In mezzo alle tante sorprese e incontri (qui la conferenza con il creatore di quelli che oggi chiamiamo videogiochi), abbiamo avuto la possibilità di provare in anteprima la trasposizione videoludica del fumetto Dragonero. Proprio di fronte allo stand Bonelli siamo stati calorosamente accolti da Marco Pirruccio, in veste di CEO e fondatore di Operaludica. Dietro al progetto infatti c’è lo studio bolognese, come riferito dallo sviluppatore in persona, sono stati proprio loro a proporre a Bonelli un videogioco sulla famosa saga fantasy.
L’attenzione di Bonelli ad allargare gli orizzonti del medium fumettistico, ha portato a questa gradita collaborazione. Marco Pirruccio ci ha infatti riferito che dietro a Dragonero: L’ascesa di Draquir ci sono stati, in modo molto presente, tutti gli autori della controparte fumettistica. Questo ha agevolato notevolmente i lavori, soprattutto per quanto riguarda la storia principale e le side quest. Insomma, Operaludica ci ha garantito che c’è stata un’attenzione incredibile nel mantenere la continuity di Dragonero in modo che tutto fosse estremamente coerente.
Da fan a fan
Alla base di tutto però c’è la grande passione che gli sviluppatori hanno nei confronti del fumetto. La storia comprenderà il primo arco della controparte fumettistica estrapolandolo per inserirlo all’interno del mondo di gioco digitale. Già dai primi passi, osservando la mappa, si ha l’impressione di essere letteralmente catapultati all’interno di un’immenso mondo di gioco. Un GDR old school sarà la base delle nostre avventure. La nostra prova comprendeva fin da subito l’intero party: Ian, Gmor, Sera, Myrva e Alben. Il gioco finale ci farà invece selezionare un solo protagonista per poi incontrare il resto dei compagni strada facendo.
Ogni personaggio avrà poi una propria quest personale e, ovviamente, caratteristiche e personalità pari a quelle del fumetto. Già dalle prime battute si è potuto notare quanto gli sviluppatori abbiano puntato molto sull’alchimia del gruppo, sia a livello di trama che, soprattutto, a livello puramente ludico. Sicuramente, da un lato, aiutati da quel che si può definire il party fantasy per antonomasia, la scelta delle abilità e delle varie caratteristiche sembrano cucite addosso ai protagonisti. Anche da questo si denota il grande lavoro che c’è stato alle spalle del titolo.
In alcune sequenze siamo rimasti a bocca aperta di fronte ai bellissimi scenari portati a schermo. Marco Pirruccio ci ha infatti confermato che ogni tavola arriva dagli originali fumettistici e/o creati da Bonelli, e rimaneggiati dagli sviluppatori, appositamente per Dragonero: L’ascesa di Draquir. I tratti, i colori e gli stupendi fondali sono quindi una vera e propria estensione di quelli già visti nei bellissimi fumetti dedicati. Un’altra trovata degli sviluppatori è stata quella di inserire all’interno del gioco un algoritmo che crei al suo interno un’infinita serie di quest secondarie. Come venuto fuori durante il provato, questa è sicuramente un’arma a doppio taglio.
Lo sviluppo dell’algoritmo infatti, già di per sé complicato, diviene più difficile nel momento in cui ogni nuovo inserimento randomico deve rientrare nella parentesi continuity ed essere coerente col dettagliatissimo regno di Erondàr. Una sfida quindi non da poco che però potrebbe diventare un vero e proprio valore aggiunto all’opera.
Dragonero in versione super gdr
Mentre giocavamo abbiamo potuto constatare quanto il sistema generale sia, a livello di programmazione, molto complesso. Proprio come nei GDR vecchio stampo i personaggi dovranno cibarsi e riposare per non ritrovarsi senza forze. Ci sarà quindi un sistema di craft dedicato alla cucina, ovviamente con Gmor al centro, così come la ricerca e l’utilizzo di materiali dedicati a oggetti e armi.
Un gioco quindi con un target ben specifico: fondere gli amanti del GDR più puro e quelli del famoso fumetto Bonelli. Il grado di sfida inoltre ci è sembrato, nel breve provato, ben calibrato e con la possibilità di diventare molto più impegnativo nelle fasi cruciali del gioco sposando quindi la filosofia tattica del sistema GDR old school.
Uno sguardo al futuro
Nel parlare con il CEO di Operaludica abbiamo chiesto come, un gioco così grande e complesso, verrà supportato in futuro. Oltre alle fatidiche patch aggiuntive ed eventuali DLC, Marco Pirruccio ci ha confessato quanto lo studio sia molto sensibile all’apportare nelle proprie opere un supporto aggiuntivo per l’accessibilità. Con l’esperienza coltivata con altri progetti infatti potranno, nell’immediato futuro post uscita, patch che contengano opzioni per non vedenti, per chi ha problemi di udito e molte altre possibilità che andranno ad arricchire un titolo già di per sé ricco.
Altra chicca non da meno è il progetto, per ora in fase di discussione, di apportare un sistema di quest editor all’interno del gioco. Il giocatore praticamente diventerà una sorta di quest master all’interno del mondo di Dragonero. Vista la natura del gioco, l’idea è altamente allettante e possibile rampa per progetti più ampi (tipo un GDR cartaceo per esempio). Insomma, il progetto in uscita a brevissimo, il 25 Novembre in versione Founder’s Edition (open beta) tramite il loro sito (QUI il link per accedervi), è decisamente interessante e ricco di future ore di gioco, non possiamo che attenderlo con ansia!