Da pochi giorni è arrivata su Netflix Cabinet of Curiosities, nuovissima miniserie ideata da niente meno che Guillermo del Toro. Si tratta di un’antologia horror composta da 8 episodi, onguno dei quali diretto da un regista diversi e tutti con cast diversi (qui la nostra recensione). Abbiamo dunque deciso di stilare la nostra personale classifica delle varie puntate. Ecco il risultato:
8) I sogni nella casa stregata, Catherine Hardiwcke
Partiamo da quello che senza dubbio è l’episodio più debole dell’intera Cabinet of Curiosities. Se infatti per le altre posizioni ci è sorto qualche dubbio, quale puntata dovesse essere all’ultima posizione non è mai stato tema di discussione. Sebbene tratto da un racconto del grande mastro H.P. Lovecraft, questo I sogni nella casa stregata non parte mai. La regia di Catherine Hardwicke è così piatta e monocorde da non fa risaltare nessuno degli eventi su schermo e la narrazione procede stanca fino alla fine senza che lo spettatore venga quasi mai coinvolto.
Dal punto di vista tecnico l’episodio è valido esattamente come tutti gli altri. Gli attori sono ben calati con, in particolare, un ottimo Rupert Grint. Tuttavia, vuoi per una fotografia eccessivamente eterogenea, vuoi per una regia davvero poco ispirata o per una sceneggiatura che non riesce mai a ricreare la sensazione di ansia e angoscia tipica dello scrittore americano, l’episodio risulta davvero vuoto e noioso. Ultimo posto meritatissimo.
7) Il Brusio, Jennifer Kent
Questo Il Brusio è sicuramente l’elemento più insolito dell’intera Cabinet of Curiosities. Si tratta infatti di un episodio diretto in modo egregio, da una regista in grado di portare a casa, nel 2014, l’ottimo Babadook. Gli attori sono eccezionali, l’atmosfera eccelsa e ogni elemento tecnico è al posto giusto. E allora perchè solamente il settimo posto? Molto semplice.
La storia, tratta da un racconto scritto dallo stesso Del Toro è di una banalità sconcertante. Ogni clichè relativo alle storie di case stregate, fantasmi, sensi di colpa e lutti è presente. Non c’è un singolo colpo di scena o un momento nel quale lo spettatore possa venire sorpreso. Sebbene la sceneggiatura riesca a mettera una pezza con anche momenti visivamente clamorosi come la citazione a Gli uccelli di Alfred Hitchcock, la trama su cui si basa è talmente tanto scontata con una sensazione di vecchio e già visto che aleggia in ogni frame, da non poter andare più in là del settimo posto.
6) Il Modello di Pickman, Keith Thomas
Per questo Il Modello di Pickman vale invece il discorso esattamente opposto a quello fatto per il punto precedente. La storia, anche stavolta tratta da un racconto di Lovecraft è inquietante, interessante, affascinante e bellissima. Dal punto di vista tecnico, come ogni elemento di Cabinet of Curiosities brilla e gli attori, specie un diabolico Crispin Glover, sono eccezionali. Tuttavia il tutto è diretto in modo così basilare e anonimo da lasciare interdetti.
Keith Thomas, fresco del flop del remake di Firestarter, dirige questo episodio davvero in modo poco ispirato e a tratti fastidioso. Riesce, con inquadrature inutilmente lunghe e primi piani forzatissimi, a rendere fin troppo palese ciò che sta per succedere, trasformando momenti potenzialmente ansiogeni e memorabili, in una serie di scene, in particolar modo il fastidiosissimo finale, che non lasciano nulla nello spettatore. Si merita il sesto posto solo perchè la storia originale è così bella, gli attori così bravi che era impossibile rovinarla di più.
5) L’Autopsia, David Prior
Questo è certamente l’episodio più visivamente orrorifico dell’intero Cabinet of Curiosities. David Prior dirige in modo crudo e potente una storia che trova la sua linfa vitale proprio in questo. Sulla stegua di quando fatto da Andre Ovredal nel film che porta lo stesso titolo nel 2016, tutto l’episodio gioca sulla sensazione di disgusto che cadaveri, putrefazioni e organi estratti dal corpo dovrebbe suscitare. La trama, tratta da un racconto di Michael Shea, non brilla certo per originalità , tuttavia la componente extra-terrestre riesce a dare quel tocco di frescezza ad un concept di per sè abusato e ormai scontato.
Si tratta sicuramente di un episodio sufficente, in cui tutti gli elementi in gioco fanno al meglio il loro compito e al termine del quale lo spettatore si trova soddisfatto di ciò che ha visto. Plauso particolare all’ottimo lavoro del reparto di trucco della produzione e a un’interpretazione maiuscola di F. Murray Abraham, probabilmente uno degli attori migliori dell’intero progetto.
4) Ratti del cimitero, Vincenzo Natali
Questo è probabilmente l’episodio dai toni più divertenti di tutta la serie. Sebbene, ovviamente, non manchi morte e disgusto, il tono dato dall’ottimo Vincenzo Natali è quasi scanzonato con questo predatore di tombe che finisce suo malgrado a lottare per la vita con topi giganti, scheletri vivente e, soprattuttto, con la sua stessa avarizia che riesce anche, in fugaci momenti, a far ridere.
David Hewlett con la sua aria furba, il suo sorriso ingannatore e il suo charme conduce per mano lo spettatore fino al finale, portandolo fino dentro alla psiche e alla disgraziata vita del protagonista che interpreta. La regia di Natali è sicuramente uno dei fattori vincenti di quest’opera, con i suoi primi piani schiacciatissimi e le sua inquadrature claustrofobiche che riescono perfettamente a portarci a temere i topi che infestano il cimietero, location principale dell’episodio. Davvero un buon risultato.
3) Lotto 36, Guillermo Navarro
Di questo Lotto 36 vi avevamo già parlato approfonditamente nella recensione a lui dedicata (qui per leggerla), dunque non ci dilungheremo troppo. Si tratta di uno degli episodi migliori di Cabinet of Curiosities ed è una delle puntate registiciamente e attorialmente più ispirate. Tim Blake Nelson insieme a Kate Micucci, che veleggia dalla cima di questa classifica, sono senza dubbio gli attori che hanno dato le prove migliori e la storia, anche questa tratta da un racconto di Guillermo Del Toro, è bella, interessante, coinvolgente e ansiogena.
Navarro con inquadrature ricercate e a volte minimali riesce a ricreare quel senso di angoscia e claustrofobia che una storia di questo tipo deve raccontare. L’atmosfera lovecraftiana che ironicamente è più presente in questo episodio che in quelli tratti dalle opere del grande scrittore è così ben realizzata che non potrà che fare felici sia gli accaniti lettori che i semplici amanti dell’horror ben fatto. Garantito.
2) La Visita, Panos Cosmatos
Panos Cosmatos, che avevamo già apprezzato nel lisergico Mandy del 2018, regala la prova di regia probabilmente migliore dell’intero Cabinet of Curiosities. I suoi movimenti di macchina azzeccati, le sue inquadrature eccelse e il suo mostruoso lavoro sulla fotografia, perennemente dai toni gialli e quasi onirici, intrattengono lo spettatore sebbene quello che vedano per più di metà episodio siano 6 persone attorno ad un tavolo a parlare.
La recitazione di un cast in totale stato di grazia, guidato da un maestoso Peter Weller, e la sceneggiatura che riesce a tenere un ritmo frenetico nonostante la staticità della narrazione, rendono questo episodio un’autentica perla di bravura. Il finale poi, nella sua disgustosa e orripilante bellezza, chiude il cerchio di un autentico gioiello che fino alla fine eravamo indecisi se premiare con la medaglia d’argento o d’oro.
1) L’Apparenza, Ana Lily Ampour
Anche di questo L’Apparenza vi abbiamo parlato in una recensione specifica (qui per leggerla) e dunque non ci dilungheremo troppo. Ci sembra tuttavia necessario spiegare perchè abbiamo deciso di premiare questo episodio piuttosto del precedente La Visita che, come detto, è un autentica prova di bravura di tutte le persone coinvolte. E la risposta è abbastanza semplice.
L’Apparenza merita il gradino più alto del podio per un pregio che nessun’altro in questa classifica ha. Riesce infatti a terrorizzare e inquietare in modo profondo lo spettatore senza ricorrere a nessun artifizio horror. Niente mostri, demoni, fantasmi o cadeveri. Solo la schiacciante pressione sociale e l’ancestrale paura dell’inadeguatezza che pervade lo spettatore ad ogni frame incanalata in modo magistrale dalla protagonista Kate Micucci che vince la palma come miglior attrice dell’intero Cabinet of Curiosities
Perchè niente a questo mondo terrorizza l’essere umano più della cattivera insita in sè stesso. E quest’episodio ce lo mostra in tutta la sua cruda e angosciante brualità .
Che ne pensate? Concordate con la nostra classifica?