Abbiamo visto tutti The Watcher, l’oscura serie Netflix di Ryan Murphy con Naomi Watts e Bobby Cannavale. Ma lo sapevate che è basata su una storia vera? Vi raccontiamo tutto qui
Ebbene sì: come viene anche annunciato all’inizio, The Watcher, la popolare serie Netflix di Ryan Murphy, è basata su una storia vera. Come l’altro suo grande prodotto Netflix di grande successo, del resto, cioè Dahmer. In questo caso però sono stati usati nomi diversi e le vicende sono state alterate anche per lavorare sulla metaforizzazione dell’arrivismo americano.
Ossia: The Watcher intende più essere allegorica che spaventosa come altre serie di Murphy quali la celebre antologia American Horror Story. E a maggior ragione dato che si tratta di eventi reali, riportati nel 2018 in un articolo del New York Magazine che narrava di queste vicende avvenute in una casa del New Jersey.
Parlando di case “stregate” ed eventi che sanno di sovrannaturale immediatamente ci suona un campanello nella testa, e veniamo riportati a film come The Amityville Horror (1979) o The Conjuring (2013). Anche in questo caso, abbiamo una bella famigliola che si trasferisce in una nuova casetta pronta ad una bella vita e in un bel quartiere. Ma le cose vanno ben diversamente.
Ecco che cosa succede. Nel 2014 Derek e Maria Broaddus comprano la nuova casa al 657 Boulevard di Westfield, New Jersey. Appena arrivati, come nella serie, iniziano alcuni lavori di ristrutturazione. Un giorno il marito controlla la posta e rinviene una inquietante lettera, indirizzata al “nuovo proprietario”.
“Cari nuovi vicini a 657 Boulevard, permettetemi di darvi il benvenuto nel vicinato. 657 Boulevard è stata interesse della mia famiglia per decadi e ora che si avvicina al suo centodecimo compleanno sono stato incaricato di osservarla e di aspettare la sua seconda venuta. Mio nonno controllava la casa negli anni ’20 e mio padre negli anni ’60. Ora è il mio momento”.
“Conoscete la storia della casa? Sapete che cosa si nasconde dentro i muri di 657 Boulevard? Perché siete qui? Lo scoprirò. Dovete riempire la casa con il giovane sangue che ho richiesto? Meglio per me. La vostra vecchia casa era troppo piccola per la vostra famiglia che cresce? O è stata la vostra avidità a portarmi i vostri figli? Una volta che saprò i loro nomi li chiamerò e farò venire anche loro da me”.
Piuttosto creepy, no? Al di là dei riferimenti molto horror al “sangue giovane”, la cui presenza l’Osservatore sostiene di aver richiesto “ai boschi”, c’è il punto fondamentale poi ripreso dalla serie: l’avidità, che segna come un marchio i Broaddus in quanto acquirenti del nuovo, pregevole edificio. La lettera si chiude con un “Facciamo iniziare la festa” ed è firmata “The Watcher”, appunto.
Derek Broaddus chiama la polizia e anche i due proprietari precedenti, che ammettono di aver ricevuto anch’essi una lettera simile in passato. Due settimane dopo arriva un altro messaggio, riportato con precisione nella serie: “Di nuovo benvenuti nella vostra nuova casa al 657 Boulevard. Gli operai sono stati impegnati e io vi ho osservati scaricare auto intere di vostri oggetti personali”.
“Il cassonetto è un bel tocco. Hanno trovato [gli operai] cosa c’è nei muri? Con il tempo lo faranno”. La seconda lettera riporta molti dettagli della vita quotidiana della famiglia e, parte più oscura, questa frase: “I bambini dovrebbero aver paura di giocare nel seminterrato perché i loro genitori non li sentirebbero mai urlare laggiù”.
La coppia installa delle telecamere, come nella serie. Ma a poco serve. “Sarò paziente e aspetterò che questo passi e che voi mi riportiate il sangue giovane. 657 Boulevard necessita di sangue giovane. Ha bisogno di voi. Tornate. Lasciate che il sangue giovane giochi ancora come un tempo ho fatto io. Fateli dormire nella casa. Smettete di cambiarla e lasciatela in pace”. Così recita una lettera ancora successiva.
Tutto molto inquietante ma anche confuso: non si capisce se si tratti di un matto che si vuole divertire o del membro di qualche setta satanica. In ogni caso i due mettono di nuovo in vendita la casa ma nel frattempo i messaggi continuano ad arrivare: “Vi chiedete chi sia l’Osservatore? Guardatevi attorno, idioti”.
“Forse avete anche parlato con me, uno dei cosiddetti vicini che non hanno idea di chi l’Osservatore possa essere. O forse lo sapete e avete troppa paura per dirlo. Buona mossa”. E, riguardo ai loro tentativi per trovarlo, giura vendetta: “Forse un incidente d’auto. Forse un incendio. Forse qualcosa di stupido e pigro che sembra non andare mai via e vi fa sentire peggio giorno dopo giorno”.
“Forse la morte misteriosa di un animale domestico [nella serie il furetto del figlio viene ritrovato morto in un corridoio]. Cari che improvvisamente muoiono. Aerei e macchine e biciclette che si schiantano. Ossa che si spezzano“. Ma non succede mai nulla di tutto questo, per fortuna.
I Broaddus si affidano a due agenti dell’FBI, che scoprono del DNA sulle lettere e stabiliscono che l’Osservatore è una donna. Ulteriori sospetti portano gli investigatori a seguire una persona che sta ferma in auto davanti alla casa per una strana quantità di tempo (ci sono le telecamere, ricordiamo).
La seguono e scoprono che sta assieme ad un uomo del vicinato, il quale, attenzione, gioca online proprio con il nickname The Watcher. Ma in questa direzione le indagini non vengono mai approfondite ulteriormente, anche perché nel frattempo la famiglia riesce a vendere la casa, nel 2019, e non vuole più interessarsi del caso. Nessuno ha mai scoperto chi The Watcher fosse o sia.
E, nella serie, Murphy cattura perfettamente il potenziale metaforico di questa astratta identità: erano i vicini? Gli stessi Broaddus? Qualche svitato? O era, detto alla larga, l’America stessa, intesa come spirito collettivo avido e ambizioso? Forse non lo sapremo mai, ma se avete occasione The Watcher, su Netflix, merita davvero.
Fonte: Cosmopolitan
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