Gli spiriti dell’isola: Recensione del film di Martin McDonagh | Venezia 79
Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin) di Martin McDonagh è uno dei migliori film in concorso a #Venezia79. Sarà Leone d'oro? Intanto ecco la nostra recensione.
Gli spiriti dell’isola (titolo originale The Banshees of Inisherin) approda in concorso alla 79. Mostra del Cinema di Venezia e giĂ si sentono i leoni ruggire. A cinque anni di distanza da Tre manifesti a Ebbing, MissouriMartin McDonagh sembra infatti il grande favorito, mentre la lotta per il Miglior film sembra tutta tra lui e The Whale di Aronofsky (qui la nostra recensione).
La giuria presieduta da Julianne Moore sceglierĂ di premiare il melodramma d’impianto teatrale con Brendan Fraser o la tragedia moderna firmata McDonagh, ambientata all’inizio del ‘900 nelle isole irlandesi Achill Island e Inishmore? Per onestĂ intellettuale, dichiareremo subito la nostra appartenenza al Team McDonagh.
Il regista di In Bruges, Sette psicopatici e Tre manifesti a Ebbing, Missouri ritrova infatti il talento di Colin Farrell e chiude un film praticamente perfetto, pervaso d’ironia e non-sense, eppure capace di procedere rapidamente, con incedere fatale dalla piĂ¹ insolita delle dark comedy ai colori tragici di un dramma umano senza redenzione, doloroso come solo uno scontro fratricida.
Sullo sfondo, la bellezza struggente della costa orientale irlandese, in stridente contrasto con la povertĂ materiale e morale di una piccola comunitĂ , popolata di gente poverissima, vecchie streghe, poliziotti violenti, anime tormentate che si dividono tra il pascolo il pub e la birra. E su tutto, una storica amicizia che finisce bruscamente, innescando una spirale violenta.
Inizialmente PadrĂ ic, considerato da molti lo scemo del villaggio, crede si tratti solo di un momento d’incomprensione. Ma mentre Colm sembra resistere ostinatamente ai suoi tentativi di conciliazione, i toni iniziano a farsi sempre piĂ¹ estremi, perfino violenti.
Per quanto sia sua sorella Shioban (Kerry Condon) che il suo nuovo amico Dominic (Barry Keoghan) un giovane estremamente problematico, vittima degli abusi di un padre bestiale, cerchino di convincere Colm ad abbandonare la trattativa, l’uomo non riesce a accettare la fine di quest’amicizia. E dalla trattativa allo scontro, il passo si farĂ sempre piĂ¹ breve.
Gli spiriti dell’isola: Recensione in anteprima
Un uomo che non sembra avere altri affetti che sua sorella, il vecchio Colm e l’asina Jenny, interpretato da uno straordinario Colin Farrell, che ha il volto pesto di un pugile suonato, incredibilmente simile a quello di Gassmann e Tognazzi nell’episodio La nobile arte de I Mostri di Mario Monicelli. Questa la maschera tragica che domina un piccolo, perfetto dramma corale.
Dramma corale che il direttore d’orchestra Martin McDonagh saprĂ condurre magistralmente sul filo che separa la commedia nera dalla tragedia contemporanea, per quella che potremmo facilmente dire la tragedia di un uomo ridicolo.
Le ragioni di questi ex amici si mostrano, infatti, essenzialmente insensate. Eppure, è proprio in quel non-sense che lo spettatore imparerĂ progressivamente a conoscere la tragedia di queste persone, prigioniere di un villaggio e un’esistenza senza gioia, dove non si intravede alcuna speranza, alcuna alternativa a una vita di fatica, alcool, allegria forzata e tristezza profonda.
La Grande Storia è lontana, come l’eco delle bombe dell’IRA e la Guerra civile irlandese. Gli abitanti del villaggio le ascoltano per altro con indifferenza, senza neanche comprendere il senso di quello scontro, seguito alla proclamazione della Repubblica. E così il film si avviluppa intorno a un conflitto di anime perse, la guerra fratricida di due uomini soli, che mai nessuno avrebbe raccontato.
Questa volta sarĂ Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia per Martin McDonagh? Per scoprirlo, continuate a seguirci. E non dimenticate che il 2 Febbraio 2023Gli spiriti dell’isola arriverĂ anche nei cinema italiani. Si tratta veramente di un film da non perdere.