C’era un’attesa spasmodica per l’arrivo su Amazon di Gli Anelli del Potere, nuova serie Amazon ambientata nell’Universo Narrativo de Il Signore degli Anelli per la quale la piattaforma di Jeff Bezos ha speso quasi mezzo miliardo di dollari. La spropositata quantità di denaro messa a disposizione degli showrunner è visibile in ogni singolo frase dello show. Effetti visivi, mezzi, costumi e make up sono di altissimo livello, sopra quasi qualsiasi altro prodotto seriale visto negli utlimi anni.
La storia, tratta dalle Appendici de Il Signore degli Anelli con fugaci riferimenti a Il Silmarillon è coesa e intrigante e l’idea di creare una serie su una storia inedita e non tratta fedelmente dai libri era sicuramente rischiosa ma alla fine dei conti vincente. Tuttavia l’intera serie soffre di una sceneggiatura che in alcuni momenti si perde in errori grossolani, di personaggi tremendamente deboli e di alcune rivisitazioni dell’Universo Narrativo di Tolkien non totalmente azzeccati. Dopo aver visto l’intera prima stagione, siamo ora pronti a parlarvene.
Gli Anelli del Potere: Il Trailer
Gli Anelli del Potere: Personaggi e Cast
Principali
Galadriel, interpretata da Morfydd Clark (adulta) e da Amelie Child-Villiers (giovane)
Sadoc Rintanati, interpretato da Lenny Henry
Begonia Brandipiede, interpretata da Sara Zwangobani
Largo Brandipiede, interpretato da Dylan Smith
Elanor “Nori” Brandipiede, interpretata da Markella Kavenagh
Poppy Grandesprezzo, interpretata da Megan Richards
Cercare di riportare gli spettatori nella Terra di Mezzo dopo la meraviglia che fu la Trilogia de Il Signore degli Anelli non è facile. In più tentare di inventare una storia barcamendandosi tra le migliaia e migliaia di testi scritti da Tolkien per creare una trama avvincente che non vada in contrasto con quanto ideato dal geniale scrittore britannico non è cosa semplice. Dunque Gli Anelli del Potere partiva già dall’inizio da una posizione non invidiabile. Ma è fuori discussione le prime puntate avevano fatto ben sperare con un prologo derivato dal Silmarillon e con un impatto visivo semplicemente mozzafiato.
Tuttavia col passare degli episodi lo show ha mostrato il fianco a moltissime criticità che andando avanti sono diventate sempre più evidenti. Si sente, inanzittutto, la mancanza di un attore di peso e carismatico che possa guidare la serie nei momenti più difficili e nei quali la narrazione si ferma. Tutte le performance recitative sono nella media, con qualche picco specialmente da parte di Joseph Mawle e Ismael Cruz Córdova, volti di Adar e Arondir.
Tuttavia neanche loro riescono a “bucare lo schermo” e a rendere memorabili i loro personaggi e le loro scene. Pensare di creare un prodotto così mastodontico e non affidare un ruolo di spicco ad un peso massimo della recitazione è un errore troppo grave per non essere considerato. Alla stessa Morfydd Clark, volto di Galadriel, viene chiesto un lavoro troppo impegnativo su quello che a tutti gli effetti il personaggio simbolo della serie. Il confronto con la versione adulta del personaggio interpretata al cinema da Cate Blanchett è impietoso e la giovane attrice, sebbene autrice di una buona prova, ne viene fuori totalmente ridimensionata.
La volontà degli showrunner di ricreare l’ambiguità della regina elfica, sempre oscillante tra senso del dovere, ambizione e senso di colpa, messa meravigliosamente in scena dall’attrice australiana e guidata dalle portentose mani di Peter Jackson, affidandola ad un’attrice non certo del livello della Blanchett, ha inevitabilmente danneggiato il livello generale della serie.
Gli Anelli del Potere vuole inoltre essere una serie estremamente corale. Contemporaneamente ci vengono infatti raccontate storie diverse di molti personaggi destinati ad incontrarsi. Si tratta sicuramente di un meccanismo funzionale e col quale gli showrunner sono riusciti ad introdurre allo stesso tempo moltissimi personaggi, razze e concetti.
Tuttavia la sottotrama dei Pelopiedi risulta essere vuota, poco interessante e noiosa. Si tratta infatti di una storia avulsa da tutto il resto che ha come unico scopo quello di rivelarci la presenza di questa particolare razza di Hobbit e di introdurci Lo Straniero, personaggio che con ogni probabilità avrà un enorme peso nel futuro della serie. Ma è fuori dubbio che l’importanza data a Nori, Poppy e soci è decisamente troppa per la pochezza della trama che gira intorno a loro. Tutto questo rende le loro sequenze le più noiose e inutili di tutta la prima stagione.
Il lato più discusso di tutta la serie riguarda però le molte libertà creative e narrative che gli showrunner si sono presi riguardo al materiale originale di Tolkien. Dalla “rivisitazione” del personaggio di Galadriel, passando per alcuni elementi di trama che non possiamo svelarvi per non incappare in spoiler ma che hanno fatto storcere il naso a molti fan dello scrittore britannico rispetto personaggi e soprattutto contesti non del tutto in linea con quanto pubblicato. In particolare il finale è destinato a mandare su tutte le furie gli appassionati più legati all’opera letteraria.
Certo, altri elementi sono stati invece realizzati perfettamente e rispettano al 100% il canone tolkieniano, ma non basta per soddisfare una fandome così importante come quella de Il Signore degli Anelli specie considerando la mole di cambiamenti drastici appaortati all’opera originale. Se a questo ci si aggiunge grossolani errori di sceneggiatura e dialoghi neanche lontanamente paragonabili a quanto visto nella Trilogia cinematografica, ecco che Gli Anelli del Potere scivola pericolosamente verso la mediocrità .
Tuttavia è fuori da ogni discussione che la qualità , dal punto di vista tecnico, di questa serie sia altissima. Gli effetti visivi sono mozzafiato. Paesaggi, trucchi, costumi, ambientazioni. Tutto è così bello che in molti casi si potrebbe pensare di star guardando una scena della Trilogia originale inedita. Le scene d’azione e le battaglie sono realizzate in modo impeccabile. Il clangore delle armi o il sudiciume che una qualsiasi guerra dovrebbe far scaturire nello spettatore sono tutti lì da vedere. Il design degli orchi, uno dei tanti grandi punti di forza dei film di Peter Jackson, è assolutamente eccellente e con niente da invidiare alla controparte cinematografica.
Alcuni momenti, come il clamoroso finale della sesta puntata, raggiungono vette così alte che raramente si sono viste in televisione. Le coreografie sono realistiche e gli attori tutti ben piazzati nel contesto. Tuttavia spesso queste sequenze così rimarchevoli sono attorniate da troppi momenti vuoti e scialbi. Inoltre il fatto che non tutte le puntate brillino di luce propria, rendendo alcuni episodi epici e altri tremendamente dimenticabili, diluisce la qualità del tutto facendo sembrare la serie un lungo film spezzato ogni ora piuttosto che uno show ben pensato.
In conclusione Gli Anelli del Potere è una serie appena sufficente, con enormi problemi specie nella scrittura e nella trasposizione dei libri ma anche diversi punti di forza che riescono a supportare a stento una così scialba sceneggiatura. Il tutto si traduce in un livello medio che rende l’intero show godibile e allo stesso tempo dimenticabile.
Si tratta certo di una stagione iniziale di una serie che pretende di mettere in scena un mondo gigantesco con decine e decine di concetti da introdurre e spiegare. Dunque vedremo nelle future iterazioni come tutto il world building fatto in questi primi 8 episodi verrà utilizzato per arrivare lì dove tutto dovrebbe giungere: alla forgiatura degli Anelli del Potere e al successivo dominio di Sauron sulla Terra di Mezzo. Staremo a vedere se guardando in retrospettiva tra qualche anno questa prima stagione la rivaluteremo in positivo o meno.
Voi che ne pensate? L’avete apprezzata? Ditecelo nei commenti.