Cuphead arrivato sul mercato nel 2017 e sviluppato dai ragazzi dello Studio MDHR, è sicuramente uno dei titoli che, nel corso dell’ultimo lustro ha riscritto i canoni della difficoltà videoludica. In particolare a creare enormi problemi ai giocatori sono stati i Boss, quasi tutti estremamente impegnativi (qui la nostra personale classifica). Tuttavia queste meravigliose creature, sebbene molto diversificate tra loro, hanno tutte una caratteristica in comune: non hanno la barra della vita visibile. Il motivo di questa scelta è stato rivelato, in un recente numero della rivista EDGE, da uno dei fondatori dello studio, Chad Moldenhauer.
Nessuno dei nostri primi prototipi che la usavano è mai stato inserito per bene nel contesto di ciò per cui stavamo lavorando: far sembrare Cuphead un vero cartone animato giocabile degli anni ’30. E dal punto di vista del design, abbiamo anche pensato che l’inclusione delle barre della salute potesse rischiare di insegnare ai giocatori la cosa sbagliata: spingerli a ottimizzare meticolosamente i DPS [danni al secondo] ideali o addirittura far perdere loro segnali visivi chiave per attacchi o proiettili mentre guardavano la barra della salute del boss