Jeffrey Dahmer, la Vera Storia del Cannibale di Milwaukee

Dopo il grande successo della nuova serie Netflix, vi raccontiamo oggi la vera e agghiacciante storia di Jeffrey Dahmer

jeffrey dahmer
Credits: YouTube/Jeffrey dahmer rare interview longer - xCylar
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Mostro – La storia di Jeffrey Dahmer, serie di Ryan Murphy che racconta le atrocità commesse da quello che è divenuto noto come il Il Cannibale di Milwaukee (qui la nostra recensione) è stato uno degli show più amati su Netflix degli ultimi anni. Si tratta a tutti gli effetti di uno serial killer più disturbanti e sconvolgenti della storia degli Stati Uniti e, sebbene il recente show mostri con crudo realismo gli eventi che hanno contraddistinto la vita di Dahmer, vogliamo comunque raccontarvi la sua storia.

L’adolescenza di Jeffrey Dahmer

Jeffrey Dahmer nacque il 21 maggio 1960 da una famiglia della classe media a Milwaukee, nel Wisconsin. Sebbene sua madre Joyce fosse una donna con diversi disturbi mentali e il matrimonio dei suoi genitori fosse tutt’altro che felice, Jeffrey crebbe in un clima tutto sommato normale, senza mai essere vittima di violenze di sorta. Fin da piccolo fu affascinato da tutto ciò che riguarda la morte e iniziò a raccogliere le carcasse di animali morti dalla strada. Suo padre Lionel lo definì “stranamente elettrizzato” dal suono delle ossa che venivano segate.

In adolescenza la famiglia Dahmer si trasferì in un sobborgo di Akron, Ohio. Qui Jeffrey inizò a fare i conti con la sua sessualità, rendendosi conto di essere omosessuale. Tuttavia crebbe in una famiglia estremamente religiosa e questo gli impedì fin da subito di vivere in modo sereno le sue tendenze sessuali e iniziò dunque a reprimere i suoi impulsi. Fin da subito questi si manifestarono in modo decisamente estremo e insolito. Jeffrey infatti fantasticava sullo stupro, sulla violenza sessuale e sull’avere il controllo totale di un corpo maschile. Si isolò sempre di più all’interno della società scolastica e ancor prima di terminare il liceo, era già un alcolizzato.

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Il Primo Omicidio

L’anno in cui si diplomò, i genitori si separarono e Jeffrey rimase a vivere solo con la madre. Il giovane si trovava spesso a casa da solo anche prima che sua madre decidesse di abbandonarlo definitivamente. In una delle occasioni nelle quali aveva a disposizione la casa tutta per lui, iniziò la carriera criminale di Jeffrey Dahmer.

In strada caricò infatti l’autostoppista diciottenne Steven Mark Hicks, che stava andando a un concerto rock nei vicini Lockwood Corners. Lo convinse ad andare casa sua per un drink prima di andare allo spettacolo. Dopo ore trascorse a bere e ascoltare musica, Hicks tentò di andarsene, mandando su tutte le furie Dahmer che lo colpì in faccia con un manubrio da allenamento e lo strangolò a morte. Iniziò con Hicks anche a manifestare le sue tendenze necrofile. Jeffrey spogliò infatti il giovane e si masturbò sul suo cadavere senza vita. Per nascondere le prove decise infine di sezionare il corpo. Tolse le ossa dal corpo del giovane, le ridusse in polvere, le seppellì e sciolse la carne con l’acido.

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Dopo questo omicidio Jeffrey Dahmer tentò di reprimere i suoi impulsi. Per 9 anni non commise altri omicidi e tentò di vivere in modo “normale“. Frequentò brevemente la Ohio State University che tuttavia lasciò dopo un trimestre a causa dei suoi problemi con l’alcol. Servì anche come medico da combattimento nell’esercito degli Stati Uniti per due anni prima che il suo alcolismo diventasse un problema portandolo al congedo.

Dahmer dunque andò a vivere con sua nonna in un sobborgo di Milwaukee. Qui il giovane non uccise per diversi anni ma tuttavia non rimase lontano dai guai legali. Commise infatti numerosi crimini sessuali, tra cui masturbarsi davanti a bambini e drogare e violentare uomini negli stabilimenti balneari gay. Tentò inoltre di placare i suoi impulsi sessuali malati con strategemmi di sorta come il rubare un manichino da un negozio di vestiti e usarlo ai suoi malati scopi. Questo però venne gettato via da sua nonna. Dunque riprese ad uccidere.