Ancora oggi è celebre il caso dei Milli Vanilli: uno dei gruppi di maggior successo di fine anni ’80, finito in disgrazia quando si è scoperto cosa c’era davvero dietro al progetto
Gli anni ’80 erano, come sappiamo, un periodo di grande ingenuità. E il caso dei Milli Vanilli uno dei più famosi per quanto riguarda la scoperta dei “dietro le quinte” dell’industria musicale, è emblematico in tal senso perché prova come spesso il pubblico non si ponga alcuna domanda sui prodotti che consuma (e sulla musica che ascolta).
Partiamo dall’inizio, e cioè dagli anni ’80, appunto. La musica pop impazza grazie alle nuove tecnologie di registrazione digitale, sintetizzatori, basi elettroniche / dance ed effettistica. Tutti elementi che consentono sempre più (come vedremo nei successivi decenni) il successo di artisti non necessariamente bravi o “tecnici”. Basta siano di bella presenza e che buchino il video.
E il “video” bucato è naturalmente lo schermo di MTV. Quello cioè che fin dall’inizio della decade ha “ucciso le star della radio” privilegiando cantanti belli, sexy e seducenti. Ed è proprio il caso di Fab Morvan e Ron Pilatus, due bellissimi ragazzi che diventano presto noti come Milli Vanilli. Lanciati nel 1988, conquistano subito le classifiche.
La band viene da Monaco, in Germania, ma il sound fresco e di immediato appeal da loro proposto li porta a spuntare diverse #1 hit negli Stati Uniti con canzoni come Baby Don’t Forget My Number, Blame It on the Rain e Girl I’m Gonna Miss You. I loro album All or Nothing (1988) e Girl You Know It’s True (1989) vendono tantissimo e nel 1990 vincono il Grammy Award come Best New Artist.
Ma il sogno, nel loro caso, dura poco. L’illusione crolla tragicamente il 21 luglio 1989, quando durante una performance in playback su MTV la base della canzone Girl You Know It’s True si incanta, ripetendo sempre la stessa parte in loop. Pilatus dirà poi: “Seppi, lì e in quel momento, che era l’inizio della fine dei Milli Vanilli“.