Su Netflix è appena arrivata Inside Man, miniserie di 4 episodi ideata da Steven Moffat, geniale mente già dietro a Sherlock e con protagonisti David Tennante Stanley Tucci. Si tratta di un thriller intrigante girato in modo decisamente fresco e brillante che, tuttavia, soffre di alcuni problemi relativi in particolar modo alla sceneggiatura, a volte forzata e poco credibile. Tuttavia è uno show davvero godibile che, grazie soprattutto al lavoro dei due grandi attori protagonisti, intrattiene per le 4 ore della sua durata senza annoiare mai. Dopo aver visto tutti gli episodi, siamo ora pronti a parlarvene.
Inside Man: Il Trailer
Inside Man: Il Cast
David Tennant nel ruolo di Harry Watling
Stanley Tucci nel ruolo di Jefferson Grieff
Dolly Wells nel ruolo di Janice Fife
Lydia West nel ruolo di Beth Davenport
Dylan Baker nel ruolo di Casey
Atkins Estimond nel ruolo di Dillon Kempton
Lyndsey Marshal nel ruolo di Mary Watling
Louis Oliver nel ruolo di Ben Watling
Eke Chukwu nel ruolo di Keith
Mark Quartley nel ruolo di Edgar
Inside Man: la Trama
In una prigione americana è detenuto Grieff, un ex criminologo condannato a morte per l’omicidio della moglie. È il primo ad ammettere di essere “un pezzo di merda malvagio”, eppure cerca l’espiazione risolvendo casi che ritiene di “valore morale” per il mondo. “Ho una piccola capacità , quasi nessuna risorsa e un tempo molto limitato”, dice, in un intenso momento della serie. “All’interno di questo quadro, vorrei fare tutto il bene che posso”.
Dall’altra parte dell’Atlantico, il parroco locale Harry Watling si ritrova invischiato in un terribile malinteso con Janice, la tutor di matematica di suo figlio Ben e decide dunque di sequestrarla in casa sua per proteggere la sua famiglia. Il mondo di Grieff e quello di Harry si incontrano tramite una giornalista, Beth Davenport, che sospetta che la sua amica Janice sia nei guai e chiede per questo aiuto a Grieff
Inside Man: la Recensione senza Spoiler
Inside Man è sicuramente una serie gradevolissima che vive di momenti ottimi e soprattutto di un cast davvero stellare. In particolar modo Stanley Tucci è assolutamente favoloso nel ruolo del criminologo condannato a morte Jefferson Grieff per il suo modo eccezionale di apparire distaccato e totalmente razionale in una situazione nella quale ormai potrebbe lasciarsi andare alla depressione più totale. Davvero interessante, dal punto di vista della scrittura del personaggio, la sua accetazione della pena di morte perchè è sicuro di essersela meritata e dunque non cerca di fare nulla per allungare la sua vita oramai maledetta. Questa particolare caratterizzazione pone attorno a lui un’aura intrigante e incredibilmente affascinante.
D’altro canto anche David Tennant è strepitoso nel portare in scena un parroco giovane e benvoluto dalla città che, a causa di un terribile equivoco, inizia a scendere in un abisso sempre più profondo dal quale tutti, lui compreso, sanno che non riemergerà mai più. La sua vicenda non dà alcuna speranza a lui e alla sua Mary e le loro azioni sono così consapevolmente disperate da far provare empatia e pena anche quando loro sono i carnefici e non le vittime. Nella stessa situazione Janice Fife, interpretata da una strepitosa Dolly Wells, l’unica vera vittima della vicenda, ci viene mostrata quasi come se la smaccata intelligenza che la contraddistingue sia la causa di tutte le sfortune che le sono capitate quando in realtà è solamente, come spesso ripete Grieff, una brutta giornata nella quale ha incontrato le persone sbagliate.
Registicamente Inside Man è di altissimo livello. Si nota la mano di un regista esperto come Paul McGuigan, autore di Slevin, Patto Criminale, dietro la macchina da presa. Gli episodi sono ricolmi di virtuosisimi di sorta. Ampie carrellate, lunghi e intensi piani sequenza, primi piani degli attori utilizzati come strumento narrativo e non semplicemente come mezzo per mostrare i dialoghi. Anche il modo in cui la camera si sposta dal piano superiore a quello inferiore della casa di Harry o le inquadrature nella cella di Grieff nelle quali possiamo osservare quello che vede lui, sono davvero di altissimo livello. La regia è, senza ombra di dubbio, il punto forte dell’intero progetto.
I problemi arrivano quando si parla di sceneggiatura. Sebbene la trama sia interessante di base, le soluzioni sono spesso forzate e poco sensate, specie quando si parla di Harry. Spesso si avrà la sensazione di pensare “c’erano decisamente altri modi per fare questa cosa”. Siamo assolutamente consapevoli che sia una situazione straordinaria per un pacato uomo di Dio, ma dopo lo shock iniziale avrebbe sicuramente dovuto agire in modo ben più intelligente. Grieff invece ha il problema opposto. Ci viene presentato come un brillante criminologo, ma in troppi mommenti sembra arrivare a conclusioni sui “casi” ai quali lavoro senza un vero ragionamento. Sembra più vicino alla supereroistica capacità di intuzione dello Sherlock Holmes di Benedict Cumberbatch che a un semplice e acuto osservatore per quanto dalla brillante e spiccata intelligenza.
Alcune scelte di sceneggiatura sono poi decisamente fuori luogo e forzate. A partire dalla spalla comica di Grieff con la memoria fotografica che usa per “prendere appunti”, alle scelte discutibili di una persona brillante come Janice all’inizio della sua prigionia fino alla soluzione finale ideata da Harry e Mary. Molto spesso si è cercato la soluzione narrativamente più elegante e stilosa possibile piuttosto che una sensata che avrebbe resoInside Man più vicino alla situazione terrena e umana che voleva rappresentare.
Davvero azzeccata la scelta di non voler in alcun modo dilungare la serie. Nei 4 episodi della quale la serie è composta la storia viene raccontata in modo completo e assolutamente soddisfacente per lo spettatore. Il ritmo, aiutato anche da una colonna sonora eccellente, è sempre serrato e intenso, cosa che aiuta a far crescere la tensione e l’ansia che, inevitabilmente, una storia del genere deve suscitare.
In conclusione Inside Man è una buona serie, girata e soprattutto interpretata in modo eccelso. Narrativamente ha spunti interessanti ma soffre spesso di una sceneggiatura che punta troppo al colpo di scena ad effetto piuttosto che a ciò che farebbe bene alla narrazione. In ogni caso uno show totalmente sufficiente che vale sicuramente la pena di essere visto.