Sono molti i grandi registi hollywodiani che negli ultimi mesi si sono scagliati contro i film Marvel e DC. L’ultimo a dire la sua è stato niente meno che James Cameron che, parlando col New York Times, ha criticato i personaggi di questi pellicole definiti infantili.
Quando guardo questi grandi e spettacolari film, sto guardando te, Marvel e DC, non importa quanti anni abbiano i personaggi, si comportano tutti come se fossero al college. Hanno relazioni, ma in realtà non le hanno – ha detto il regista di Avatar. Non mollano la loro carriera quando hanno dei figli. E vogliamo parlare di quelle cose che ci tengono davvero con i piedi per terra e ci danno amore, forza, uno scopo? Quei personaggi non ne fanno esperienza e penso che non sia il modo di fare film
Recentemente anche Damon Lindelof, la mente dietro alla serie Lost, ha criticato il modo di fare cinema di DC e Marvel parlando con Vulture
Da un punto di vista leggermente più cinico, questo è un business. È un’industria. E se realizzi un paio di fantastici film Marvel, l’istinto è: “Dobbiamo farne di più e dobbiamo espandere questo universo. E ho questo tipo di sensazione interiore del tipo: “Wow, vorrei che ne facessero in meno perché renderebbe ognuno un po’ più speciale”. Ma li guardo tutti”
James Cameron tornerà a dicembre con Avatar – La via dell’acqua, sequel dell’apprezzatissimo film del 2009 campione d’incassi. Il sequel riprende con Jake e Neytiri che sono genitori di tre figli, così come una quarta figlia adolescente adottiva interpretata da Sigourney Weaver.
Zoe e Sam ora interpretano i genitori, 15 anni dopo – ha detto Cameron. Nel primo film, il personaggio di Sam salta dalla sua creatura volante e sostanzialmente cambia il corso della storia a causa di questo folle, quasi suicida atto di fede. E il personaggio di Zoe salta da un arto e presume che ci saranno delle belle foglie grandi laggiù che possono attutire la sua caduta. Ma quando sei un genitore, non la pensi così. Quindi per me, come genitore di cinque bambini, il pensiero è: “Cosa succede quando quei personaggi maturano e si rendono conto di avere una responsabilità al di fuori della loro stessa sopravvivenza?”