Dahmer, la madre di una delle vittime contro Ebay

Shirley Hughes, madre di una delle vittime di Jeffrey Dahmer, si è scagliata contro Ebay che vende il cosplay del killer

dahmer
Condividi l'articolo

Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, miniserie di Ryan Murphy con protagonista uno strepitoso Evan Peters (qui la nostra recensione) basata sulla vita del Cannibale di Milwaukee è senza dubbio lo show del momento per Netflix. Con numeri di visualizzazioni da capogiro questo nuovo prodotto sta riportando in auge una delle figure più famigerate della storia degli Stati Uniti. E, con l’avvicinarsi di Halloween, la paura è che molti ragazzi decidano di utilizzare Dahmer come fonte d’ispirazione per i propri costumi. A maggior ragione da quando alcuni utenti su Ebay hanno iniziato a vendere degli occhiali simili a quelli del killer da usare come cosplay.

Screenshot 924

Questa iniziativa di E-Commerce ha mandato però su tutte le furie Shirley Hughes, madre di una delle vittime di Jeffrey Dahmer, l’aspirante modello sordomuto Tony. La donna ha detto infatti a TMZ che le fa male vedere i negozi online trarre profitto dalla morte di suo figlio e di altre vittime. Ha specificamente stroncato eBay per la vendita degli occhiali e crede che gli annunci dovrebbero essere rimossi o, almeno, i profitti dovrebbero essere dati alle famiglie delle vittime.

LEGGI ANCHE:  Dahmer, la sorella di una delle vittime attacca Netflix

Un portavoce di eBay ha detto a LADbible che prendono questa questione molto sul serio.

In base alla nostra politica su disastri e tragedie, eBay non consente la vendita di articoli che ritraggono, glorificano o tentano di trarre profitto dalla tragedia o dalla sofferenza umana, o che sono insensibili alle vittime di tali eventi – si legge nella dichiarazione. Il nostro team sta esaminando una serie di articoli elencati in relazione a Jeffrey Dahmer e prenderà provvedimenti ove opportuno.

Shirley Hughes ha precedentemente condannato lo show Netflix per non aver contattato le famiglie delle vittime e ne ha criticato la drammatizzazione, insistendo sul fatto che “non è andata così”.

Non vedo come possano farlo – aveva detto la donna a The Guardian. Non capisco come possano usare i nostri nomi e creare roba del genere.

Che ne pensate?