Da quando Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, miniserie di Ryan Murphy con protagonista uno strepitoso Evan Peters (qui la nostra recensione) basata sulla vita del Cannibale di Milwaukee è arrivata su Netflix, i crimini commessi da uno dei più spietati killer della storia, sono tornati sulla bocca di tutti. Lo show ha ricevuto molti elogi per la sua fattura ma anche diverse critiche, specialmente dalle famiglie delle vittime che in diverse occasioni si sono dette furiose con la piattaforma per non averle contattate prima di realizzare la serie. La madre di Tony Hughes ha per esempio detto al Guardian: Non vedo come possano usare i nostri nomi e mettere fuori roba del genere. A rispondere a queste critiche è arrivato nelle ultime ore lo stesso Ryan Murphy parlando con The Hollywood Reporter.
Abbiamo studiato per molto tempo la storia – ha detto. E nel corso dei tre, tre anni e mezzo nei quali lo stavamo davvero scrivendo, lavorandoci sopra, abbiamo contattato 20, circa 20 tra i membri delle famiglie e degli amici delle vittime per ottenere input parlando con loro e nessuno ci ha risposto. Quindi abbiamo fatto molto, molto affidamento sul nostro incredibile gruppo di ricercatori che… non so nemmeno come abbiano trovato molte di queste cose. Ma è stato uno sforzo che abbiamo fatto senza sosta giorno e notte per noi cercare di scoprire la verità su queste persone.