Ecco gli album che hanno fatto crescere Eddie Vedder come musicista e come persona trasformandolo nell’icona che è oggi. Li conoscete tutti?
“Le nostre influenze sono quello che siamo” dice Eddie Vedder in un’intervista con Discogs. E ha ragione, specie in quanto figura portante del rock degli ultimi trent’anni e icona assoluta del grunge, della musica anni ’90 e del cantautorato americano. Le sue influenze, come quelle di tutti i grandi, sono ampie e disparate.
Le rivela in una lista faticosamente compilata dei suoi dodici album preferiti, che come vediamo vanno in molte direzioni diverse. “Raro che qualcosa sia assolutamente pura visione; anche Daniel Johnston suona come i Beatles” osserva il cantante, aggiungendo: “Questo è il problema con le band di cui mi chiedono sempre, quelle di Seattle. Non diluiscono le loro influenze abbastanza”.
- The Jackson 5 – Third Album (1970)
- The Beatles – The Beatles (1968)
- The Who – Tommy (1969)
- Ramones – Road to Ruin (1978)
- Talking Heads – More Songs About Buildings and Food (1978)
- Sonic Youth – Daydream Nation (1988)
- Jim O’Rourke – Insignificance (2001)
- Soundgarden – Screaming Life / Fopp (1990)
- Mudhoney – Mudhoney (1989)
- Tom Waits – Nighthawks at the Diner (1975)
- Pixies – Surfer Rosa (1989)
Ed ecco la lista qui sopra. Vediamo alcuni nomi che non ci sorprendiamo affatto di trovare, come i colleghi della scena grunge Soundgarden (ricordiamo che Vedder collaborò anche al progetto Temple of the Dog con loro) e i Mudhoney. Non mancano altri eroi della scena alternative americana, come i Pixies e i Sonic Youth.
Ma altre voci dell’elenco ci portano ben più lontano. A cominciare dalla passione, ben nota ai fan dei Pearl Jam, che Vedder nutre per la musica degli Who. E non possono poi mancare, come nell’elenco si ogni appassioanto di musica che si rispetti, anche i Beatles con il loro album più controverso e intricato.
Che ne pensate? Conoscete tutti questi album? E se doveste indicare i vostri dodici preferiti, quali inserireste in un elenco del genere? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci su LaScimmiaSente!
Fonte: Far Out Magazine