Milli Vanilli: la tragica storia della boy band più fasulla di sempre [VIDEO]

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Infatti l’incidente svelò un retroscena solo da alcuni intuito: i due non cantano veramente nelle canzoni dei loro dischi, affidando i vocals ad altri professionisti (per non parlare delle parti strumentali). La coppia è infatti formata essenzialmente da ballerini, bei volti ma incapaci di eseguire vocalmente quelle canzoni senza l’aiuto di una base.

Scoppia il caso e show televisivi come In Living Color e David Letterman iniziano a prendere in giro i due, considerati più o meno dei bambocci. A quel punto Morvan e Pilatus chiedono a Frank Farlan, fondatore e manager del progetto, di poter cantare in prima persona nel prossimo disco. E per tutta risposta vengono licenziati.

Così non resta loro che svelare la verità. Ed esplosa la bomba, Farlan corre ai ripari facendo registrare un album in fretta e furia a “The Real Milli Vanilli”, i veri cantanti dei dischi precedenti più nuovi vocalist accolti per l’occasione. Il disco esce nel 1991 e la cosa divertente è che si intitola The Moment of Truth.

L’album ottiene comunque un buon successo in Germania ma è chiaro a tutti come il pubblico si senta preso in giro e come operazioni del genere, da quel momento in poi, non siano neppure da tentare. E che fine fanno poi i Milli Vanilli originali? Registrano un album con le loro voci, intitolato Rob & Fab, che esce nel 1993 e si rivela un completo fallimento, vendendo solo 2000 copie.

Dalle stelle alle stalle, come si dice. Il duo si separa per un periodo, finché nel 1997 non registrano un album di “comeback”, intitolato Back and in Attack, che dovrebbe rilanciare la loro carriera. Ma proprio il giorno prima dell’inizio del nuovo tour, nel 1998, Rob Pilatus muore all’età di 32 anni. Viene trovato morto in un hotel di Francoforte, e si sopetta un’overdose di alcol e farmaci. Un finale atroce.

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