Uno dei testi più belli mai scritti su una delle melodie più incantevoli di sempre. Il capolavoro di Paul Simon e Art Garfunkel riscoperto oggi: The Sound of Silence
The Sound of Silence di Paul Simon e Art Garfunkel è una delle più famose canzoni del novecento, nonché uno dei brani più acclamati di sempre. Scritta nello stile folk proprio di cantautori come Bob Dylan, ma nella veste particolarmente melodica e cantautoriale di Paul Simon, la canzone venne dapprima ispirata dall’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, nel 1963.
Cercando di interpretare e di esorcizzare il trauma nazionale che ne risultò, Simon compose una canzone sull’incomprensione reciproca e sull’incapacità delle persone di comunicare tra di loro. Mali che, acutamente, l’autore interpretava come radici di problemi ed eventi più concreti e nocivi ma di per loro ben più astratti da affrontare. Ecco come rileggiamo oggi il bellissimo testo del brano.
“Hello darkness, my old friend I’ve come to talk with you again Because a vision softly creeping Left its seeds while I was sleeping And the vision that was planted in my brain Still remains within the sound of silence“
“Ciao oscurità, mia vecchia amica Sono venuto a parlarti di nuovo Perché una visione che s’insinua piano Ha lasciato i suoi semi mentre dormivo E la visione che s’è impiantata nel mio cervello Rimane ancora, nel suono del silenzio”
La visione è il grande dubbio, la grande sconsolatezza, quell’idea che Simon interpreta come dramma esistenziale di fronte all’enormità dell’argomento affrontato: l’incomunicabilità e la mancanza di comprensione tra gli individui. Un male senza fine, che tormenta, non fa dormire e avveleva anche i nostri sogni.
“In restless dreams, I walked alone Narrow streets of cobblestone ‘Neath the halo of a street lamp I turned my collar to the cold and damp When my eyes were stabbed by the flash of a neon light That split the night, and touched the sound of silence“
“In sogni senza riposo camminavo da solo Strette vie acciottolate Sotto il bagliore di un lampione Mi sono girato verso il freddo e l’umido Quando i miei occhi sono stati pugnalati dal flash di una luce al neon Questo ha diviso la notte, e ha toccato il suono del silenzio”.
Viene introdotto il Dio moderno, il Neon God che rappresenta l’artificialità, il mondo industriale e brillante, rilucente e chiassoso che comunica ma senza dire niente. Una luce forte ma che in realtà non illumina e non rappresenta nulla se non l’importanza auto-attribuita della sua stessa esistenza.
“And in the naked light I saw Ten thousand people, maybe more People talking without speaking People hearing without listening People writing songs that voices never shared And no one dared disturb the sound of silence“
“E nella luce nuda ho visto Diecimila persone, forse più Gente che conversa senza parlare Gente che sente senza ascoltare Gente che scrive canzoni mai condivise dalle voci E nessuno osò disturbare il suono del silenzio”
Il suono del silenzio è qualcosa di negativo, un muro tra le persone e un confine invisibile che rende impossibili i contatti umani. Simon insiste su come questo muro vada rotto, abbattuto, abbandonandosi al conforto dei rapporti inter-personali con tutto ciò che hanno da offrire. Ma le sue parole rimangono inascoltate: il silenzio è purtroppo più potente.
“Fools, said I, You do not know Silence like a cancer grows Hear my words that I might teach you Take my arms that I might reach you But my words, like silent raindrops, fell And echoed in the wells of silence“
“Stupidi, dissi io, non sapete Che il silenzio cresce come un cancro Ascoltate le mie parole, che io possa insegnarvi Prendete le mie braccia, che io possa raggiungervi Ma le mie parole, come silenziose gocce di pioggia, caddero E fecero eco nei pozzi del silenzio”
Il silenzio assume quasi una dimensione fisica nella crescente dimensione di alienazione e spersonalizzazione sperimentata dalle persone nell’era moderna. Che, mancando di comunicare tra loro e quindi di poter contare gli uni sugli altri, si inchinano ad adorare il Neon God, il Dio del nuovo mondo, che provvede a tutti i loro disagi e a tutte le loro preoccupazioni.
“And the people bowed and prayed To the neon god they made And the sign flashed out its warning In the words that it was forming And the sign said: the words of the prophets are written On the subway walls and tenement halls And whispered in the sound of silence“
“E la gente s’inchinava e pregava Al Dio al Neon che aveva costruito E il segnale lampeggiava il suo avviso Nelle parole che andava formando E il segnale diceva: Le parole dei profeti sono scritte Sui muri delle metopolitane e negli atri dei palazzi E sussurrò nel suono del silenzio”.
Il Neon God è stato costruito dagli stessi uomini per sopperire alla loro vacuità e per aiutarli a fronteggiare una nuova era, senza comunicazione. Ma la speranza non muore perché, avvisa Simon, le parole dei profeti sono scritte in luoghi comuni, nelle metro e nei palazzi. Significa che chiunque può leggerle ed interpretarle. Un sussurro che, da solo, può finalmente rompere il silenzio.