Secondo un metodo di misurazione scientifico, i tratti somatici di Harry Styles sarebbero pressoché perfetti
Che Harry Styles abbia conquistato ormai più o meno tutto il mondo, l’abbiamo capito. Il suo ruolo nel recente Don’t Worry Darling (a prescindere da quanto il film è stato acclamato) e in My Policeman, oltre alla sua chiacchierata e piccante tresca con Olivia Wilde, lo hanno reso un personaggio tre volte più interessante di prima.
Un “prima” che comunque si estende anche alla pubblicazione del suo ultimo album, Harry’s House, che gli ha conquistato ulteriori simpatie di critiche e di pubblico e che gli ha garantito una bella numero uno in tutti gli universi possibili e immaginabili (ma un numero tre in Italia) con As It Was.
Ed è quindi il momento di indagini come queste, che cerchino di giustificare l’estrema popolarità del personaggio nonché il suo irresistibile sex appeal. Indagini a loro tempo compiute nei confronti di altri soggetti dalla simile nomea, come il buon vecchio Robert Pattinson. E nella fattispecie non parliamo di carisma o personalità, quanto proprio di bellezza.
Una bellezza e un’avvenenza maschile letteralmente vitruviana, come si dice non a caso, quella misurata dal Golden Ratio of Beauty Phi. Un metro di giudizio della perfezione fisica degli uomini che prende le mosse da quello sfruttato da Leonardo Da Vinci per realizzare la famosa figura che troviamo sulle monete da 1 euro.
Ebbene, il metodo stabilisce la bellezza di una persona misurando nello specifico la simmetria del suo viso, ossia constatando se gli occhi e il naso presentano una medesima lunghezza, o se la larghezza dell’occhio è proporzionale alla distanza tra i due occhi. E così via. Risultato, stando a questo metodo di valutazione: Harry Styles su un perfetto punteggio di 100% consegue un ragguardevole 98,15%.
Sappiamo che in molti e in molte non chiederebbero altro che mettersi a misurare queste e magari altre proporzioni su di lui, ma ovviamente oltre alla pura bellezza simmetrica c’è di più. Lo spiega la psicologa Jo Hammings intervistata da Six Page: le relazioni lunghe e monogame (per quel che ne si sa) intrattenute dal cantante lo renderebbero particolarmente attraente.
A questo si aggiungono tratti più caratteristici della bellezza maschile – il sorriso aperto, l’umorismo incontenibile, la chioma folta e un bel fisico scolpito che non guasta mai – ma anche altri in genere più legati all’universo femminile, come movenze sensuali sul palco (che indicherebbero simili ispirazioni nell’intimità) e pure la sua usanza di indossare abiti femminili e make-up.
Queste ultime scelte di stile lo collocano in una posizione particolarmente felice in un’era di emancipazione LGBTQ+ e gli conquistano di certo simpatie trasversali, presso donne e uomini, omosessuali e non binari, trans e bisex. Insomma: si può ben dire che per certi versi Harry Styles sia non solo un sex symbol maschile, ma anche la perfetta icona sexy per un periodo come il 2022.
Fonte: Vogue
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