Tristemente, la presentazione del film a Roma è stata offuscata dalle pesanti accuse mosse dei confronti del co-protagonista Sofiance Bennancer e attuale compagno di Valeria Bruni Tedeschi, accusato di stupro da due ex fidanzate e oggetto di continue illazioni da parte della stampa francese.
E mentre la regista ci ricorda cosa siano la “presunzione d’innocenza” e il diritto di difendersi in sede legale prima di essere oggetto di un vero e proprio linciaggio mediatico, noi non possiamo che riportare doverosamente il discorso dal gossip al film. O meglio, il film più centrato, intenso e maturo di tutta la filmografia di Valeria Bruni Tedeschi.
Per lei e i suoi dodici compagni di corso inizia così un periodo indimenticabile, dallo stage presso il leggendario Actor’s Studio di New York alle prove del loro primo spettacolo da professionisti, Platonov di Anton ÄŒechov. Nel frattempo, nel gruppo esplodono grandi passioni, profonde amicizie e intense gelosie.
Stella si innamora perdutamente di Étienne (Sofiance Bennacer), un ragazzo tormentato, dipendente dall’eroina e forse incapace di salvare il loro amore e la sua stessa vita da questa terrificante parabola discendente.
Forever Young: Recensione del film di Valeria Bruni Tedeschi
Se tutto il cinema di Valeria Bruni Tedeschi è un percorso in bilico tra storia personale e astrazione, con Forever Young la regista firma un’opera che la verità e l’intensità della vita vissuta, una fotografia struggente e cruda della giovinezza, dall’ingenuità dei sogni e le ambizioni alla scoperta di una passione bruciante, fino alla definitiva perdita dell’innocenza.
La fotografia, le luci e la stessa grana della pellicola ci proiettano direttamente negli anni ’80, così come le scene e i costumi, curati nei minimi dettagli, a partire dagli abiti della protagonista, la splendida Nadia Tereszkiewicz, che la regista ha vestito con i suoi stessi costumi di ragazza.
Degli anni ’80 il film fotografa anche il lato oscuro: l’AIDS, l’eroina, l’illusione di quelle meravigliose sorti e progressive destinate a infrangersi contro la realtà della Storia. E in questo scenario i dodici ragazzi della compagnia Les Amandiers si muovono con assoluta incoscienza, come belve affamate di sogni, di amore e di vita.
La macchina da presa ingaggia con loro un vero corpo a corpo, che ricorda naturalmente l’approccio della Nouvelle Vague e dell’avanguardia Dogme 95 di Lars Von Trier e Thomas Vinterberg. Eppure, Valeria Bruni Tedeschi trova una chiave assolutamente personale per rileggere la poetica della camera a spalla, del piano sequenza e del primissimo piano.
Il risultato è un film praticamente impeccabile, magnificamente scritto, girato e interpretato da un cast composto soprattutto da giovani esordienti, tutti assolutamente nella parte. Forever Young vi aspetta al cinema da questo 1 Dicembre. E noi non possiamo che sperare che la coltre del gossip non privi Valeria Bruni Tedeschi del successo che merita.