Ma qualcuno di voi ha mai davvero rubato una copia di Steal This Album!?
Ironico che un disco intitolato Steal This Album!, la famosa release del 2002 dei System of a Down, abbia venduto milioni di copie fino a vincere il disco di platino negli Stati Uniti e arrivando alla posizione numero 15 della classifica di Billboard, vendendo poi tantissimo in tutto il mondo e anche in Italia.
Il tipo di ironia che i SOAD conoscono bene e cavalcano volentieri: forse prevedevano che nella provocatorietà del titolo nessuno o quasi, tra i lobotomizzati dell’era Bush, avrebbe colto il riferimento a Steal This Book (1971), il famoso manuale hippie scritto da Abbie Hoffman (e a sua volta un paradossale successo commerciale).
E ora che sono passati tanti anni è arrivato il momento di riflettere sul ruolo che questa ironia gioca non tanto nella costruzione della varietà presente di nu metal pseudo-demenziale a tratti math che ormai ha fatto storia, ma anche sull’urgenza di questa pubblicazione: semi-seguito del fortunato Toxicity (2001), definito a tratti come una raccolta di b-sides e a tratti come un album vero e proprio.
Le canzoni appartengono alla medesima era e musicalmente si sente: ma l’esigenza di pubblicarle in fretta e furia in questa raccolta viene, nel 2002, dalla diffusione di mp3 pirata che le rendono disponibili in P2P sotto il titolo Toxicity 2. Sono gli stessi anni in cui i Metallica si scagliano contro Napster, e il mondo della musica deve adattarsi alla nuova dimensione dell’internet.
I System of a Down sono già una band di culto da anni: le musiche provocatorie e sperimentali architettate dal genio di Daron Malakian con le performance vocali eclettiche del degno compagno Serj Tankian, che nelle liriche passa dal politico all’ironico e dal serio al faceto anche nello spazio dello stesso verso, hanno il loro impatto ed è innegabile.
Ma con Steal This Album! si ritrovano forse a fare il passo più lungo della gamba, un passo frettoloso che viene da alcuni visto come un tentativo di capitalizzare, paradossalmente per un gruppo così anti-sistema, sul loro enorme successo. Per altri, invece, Steal This Album! è la lampante prova delle loro capacità anche quando si parla di canzoni “minori”, pubblicate per contrastare il P2P.
E da dove iniziare a descriverne la compiutezza? Dalle classiche Boom! e Innervision a un brano di culto come I-E-A-I-A-I-O, e dalla sottovalutatissima Chic ‘n’ Stu all’eloquente Fuck the System. Nessuno mette in dubbio che in Steal This Album! troviamo dei SOAD di prima categoria, all’apice della loro creatività .
Ma, e torniamo alla questione iniziale: quanti davvero hanno “rubato” quest’album? Quanti hanno capito quello che c’era da capire? Un disco atipico che rimane simbolo di un genere, il nu metal, anti-sistema e conversamente partecipe al tempo stesso dei suoi meccanismi, al di là di ogni urlo e strepito. Forse l’unico modo per rendere realmente “ribelle” l’effetto di questa musica stava nel rubarla, davvero.