Personal Jesus è una bellissima (e sacrilega) metafora sulla fiducia: una delle canzoni più belle e profonde dei Depeche Mode
Tutti conosciamo Personal Jesus, una delle canzoni più famose e più belle dei Depeche Mode. Il brano è stato pubblicato come singolo nel 1989 ma poi inserito nell’album capolavoro della band, Violator, nel 1990. Nello stesso disco anche altri grandi successi quali Enjoy the Silence, Policy of Truth e World in My Eyes.
La canzone si contraddistingue nella discografia della band in quanto guidata da un celebre riff di chitarra acustica “western”, suonata storicamente da Martin Gore (leader di fatto del quartetto e autore di tutti i brani). La base acustica e quasi country viene contrapposta a tocchi di synthpop elettronico presente soprattutto nella ritmica e nelle decorazioni.
Secondo lo stesso Gore la canzone sarebbe stata ispirata alla storia di Elvis e Priscilla Presley: “Si tratta di una canzone sull’essere Gesù per qualcun altro, qualcuno a cui dare cura e speranza. Riguarda come Elvis Presley era il suo uomo [di Priscilla] e il suo mentore e quanto spesso questo accade nelle relazioni d’amore”.
“[La canzone parla di] come il cuore di ciascuno è come un dio in qualche modo, e non è una visione molto bilanciata della cosa, no?” Filtrata dalla potente e profonda voce di Dave Gahan, questa concezione si trasforma in un messaggio quasi sacrilego e allo stesso tempo filosofico.
“Your own personal Jesus Someone to hear your prayers Someone who cares Your own personal Jesus Someone to hear your prayers Someone who’s there“
“Il tuo proprio Gesù personale Qualcuno che ascolti le tue preghiere Qualcuno a cui importi Il tuo proprio Gesù personale Qualcuno che ascolti le tue preghiere Qualcuno che sia lì”
Già il refrain, che ricorre più volte nella canzone e che si accompagna al famoso verso: “Reach out and touch faith [Allunga la mano e tocca la fede]” segnala una concezione della famosa figura religiosa molto concreta. Gesù è infatti, anche per i credenti, spesso prima e soprattutto un salvatore, qualcuno pronto a portare aiuto e ad ascoltare, come insegnato a più riprese nella Bibbia.
Questo concetto viene riproposto da Gahan che, nelle liriche, propone alla sua amante (ma anche ad un amico, o a chiunque ne abbia bisogno) di poter essere un vero e proprio Gesù. Ossia, miracoli e parabole a parte, qualcuno disposto semplicemente a prestare orecchio, a trovare il tempo, a dare una mano. Nel farlo, il cantante recupera la dimensione della figura di Gesù più profondamente umana.
“Feeling unknown And you’re all alone Flesh and bone By the telephone Lift up the receiver I’ll make you a believer“
“Ti senti sconosciuto E sei tutto solo Pelle e ossa Accanto al telefono Alza la cornetta Ti renderò un credente”
In questa strofa ecco l’immagine di qualcuno che aspetta, che è solo, che è pure (metaforicamente e forse non) affamato. Attende accanto al telefono: una risposta, un responso, una prova di fiducia. Oggi la cornetta non esiste più e aspettiamo magari il suono di una notifica, ma il concetto è lo stesso: ci occorre qualcuno di cui fidarci, qualcuno a cui appoggiarci, che ci faccia avere qualcosa di concreto.
Il personaggio che parla, questa inedita figura salvifica umana e blasfema a un tempo, invita ad affidarsi a lui anche si tratta della seconda scelta, di un ripiego. E invita a metterlo alla prova, confessando persino a lui (altro ricorso al tema della religione) pesi e traumi personali. Perché lui, come Gesù (e, in teoria, coloro che seguono i suoi insegnamenti), può perdonare.
“Take second best Put me to the test Things on your chest You need to confess I will deliver You know I’m a forgiver“
“Prendi un ripiego Mettimi alla prova Le cose sul tuo petto Che hai bisogno di confessare Non ti deluderò Sai che sono uno che perdona”
Fondamentalmente l’idea è quella di una modernizzazione dell’idea di Gesù ma anche, persino, di un’interpretazione particolarmente acuta del suo verbo. Chiunque può essere Gesù ma non in un senso sacrilego: basta trovare tempo per gli altri, essere disposti a comprendere e, di tanto in tanto, annullarsi completamente in favore di qualcuno che ne abbia bisogno.
Un tipo di concezione che già trovava molto posto nella società del 1989/90, ma che risulta più che mai urgente oggi. Farsi oggetto della fiducia altrui e specialmente con disinteresse potrebbe non essere un messaggio per forza religioso o cristiano, ma legato anche semplicemente al buon senso.