Luca Guadagnino torna in concorso a #Venezia79 con Bones and all e il pubblico impazzisce per Thimothee Chalamet. La nostra recensione del film in uscita il prossimo 23 Novembre.
Idolo che, come si conviene, si presenta con un look d’assalto e monopolizza le attenzioni della stampa internazionale con un’ardita tenuta di raso e pelle rosso scarlatto, che lascia completamente nuda la schiena. Outfit che, come da copione, scatena subito le critiche dei benpensanti, mentre molti noteranno “l’incredibile somiglianza con Damiano dei Maneskin”.
Ma Venezia 79 è anche questo, polemiche glamour e piccoli scandali. Mentre per noi è il momento di passare all’analisi del film di Luca Guadagnino, che si presenta in concorso con quella che forse è l’opera più centrata, completa e matura della sua intera storia cinematografica.
Bones and all: La Trama
Maren (Taylor Russell) ha appena raggiunto la maggiore età e una strana fame torna a impossessarsi di lei. Nonostante per molti anni non abbia più mostrato alcun sintomo, la ragazza è infatti nata con una misteriosa sindrome che la costringe a nutrirsi di carne umana, ereditata da sua madre (Chloe Sevigny).
Quando suo padre decide di abbandonarla, Taylor inizia il suo viaggio nel Sud degli Stati Uniti, determinata a ritrovare sua madre, avere da lei delle risposte. Lungo la strada verrà intercettata dall’inquietante Sully (Mark Rylance). Da lui imparerà a nutrirsi e uccidere senza essere scoperta, ma deciderà di non accettare il suo invito a proseguire insieme il viaggio.
Nel 2018 con il remake di Suspiria Luca Guadagnino segna una pietra miliare nella Storia della Mostra del Cinema di Venezia, portando per la prima volta in concorso un film di genere Horror, tradizionalmente escluso da una “vecchia” idea di autorialità e cinema come opera d’arte.
Oggi, con Bones and all il regista torna a esplorare gli orizzonti dell’Horror, se pure in chiave incredibilmente romantica. Ed è proprio la fusione atomica tra romanzo di formazione, road-movie, carne, sangue e sentimento che fa di Bones and all un’opera assolutamente seduttiva, pronta a carpirci il cuore con la forza deflagrante del primo amore.
Se Chiamani con il tuo nome ha regalato a Guadagnino il successo internazionale, con l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo di Camille DeAngelis il cineasta torna a esplorare i temi a lui evidentemente più cari: gli anni ’80 e la loro promessa di felicità e benessere economico, le persone che vivono ai margini di questa società , il turbamento adolescenziale.
E su tutto, nel caos di sentimenti e sensazione degli young adult, i giovanissimi che si affacciano e scoprono la vita, Guadagnino racconta l’amore splendido e disperato dei due cannibali, abbandonati da tutti, regalando alla loro quotidiana battaglia per la sopravvivenza lo spazio di una travolgente, tragica passione.
Luca Guadagnino: Bones and all è un film dedicato agli ultimi della terra
Se il clash tra generi lontanissimi è l’elemento più affascinante del linguaggio audiovisivo scelto da Guadagnino per Bones and all, quel che conquista e commuove è certamente il radicale romanticismo del film, la capacità di catturare la tenerezza e la voluttà di due esseri che trovano nell’altro identità , comprensione, riparo e tenerezza.
Nelle parole dello stesso regista, gli emarginati, gli outcast, le persone costrette a vivere i recessi più oscuri della società contemporanea sono il centro, il cuore del suo cinema.
Sarà allora questa la metafora, la chiave di lettura per questa misteriosa forma di cannibalismo. I protagonisti del film infatti non sono vampiri e neanche zombie. Non conoscono la natura della loro fame, così come noi spettatori non conosceremo alcuna spiegazione logica per questa sindrome.
Semplicemente, come nella realtà , i protagonisti del film sono nati già condannati a una vita ai margini, condannati dalla diversità , dalla povertà , dall’ostilità nell’America rurale, l’America profonda, sempre pronta a reagire con violenza a qualunque deviazione della norma.
La bellezza dei grandi spazi, lo spazio intenso e cruento riservato alle sequenze horror-splatter, ma soprattutto l’insistenza della macchina da presa sui protagonisti, i loro sguardi, i loro corpi, fanno di Bones and all un’opera dalla bellezza conturbante. E la colonna sonora di Trent Reznor chiude il cerchio dell’opera più armonica del regista palermitano.
La sequenza accompagnata dalle note di Atmosphere dei Joy Division – insieme alla sequenza del passo dell’oca di Adam Driver in White Noise di Noah Baumbach – almeno per noi si attesta al momento tra i momenti più alti della 79. Mostra del Cinema di Venezia (che molto probabilmente vedrà Luca Guadagnino tra i grandi protagonisti della cerimonia di premiazione).