Padre Pio nelle parole di Abel Ferrara [Venezia79]
Abbiamo incontrato Abel Ferrara alle Giornate degli Autori della Mostra del Cinema di Venezua ed ecco come ci racconta il suo Padre Pio, dallo studio delle lettere al rapporto con il protagonista Shia LeBoeuf.
Abel Ferrara presenta il suo Padre Pio alle Giornate degli Autori della 79. Mostra del Cinema di Venezia. Noi abbiamo avuto occasione di incontrarlo con alla Casa degli Autori ed ecco come ci racconta “il Santo”, lo studio della sua vita e le sue lettere, che secondo il regista ricordano la scrittura (e il tormento) di Pasolini e Baudelaire, ma anche il rapporto con Shia LaBeouf.
Il primo a rispondere è lo sceneggiatore di Padre Pio e storico collaboratore di Abel Ferrara, Maurizio Braucci, che sottolinea come il film sia incentrato sulla dicotomia religione e rivoluzione. Co-protagonisti del film sono infatti i primi socialisti che in quel piccolo borgo rurale ai tempi della Prima guerra mondiale reclamano il diritto al voto e si ribellano contro i padroni, i signorotti locali.
“Il nostro è stato un lavoro molto approfondito che inizia in realtà con il documentario che abbiamo realizzato nel 2017, Searching for Padre Pio. Dove noi abbiamo ripercorso non solo i territori ma il massacro dei socialisti che non era noto ai più, Abel voleva associare questi due fenomeni, l’ascesa del Santo e la caduta della proposta socialista.”
“Abbiamo sentito storici, antropologi, da lì è nata poi l’idea che lì dove non è stato possibile realizzare una vera democrazia l’unica risposta è stata la metafisica, la religione, l’unica cosa che riuscisse a sollevare le persone dalle loro sofferenze quotidiane.
“In fondo il film racconta anche questo, la grande scommessa di una politica che liberasse tutti ha perso di fronte a una proposta più elitaria e ingiusta, come d’altra parte vediamo accadere anche oggi.
Abel Ferrara alle Giornate degli Autori: “Padre Pio scriveva come Baudelaire”
Quindi, Abel Ferrara ci racconta del suo “incontro” con Padre Pio e il desiderio di realizzare prima un documentario, poi questo magnifico film con Shia LaBeouf.
“Parliamo di un uomo che in tutto il corso della sua vita non si è mai mosso dalla Puglia, indossando pesanti abiti da monaco con temperature altissime in un posto senza neanche l’acqua corrente, mentre si impegnava tutti i giorni ad ascoltare le persone: non piove, i pomodori non crescono, mio figlio ha il cancro.”
“E lui trovava una soluzione a tutto questo. Aveva una risposta per tutti. Questo l’ha reso universale senza mai muoversi nel mondo. Arrivato in questo piccolo paese letteralmente senza niente, a dorso di un mulo, e ha finito per costruire un ospedale del valore di 35 milioni di dollari. Qualcosa di estremamente potente là dove non c’era nulla. Ha fatto quello che voleva.”
“Tutto è basato sulle sue lettere. Padre Pio scriveva come Baudelaire, come Pasolini. Era un grandissimo scrittore. Lui stesso ci fa entrare nel suo cuore. La sua scrittura è così potente, così evocativa. Tutto quello che vedete nel film non l’abbiamo sognato, sono fatti storici oppure appartiene ai suoi scritti. Quello che trovate in questo film è tutto vero. “
Abel Ferrara: La conversione di Shia LeBoeuf è avvenuta prima di Padre Pio
L’ultima domanda è immancabile. La conversione al cattolicesimo di Shia LaBeouf è stata infatti oggetto di ampio risalto da parte della stampa, soprattutto dopo che l’attore ha dichiarato di aver ricevuto una sorta di illuminazione mistica interpretando proprio il film di Abel Ferrara.
“La sua conversione al cattolicesimo è avvenuta prima che io lo approcciassi, faceva parte di un suo momento di grande sofferenza, una grande crisi che stava attraversando in quel momento della sua vita. Io non lo conoscevo, lui non mi conosceva. Ci siamo incontrati su Zoom ed è come se fosse avvenuto una sorta di miracolo”.
“Come nel film accadono contemporaneamente le stigmate e il massacro dei socialisti, così immediatamente dopo la sua conversione io e Shia LaBeouf ci siamo incontrati.”
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