All’ultimo Festival del Cinema di Venezia è stato presentato Athena, nuova fatica di Romain Gavras con protagonisti Dali Benssalah e Sami Slimane, appena approdato su Netflix. Il film racconta di una rivolta urbana scoppiata nel quartiere popolare di Parigi che dà il titolo all’opera a seguito del brutale assassinio di un giovane ragazzo di nome Idir ad opera della polizia francese. I suoi fratelli si troveranno dunque immischiati, a più livelli, in quella che a tutti gli effetti si trasforma in guerriglia violenta e senza pietà . Athena è sicuramente un film riuscito, che riesce a trasmettere allo spettatore tutta la follia di una situazione del genere portandolo fin dentro le battaglie armate. Ma andiamo con ordine.
Dopo l’assassinio del giovane Idir, suo fratello Karim organizza una rivolta armata nel quartiere popolare di Athena facendo irruzione alla stazione di polizia locale e mettendo a soqquadro la zona fino a quando non gli verranno consegnati i responsaibli. Suo fratello militare Abdel viene chiamato in prima linea per cercare di fare da intermediario mentre l’ultimo dei 4 fratelli, Moktar, tenta di proteggere i suoi interessi criminali. La situazione si complica ulteriormente quando si scopre che nel quartiere è rifugiato anche il noto terrorista internazionale Sebastien.
Athena: Recensione
Partiamo col dire che Athena è sicuramente un film riuscito. Questo principalmente perchè Gavras non esce dal seminato che traccia fin dalla prima scena. L’opera vuola raccontare nella sua cruda realtà un violento atto di guerriglia urbana. Nient’altro. Non ci sono analisi psicologiche, drammi esistenziali o ricerca sull’interiorità dei personaggi. C’è solo la pura e semplice verità di un contesto così pericoloso e fuori controllo. E questo è sicuramente un punto a favore del film. Basti pensare che il video dell’omicidio di Idir che scatena tutti gli eventi del film, non ci viene neanche mai mostrato. Il regista non vuole mollare la presa neanche per un attimo e dunque non distrae l’attenzione dello spettatore neanche per mostrargli la causa scatenante di tutto quello che sta accadendo in scena. Idir è stato uccido da dei poliziotti, non ci serve sapere altro.
Per fare questo Gavras ricorre a un uso della macchina da presa davvero brillante e virtuosistico. Basti pensare ai primi 15 minuti girati totalmente in piano sequenza o anche a molte altre soluzioni simili che seguono nel film. Le riprese spesso sono sporche e la macchina si muove velocemente e in modo irregolare. Quasi come se fossimo sul campo di battaglia con i guerriglieri. I momenti nei quali l’azione si ferma e ci si concentra sul viso di un personaggio o su un dialogo che servono a fare da collante nella trama sono pochi e brillano in modo eccelso a causa del ritmo diverso rispetto a tutto il resto dell’opera. E tutto questo non fa che accrescere a dismisura l’immedesimazione dello spettatore.
Le scene d’azione, che costituiscono buona parte del film, viaggiano sulla stessa linea sulla quale Gavras fa correre la sua macchina. Confuse, caotiche, violente e sporche. Perchè non stiamo assistendo ad una battaglia milirtare ordinata e sotto controllo. Questa è una guerriglia e il regista ci tiene a ricordarcelo in ogni immagine. Per fare questo chiede molto ai suoi attori. Non solo ai 3 fratelli di Idir protagonisti che reggono sulle spalle l’intera vicenda anche con momenti di Overacting così intenso da superare talvolta il limite che porta nell’esagerazione, ma anche a tutti gli altri. Sebbene infatti il cast principale di Athena sia molto ridotto, sono decine le persone che vedremo a schermo durante il film. Le comparse che compongono gli schieramenti delle varie battaglie sono il perno fondamentale di tutta la vicenda.
Senza infatti un alto numero di persone fuori controllo che si scagliano con violenza contro altri gruppi, non esisterebbe guerriglia. E dunque Athena non avrebbe senso di esistere. Le scene sono quindi sempre piene di corpi che si muovono e agitano caotici nel disperato tentativo di dare un senso logico a un qualcosa che di senso ne ha invece pochissimo. Il catartico finale, che ovviamente non vi spoileriamo, serve esattamente a far capire ancor di più quanto tutto ciò che abbiamo visto nel film sia stato tutto totalmente insensato.
In un contesto simile Gavras punta su una fotografia e una colonna sonora minimale. Non ci sono infatti temi musicali ricorrente nè virtuosisimi di illuminazione di sorta, ad eccezione di qualche sporadica scena. Ogni elemento del film serve infatti solamente ad esaltare la follia e la violenza che da essa si scatena. Come detto, il regista sceglie una strada e la porta avanti fino alla fine. Qualche momento esteticamente rilevante avrebbe potuto apparire fuori contesto e stonare terribilmente con quanto costruito nell’arco della narrazione.
Athena non è ovviamente un film privo di difetti, anzi. I momenti nei quali agli attori è chiesto di recitare in modo più verbale e meno fisico sono senza dubbio tra le cose peggiori dell’intera opera. Performance esagerate o disperatamente piatte, espressioni davvero fuori contesto e dialoghi non messi in scena come si dovrebbe. Gavras voleva evidentemente interpreti che esaltassero i momenti del film che lui riteneva più importanti accettando dunque qualche pecca in altri contesti.
Inoltre la svolta totale che uno dei protagonisti ha sul finale ha davvero poco senso di esistere per come ci era stato presentato fino a quel momento cosa che rende la trama sul finale davvero illogica. Si tratta di problemi ovviamente secondari quando si chiede di raccontare una guerriglia urbana senza filtri nè comproessi. Tuttavia questi problemi non fanno brillare in modo completa il film che resta, in ogni caso, ampiamente promosso e soddisfacente.