In questo momento a Venezia è in corso il Festival del Cinema. Sono moltissimi i grandi nomi della Settima Arte che si stanno dirigendo nella città lagunare per questa grande Festa. E, oltre a loro, anche ovviamente personalità e influencer di spicco del nostro Paese. Tra di loro è sfilata sul red carpet la scrittrice Giorgia Soleri che ha condiviso il momento sui social.
Tuttavia la sua presenza ha scatenato molte polemiche a causa di qualche dichiarazione rilasciata giorni fa. Rispondendo alla domanda di una follower aveva dichiarato apertamente di non amare per nulla la Settima Arte.
Il cinema? No, non mi piace per niente. Purtroppo è un linguaggio che mi annoia e credo di esser davvero l’unica persona che abbia mai conosciuto a disperarsi quando qualcuno dice “Guardiamo un film?”
La sua presenza dunque sul red carpet di Venezia ha scatenato furiose polemiche tra le persone che l’hanno accusata di ipocrisia. Tra i commenti possiamo leggere infatti cose come Se ti fa schifo il cinema cosa ci fai sul red carpet dove non si fa altro che onorare quello? o Ricordiamoci quando dicevi che il cinema era in linguaggio noioso; cosa ci fai al cinema di Venezia allora? Vá bene che tu e la coerenza siete 2 mondi a parte. E guadagni per una massa di idioti che ti seguono. Io no premetto sono venuta qui dopo un articolo che ho visto su di te
Giorgia Soleri tuttavia ha voluto comunque rispondere pubblicando un’altra storia ironica: Raga comunque non è vero che non mi piace il cinema. Ad esempio sono ancora arrabbiata per il mancato Oscar a 10 cose che odio di te e Mean Girls
In un video successivo ha poi spiegato le sue ragioni.
Chi mi segue da un po’ sa che non sono una grandissima amante del cinema. A me piacciono i linguaggi artistici che richiedono un pezzo della propria storia e della propria esperienza per poterli comprendere fino in fondo. Però nasco come fotografa. Infatti i pochi film che mi hanno davvero emozionata e lasciato qualcosa o avevano una grandissima fotografia o richiedevano un’attenzione molto attiva per entrare al 100% nell’immaginario del regista. Ecco, Bardo, il film che abbiamo visto ieri aveva entrambe queste cose. Una fotografia talmente bella che ti senti per più di 3 ore completamente all’interno delle scene e richiede una lettura molto personale