nave, appaiono in entrambi, ma il loro peso è completamente diverso.
Se la 1899 ruota completamente attorno a quanto accade ai passeggeri del Kerberos e solamente nel finale la vicenda acquisisce un maggiore senso con l’introduzione del futuro distopico, nel fumetto, al contrario, tutto prende le mosse e ruota attorno al concetto di futuro e di nuove tecnologie.
Vengono sicuramente introdotte anche lì, soprattutto nella prima parte, una nave e un equipaggio che si ritrova all’interno di una simulazione, quindi non si possono negare le somiglianze, ma il fumetto si concentra poi su elementi estremamente differenti, rendendo quasi impossibile associare una vicenda di questo tipo ad un vero plagio.
Il secondo fattore è quello connesso alla presenza di un simbolismo estremamente comune in prodotti di questo genere. Prendendo ad esempio la piramide, soprattutto se si parla di film o serie tv legate come in questo caso al tema della cospirazione, ci sarebbero infiniti esempi in cui quest’ultima appare in maniera ricorrente.
Lo stesso vale per la presenza di un equipaggio internazionale. Ultimamente, soprattutto se si parla di prodotti per il grande pubblico, è sempre più comune vedere trame che coinvolgono personaggi provenienti da stati o comunque da luoghi molto differenti. È vero che tanti piccoli indizi fanno una prova ma, in questo caso, pur considerando le somiglianze evidenti, questi indizi non sono sufficienti per sostenere un’accusa di questo genere.
Quando si può parlare di plagio?
Il reato di plagio, sicuramente gravissimo per chi si occupa della creazione di contenuti, non si concretizza con la semplice rielaborazione di alcune idee altrui.
Banalmente, recuperare un’idea di trama per poi trasformarla in un qualcosa con una piega piuttosto differente, è pienamente fattibile, soprattutto arrivati al giorno d’oggi in cui vengono pubblicati quotidianamente centinaia di nuovi prodotti audiovisivi.
Se pensiamo al caso specifico, le somiglianze in comune, seppur in elementi non così determinanti, sono davvero nette, quindi è possibile che i creatori i 1899 si possano davvero essere imbattuti nel lavoro della fumettista nel corso degli ultimi anni, ma per come sono stati realizzati i due prodotti finali, difficilmente si può parlare nei termini sostenuti dalla Cagnin.
Tempismo sbagliato
Vogliamo concludere spezzando una lancia in favore della fumettista brasiliana. Gli elementi in comune, come detto, sono presenti ma sicuramente troppo deboli per portare avanti una causa di questo tipo.
Nonostante ciò, considerando che 1899 si conclude introducendo il concetto di futuro distopico e di viaggio dell’umanità all’interno di navi spaziali, non si può escludere del tutto che effettivamente i creatori della serie abbiano preso spunto dal fumetto.
Se così fosse, però, ci sarebbe un problema di tempismo. Se infatti ciò fosse davvero accaduto, noi spettatori avremmo potuto cogliere a pieno queste somiglianze solo dalla seconda ed eventualmente terza stagione, perché senza dubbio sarà lì che la serie proseguirà parlando di questo futuro dando, come nel fumetto, una spiegazione chiara a quanto visto in precedenza.
L’accusa arriva quindi prima di avere una visione chiara e omogenea di 1899 che solo ora, a prescindere da tutto, prenderà la sua strada in una o nell’altra direzione.
A cura di Nicolò Mazzoni