Su Netflix è appena arrivata Wanna, miniserie che racconta la storia e il successo che ottennero Wanna Marchi e sua figlia Stefania Nobile negli anni ’90. Le due erano infatti famose televenditrici condannate per aver truffato decine di persone e condannate a 9 anni di carcere. Tuttavia dopo essere tornate sulla cresta dell’onda grazie alla piattaforma streaming, le due non si dicono pentite di nulla, anzi.
Questa serie dà la possibilità al mondo di conoscere una parte della nostra storia… Se potessimo tornare indietro? Non ci pentiamo di nulla – dice Stefania intervistata da Il Corriere.it
Lo facevano già tutti – le fa eco Wanna. Per una volta nella vita, ho copiato un’idea di altri. Ho preso spunto dallo Stato … Se non fa un passo indietro lo Stato, non vedo perché Wanna Marchi dovesse pentirsi
E poi, e si trattava davvero di persone senza soldi, che si sono indebitate, come hanno raccontato in tribunale, come mai all’epoca riuscirono a pagare 300 milioni di lire ad un mago? – prosegue la figlia
Andando avanti con l’intervista le due parlano della serie vera e propria e del coinvolgimento del mago do Nascimento che le affiancava nelle truffe televisive.
Abbiamo apprezzato molto ciò che ha detto il maestro Do Nascimento nell’intervista. Molto presto vorremmo andarlo a trovare in Brasile. Non l’abbiamo mai più visto né sentito dal 2001. Adesso cercheremo di metterci in contatto con lui. Lo abbiamo sempre considerato un nostro amico. Abbiamo guardato le quattro puntate. È un bel lavoro, di ricerca e di montaggio. Ma molte verità , importanti per capire la nostra storia, sono state omesse. Forse gli autori hanno intenzione di fare una seconda serie. Ma comunque uscirà presto anche un nostro libro, con tanti altri dettagli che nella serie non sono stati messi.
È stato Gabriele Parpiglia a propormi questo racconto – prosegue Wanda Marchi. Io ho pensato che fosse troppo grande per me l’idea di andare in onda in tutto il mondo. Alla fine ho accettato. Abbiamo già un primo invito per andare a New York
Lavoro nei locali notturni, li ristrutturo – conclude la Nobile. Nel nostro futuro c’è l’Albania. Da quindici anni lavoro in questo settore. Spero che potremo trasferirci a vivere lì molto presto. Ci piace di più la gente. Non amiamo gli italiani di oggi, sono spenti. Dopo la morte del compagno di mia madre siamo rimaste solo io e lei a prenderci cura l’una dell’altra
Che ne pensate?