The Hanging Sun, Recensione del film con Borghi tratto da Jo Nesbo [Venezia 79]

Tratto dal romanzo omonimo di Jo Nesbo e scelto come film di chiusura al Festival di Venezia, The hanging sun è il thriller che vede come protagonista Alessandro Borghi

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The Hanging Sun – Sole di mezzanotte è il film che è stato scelto come titolo di chiusura alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (qui tutti i vincitori della kermesse).

Tratto dall’opera omonima firmata da Jo Nesbo, The Hanging Sun è diretto da Francesco Carrozzini e arriverà al cinema per tre giorni evento – il 12,13 e 14 Settembre – prima di approdare in esclusiva su Sky Cinema e on demand solo su Now Tv.

The Hanging Sun, la trama

John (Alessandro Borghi) è un uomo in fuga non solo dal proprio passato, ma anche dal tradimento effettuato nei confronti del padre (Peter Mullan), a capo di una vera e propria associazione a delinquere.

Determinato a uscire da quel tipo di vita, John sta cercando di cancellare le proprie tracce, mentre suo fratello Michael (Frederick Schmidt) ha il compito di riportarlo a casa e far tornare tutto com’era.

John si nasconde dunque in un villaggio dell’estremo nord, un piccolo agglomerato di case circondato da foreste dove la religione ha un ruolo davvero fondamentale e dove tutta la comunità segue le regole del pastore (lo Charles Dance di Game of Thrones), compresa sua figlia Lea (Jessica Brown Findlay, vista in Downton Abbey), costretta a rimanere sposata con un uomo violento (Sam Spruell), che fa male anche al figlio Caleb (Raphael Vicas).

Mentre la tragedia si abbatte sulla vita di Lea, l’arrivo di John sembra destinato a cambiare l’equilibrio del villaggio, dove violenza e morte non sono mai troppo lontane.

The Hanging Sun: Recensione

Un thriller nel profondo Nord

Se il Festival di Venezia 2022 ha aperto i battenti con un film come White Noise – Rumore bianco che cercava di portare sullo schermo la rivoluzione di una narrazione senza punti di riferimento, per la chiusura la kermesse lagunare ha puntato su un’opera molto più canonica, tanto per lo stile quanto per la trama.

La 79a edizione del festival cinematografico si apre e si chiude con due trasposizioni cinematografiche che, in un certo senso, hanno fallito entrambe il proprio obiettivo. Ma se White Noise appariva come un postiche incapace di portare sul grande schermo la stratificazione sociale e satirica ideata da Don DeLillo, The Hanging Sun riesce in qualche modo a restare a galla e a presentarsi come un prodotto comunque dignitoso.

In questo è aiutato senza dubbio da un’ambientazione che, per il suo essere così lontana dai canoni estetici a cui il grande pubblico mainstream è abituato, porta con sé una fascinazione istantanea, quasi morbosa, che spinge la curiosità in superficie.

In un villaggio che sembra davvero posizionato ai confini del mondo, nell’ultimo limite invalicabile, dove il Sole è alto anche a mezzanotte pur rimanendo pressoché nascosto, si dipana una storia che non offre chissà quali spunti di originalità, né grandi colpi di scena.

La trama si svolge come un compito portato a termine, senza infamia e senza lode: un film, dunque, che va bene per una serata di intrattenimento, ma che non sembra offrire molto di più, anche a causa di una sceneggiatura che lascia molti buchi di trama e che sorvola su aspetti che invece sarebbe stato più interessante approfondire.

Questo non vuol dire che The hanging sun sia un brutto film, al contrario. Il suo punto debole è quello di essere “uno nel mucchio”, una pellicola da prima serata in TV che non sembra destinata all’immortalità che il cinema promette ai suoi addetti al lavoro.

Le interpretazioni sono tutte misurate, quasi tenute con il freno a mano, come se l’intera operazione non prevedesse alcuno slancio di emotività, che avrebbe stonato in un’ambientazione che fa della cupezza e della freddezza il proprio marchio distintivo. Ma è nei pochi frame in cui emerge la sensibilità dei protagonisti – la speranza di Caleb, la rabbia di John, la paura di Lea – che il film si accende e cattura lo sguardo.

The hanging sun – Sole di mezzanotte rimane comunque un’opera godibile, con una bella (ma anche qui poco sfruttata) storia d’amore e una riflessione tanto sui limiti della religione che sul ruolo della donna in una società ancora profondamente patriarcale.