Conosciamo tutti a memoria lo sketch della Subaru Baracca di Aldo, Giovanni e Giacomo: una sequenza di scene irresistibili rimaste per sempre nell’immaginario collettivo di ogni italiano
È il 21 novembre (o 21 ottobre?) 1999 e Aldo, Giovanni e Giacomo partono con la fedele Subaru Baracca alla volta di Pizzo Calabro per tenere uno spettacolo. Le cose non vanno come previsto e del resto questo è il meno che si possa dire del geniale sketch, dal titolo ufficiale “il viaggio”, interpretato a teatro dai tre nello spettacolo Tel Chi el Telun.
Ritrasmesso più e più volte in televisione e giunto a 32 milioni di visualizzazioni su YouTube, lo sketch completo è entrato di fatto a far parte della cultura italiana, ai livelli della lettera di Totò e Peppino o di “un fiorino” di Troisi e Benigni. Ed è solo una delle tante scene di Aldo, Giovanni e Giacomo che tutti conosciamo a memoria.
Sembra uno sketch qualunque, spontaneo e goliardico, ma cela molto più pensiero dietro di quanto se ne potrebbe supporre. A cominciare dall’itinerario stesso del viaggio, nord-sud, che ricalca quello in Tre Uomini e una Gamba (anche se in quel caso la destinazione era la Puglia) con un intento ironico ma anche sottilmente revisionista.
Storicamente, infatti, i movimenti seguiti dagli italiani e specialmente dagli anni ’50 e ’60 hanno sempre tracciato dei flussi “migratori” da sud a nord, verso le zone più industrializzate e in cerca di lavoro, a Milano o negli stabilimenti Fiat di Torino. Lo stesso Aldo è nato a Palermo ma cresciuto a Milano per questa ragione.
L’ironia di porre l’obiettivo della loro ricerca e del loro viaggio al sud si accompagna ad una caratterizzazione stereotipica del meridionale, Aldo appunto, che non manca mai nelle loro produzioni di questo periodo: disattento, facilone e chiassoso, Aldo è la persona del sud che per esempio mangia pasti pesantissimi ad ore improbabili (la famosa peperonata), con pronta ilarità del pubblico.
Ma non è questa la parte migliore. Sfruttando anche la loro abilità di mimi, infatti, i tre procedono ad un disvelamento della finzione scenica: la Subaru Baracca non esiste perché, come vediamo, è costituita letteralmente da tre sedie e un volante giocattolo. Ma, come tutti i migliori comici da Chaplin in giù, il trio sfrutta questa penuria di mezzi di scena a proprio vantaggio.
E cioè giocando sulle dimensioni dell’auto, sul fatto che non abbia portiere o che abbia come clacson un suono da circo, e allo stesso tempo rimanendo però sempre “dentro” la scena, simulando gli stessi movimenti quando l’auto frena o accelera e alzandosi in piedi quando c’è una discesa; e anche qui non perdono occasione per sforare nel surreale: la discesa, dietro, “finisce dopo”.
Questa capacità di immaginazione e di superamento della soglia del reale non è così comune, neanche tra i comici più bravi; ed ancora più difficile è improntarla ad un effetto comico irresistibile. Il surreale va poi a braccetto col quotidiano, con scambi di battute realistici e veritieri, prese in giro, stoccate e dispetti; tutto senza scordare un classico del lungo viaggio in auto: un bel voltastomaco.
Altro momento molto famoso dello sketch e specie se riletto oggi è quello in cui Giovanni mette sotto “per sbaglio” quella che lui stesso definisce “tutta la fauna dell’Appennino”. C’è da scommettere che oggi la Cancel Culture non perdonerebbe una scena che rappresenta (pure se per finta) la violenza contro gli animali ed è strano, in effetti, che nessuno stia chiedendo di cancellare il video per questi motivi.
Ovvio che ciò che avviene va inteso con un tono a metà tra il comico e il grottesco e del resto bastano le reazioni di Aldo e Giacomo a sottolineare come ciò che fa Giovanni non sia assolutamente condivisibile. Lui stesso è intervenuto sulla questione, poco tempo fa: “Penso agli animalisti: io amo la natura più di ogni cosa, poi fingi di dare un calcio a un gatto e ti attaccano come se fossi un delinquente“.
Il finale lo conosciamo: la data è il 21 novembre e non il 21 ottobre, e Aldo si difende: “Ho confuso comunque ottobre con novembre, non giugno con frrrrr… agosto!” Un viaggio quindi che porta a nulla, dato che lo spettacolo che i tre devono tenere lo stiamo vedendo già: ci siamo dentro e ci sono dentro anche loro.
In definitiva quello della Subaru Baracca è uno sketch geniale perché coinvolge vari tipi di comicità a più livelli: da quella mimica “slapstick” fatta di gesti ed espressioni facciali a quella surreale e astratta che sperimenta con i confini della scena, passando per i classici stereotipi “all’italiana” e regalando infine una rappresentazione straordinaria di una circostanza ordinaria.