Fiori d’Arancio per Michele Salvemini, in arte Caparezza. Il grande rapper pugliese ha infatti detto il fatidico si insieme alla sua storica compagna Albina in rito civile al castello di Barletta. Come tipico del cantante, alla cerimonia, riservatissima, sono stati invitati solo amici e parenti. La festa del matrimonio si è celebrata presso l’Eremo club, storico locale di Molfetta dove Caparezza ha mosso i primi passi artistici. Tocco di classe il manifesto appeso fuori dal posto in cui si vedo le fattezze degli sposi a fumetti, accompagnati dalla scritta: “E vissero sempre “felici matrimoni”. Questo è un riferimento al brano di Caparezza: “Felici ma trimoni” del 2006.
Caparezza dopo le fatiche dell’Exuvia Tour (dove siamo stati anche noi, qui la recensione) si è dunque preso una pausa per dedicarsi alla sua famiglia. Tuttavia il rapper di Molfetta ha dovuto anche rallentare i ritmi a causa dell’acufene.
Faccio queste venti date e mi fermo, perché i concerti dal vivo rappresentano una sollecitazione straordinaria del mio udito e non posso rischiare troppo – aveva detto il Capa parlando con il Quotidiano Nazionale. Soffrendo di acufene e ipoacusia non posso più fare lunghi giri di concerti come accadeva in passato. In questi sette anni di difficoltà ho incontrato tanti colleghi che m’hanno detto senti questo, fatti vedere da quello, io l’ho fatto ma non è cambiato alcunché. Così ho smesso di cercare cure miracolose per il mio deficit uditivo
Il disturbo proviene dall’attività live. D’altronde nella vita tutte le cose belle finiscono col toglierti qualcosa. A me questo fischio continuo ha modificato l’udito. Lì per lì, quando ho scoperto di non poter più ascoltare la musica in cuffia, sono andato in crisi, pensando al mio corpo come a una prigione. Così ho provato di tutto, pillole, iniezioni, psicoterapia, ma alla fine ho capito che dovrò semplicemente tenermelo e magari pensare ad altro, distrarmi
Mi piacerebbe dare vita a qualcosa per altri. Intendo mettermi alla prova sapendo che la mia creatività non si limita alla musica. Amo la scrittura e quindi penso a un testo, a un fumetto, a un soggetto, a una storia. “Durante la pandemia, oltre ad essere rimasto aggrappato al progetto dell’ultimo album Exuvia, ho riacceso anche la passione mai sopita per il mondo dei fumetti. Ho seguito un corso di sceneggiatura che un giorno potrebbe dare i suoi frutti, se non in un volume grafico vero e proprio, magari in un lavoro musicale legato al pianeta della striscia disegnata