1999: l’anno in cui Prince divenne… Prince | RECENSIONE

1999
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1999 (pubblicato nel 1982) è il quinto album di Prince ma il primo che lo rende davvero famoso

Nei primi anni della sua attività Prince è una figura ancora misteriosa, ammantata di un strana aura. Non si sa bene da dove venga e non si sa dove stia andando, ma quel che è certo è che all’inizio sono in pochi a capire la genialità della sua commistione musicale unita alla sua pura ricerca di una sensualità e una sessualità tradotte in musica.

I tempi non sono ancora maturi perché venga capito; ma lo diventano negli anni ’80, una decade molto più legata al linguaggio del corpo e allo stesso molto apocalittica, come quella che stiamo vivendo noi. E con 1999 (che è il titolo dell’album) il cantante riesce ad interpretare il particolare legame tra questi due aspetti del decennio.

Nichilismo ed edonismo si uniscono insieme e si annullando come materia e antimateria in questa ora e più di musica funk, soul, rock e pop nella quale l’artista rilascia senza freni tutte le sue visioni musicali, distinguendosi per la prima volta come un musicista che fa l’amore con le sue canzoni. Le quali, infatti, sono spesso spinte all’orgasmo, dilungate come i rapporti intimi: sembrano suonate a letto.

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Nella lunga tracklist di 1999, un capolavoro assoluto e visionario, Prince vaga di continuo tra l’incerta paura di un futuro (la guerra nucleare, in primis) che pare più che segnato ed una sorta di sorda rassegnazione: chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza, diceva qualcuno in passato.

Gli anni ’80 in effetti non promettono bene: con la presidenza Reagan le tensioni con l’URSS salgono di nuovo e il timore di un conflitto atomico si percepisce nuovamente concreto come mai avvenuto a questi livelli fin dalla crisi dei missili di Cuba, vent’anni prima. Di fronte a queste paure Prince è deciso a scuotere i suoi fan, incitarli verso una ribellione che sia anche esaltazione e celebrazione di sé.

Ecco perché, in attesa dell’avveramento dell’apocalisse, grida di essere deciso a fare festa “come se fosse il 1999”: il 2000 sarà l’ultimo anno della storia umana (duemila e non più duemila, insomma). E le innumerevoli perle del disco sono tutte canzoni da party spinte da un’amara ma sciolta spensieratezza, che calca in questa direzione.

Little Red Corvette, Delirious e Let’s Pretend We’re Married sono le gemme assolute della tracklist e tra le migliori canzoni degli anni ’80. Gli altri brani danno la crescente impressione, addentrandosi nell’ascolto del disco, di perdersi veramente in una festa decadente che è anche un orgia e forse un rito sacrificale, che abbia come fine ultimo la fuga totale dall’esistenza nell’estasi completa dei sensi.

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Un tocco quindi particolare ed unico questo mostrato da Prince nell’album che finalmente lo rende famoso e lo fa notare al pubblico. Assume anche un ruolo importante nella nascita di MTV, diventando il primo artista nero (prima di Michael Jackson) a figurare regolarmente nella programmazione dell’emittente videomusicale con i video di 1999 e Little Red Corvette.

Altro elemento importante: la prima comparsa della backing band del cantante, i Revolution, che qui si occupano più che altro delle seconde voci e che assumeranno un ruolo ben più concreto con Purple Rain (1984). Ma se quest’ultimo album è il capolavoro assoluto e il vertice della discografia di Prince, possiamo dire che tutto per lui parte davvero solo da qui: 1999, nel 1982, è Prince già oltre il 2000.

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Prince – 1999 / Anno di pubblicazione: 1982 / Genere: Funk, Soul