Andrew Tate è riuscito in un’impresa epocale: farsi bannare da tutti i social contemporaneamente. Chi è, e cosa ha fatto per arrivare a tanto?
Se non avete ancora sentito questo nome, probabilmente le cose stanno per cambiare: Andrew Tate, ex-kickboxer professionista divenuto personalità di Internet a partire dal 2016, è presto divenuto famoso per via delle sue posizioni misogine e da molti considerate anacronistiche e conservative all’eccesso.
Già nel 2017, per esempio, si è reso famoso con vari tweet sul caso Harvey Weinstein, che come sapete ha scatenato l’ondata #MeToo, sostenendo che le vittime (donne) di abusi e di stupri “portano la responsabilità” di questo genere di aggressioni ai loro danni. E questo è solo l’inizio.
Tate, che oggi ha 35 anni, si mette in posa sui social con macchine di lusso, armi e sigari, come un playboy all’antica e di stampo Trumpiano. Posta messaggi provocatori nei quali si vanta di soffocare e picchiare le donne, e insiste sull’uscire con ragazze di 18 o 19 anni in modo da esercitare un “imprinting” su di loro.
Per anni Twitter ha sospeso vari suoi account in diverse occasioni, ma lui ha sempre trovato il modo di aggirare i blocchi della piattaforma e di recente è divenuto una celebrità, manco a dirlo, anche su TikTok. Sulla piattaforma cinese è infatti arrivato ad avere video con views che ammontano a un totale di 11,6 miliardi. Non spiccioli.
Le sue posizioni di estrema destra sposano le ideologie QAnon e RedPill, allorché egli si propone come self-help guru per un pubblico prevalentemente maschile insegnando come fare soldi, rimorchiare ragazze e “sfuggire dalla matrix”. Questo, assieme ai suoi toni polemici e alla sua figura attraente e carismatica, gli ha attirato negli ultimi mesi un’attenzione considerevole.