Quentin Tarantino si scaglia contro Indiana Jones 3

Durante il suo recente podcast con Roger Avery, il noto cineasta si è lasciato andare ad un'affermazione piuttosto forte.

Tarantino
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Quentin Tarantino, famoso regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico americano, è tra gli autori più apprezzati del circuito hollywoodiano, nonostante i suoi lavori dividono in maniera netta l’opinione pubblica. Detto questo, la mente dietro Pulp Fiction (1994), Bastardi senza gloria (2009), The Hateful Eight (2015) e C’era una volta a… Hollywood (2019) è nato come impiegato in una videoteca, caratteristica che spiega ancora meglio la sua passione infinita ed enciclopedica per il mondo del cinema.

In onore dei tempi andati, recentemente lo stesso Quentin Tarantino, in compagnia del suo ex-collega al negozio e in seguito regista e sceneggiatore Roger Avary, ha deciso di inaugurare un podcast dal nome evocativo The Video Archives Podcast dove i due parlano generalmente della settima arte e dei loro lungometraggi preferiti. In una recente chiacchierata, riportata anche Reel Blend, il maestro del pulp si è lasciato andare ad un’affermazione piuttosto forte.

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Harrison Ford e Sean Connery in Indiana Jones e L’ultima Crociata

Quentin Tarantino ha infatti dichiarato che, a detta sua, il peggiore film della saga di Indiana Jones è il terzo capitolo, Indiana Jones e l’ultima crociata (1989), spiegando che questo progetto cinematografico è noioso e che il personaggio di Henry Jones, padre del protagonista (che ha il volto di Sean Connery) è un personaggio per nulla interessante. Tra l’altro, in modo del tutto inaspettato, il suo capitolo preferito del franchise è insolitamente Indiana Jones e il tempio maledetto (1984), una scelta decisamente insolita.

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Quentin Tarantino non è peraltro nuovo a simili considerazioni: da poco, infatti, il film-maker ha definito il maestro François Truffaut “un maldestro dilettante” e questa sua affermazione ha fatto da subito discutere i cinefili più appassionati. Ad ogni modo, al di là del fatto che siamo di fronte ad un’artista talentuoso, spesso ci dimentichiamo che dietro c’è un uomo come tutti gli altri, con i propri gusti e che quindi è giusto che dica la sua sacrosanta opinione.