Alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione Grand Public arriva anche una nuova produzione targata A24: Causeway di Lila Neugebauer, protagonista Jennifer Lawrence, questa volta nei panni di un’ex ingegnere dei Marine. Ferita gravemente in Afghanistan, la giovane donna si vedrà costretta a tornare dove mai avrebbe voluto, ovvero a casa, alla sua vecchia vita a New Orleans.
Il risultato è un film che racconta essenzialmente la depressione, il male oscuro, ma anche quelle vite dove i sogni, le aspirazioni, i sacrifici e l’impegno concreto sembrano infrangersi tragicamente contro la crudeltà della vita e del caso.
Come accade ormai abitualmente con i film A24, gran parte della critica e del pubblico ai avvicina al film con un “pregiudizio positivo”. Fondata nel 2012 a New York, la società di produzione e distribuzione indipendente di Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges ha saputo affermarsi come una delle realtà più solide e innovative del panorama cinematografico contemporaneo.
Eppure, non tutte le produzioni A24 sono destinate a rivelarsi necessariamente all’altezza delle aspettative. Ed è purtroppo il caso di Causeway, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e prossimamente in streaming su Apple Tv.
Il veicolo di Lynsey (Jennifer Lawrence) colpisce un esplosivo in Afghanistan, causandole gravi danni cerebrali. Dopo un doloroso percorso di recupero fisico e cognitivo, la giovane donna si vede così costretta a tornare a New Orleans, nella casa di sua madre, donna deragliata che non ha mai saputo essere per lei un vero punto di riferimento.
Causeway di Lila Neugebauer, regista teatrale al suo primo lungometraggio per il cinema, sconta una certa idea di realismo contemporaneo, certamente comune alle produzioni firmate A24.
Si tratti infatti di una idea di realismo fondata sul rifiuto del melodramma, in aperta antitesi agli standard hollywoodiani, dalla scrittura all’interpretazione fino alla regia e la colonna sonora, praticamente assente nel film, in particolare nei momenti di climax.
Di contro, giocare l’intero film in sottrazione corrisponde al rischio concreto di travalicare quel limite sottile che separa minimalismo e povertà espressiva. Un rischio che la regista di Causeway, scontando forse l’approccio teatrale del dramma da camera, fondato interamente sulla performance dei suoi attori, non riesce purtroppo a scongiurare.
Girare un film sulla depressione, per di più in chiave rigorosamente minimal, rappresentava certo una duplice sfida. Eppure, al netto delle interpretazioni di Jennifer Lawrence e Brian Tyree Henry, indubbiamente impeccabili, Causeway fatica a comunicare vere emozioni, finendo per risultare un’opera stranamente fuori fuoco, fredda, opaca.
In compenso, Jennifer Lawrence ha messo a segno l’ennesimo successo della sua carriera, confermandosi un’attrice di straordinaria sensibilità , capace di sperimentare ruoli sempre più complessi. Il suo lavoro sul corpo, la gestualità , la strana fissità nello sguardo di questa giovane donna costretta a convivere con un danno cerebrale, si rivelano davvero calibrati al millimetro.
Ma per la prossima grande sorpresa dalla Festa del Cinema di Roma bisogna attendere. Per scoprire tutte le recensioni da Roma Film Fest, continuate a seguirci.