Le canzoni di Britney, sparate a palla dagli altoparlanti delle navi, sono a quanto pare un ottimo deterrente per i pirati
Combattere i pirati a colpi di… Britney Spears. Questo è quanto fa, o perlomeno faceva in anni recenti, la marina inglese nelle acque dei corno d’Africa. Lo riporta un articolo di Metro del 2013, epoca nella quale la piaga dei pirati somali nella regione era rampante. Non si sa se il metodo viene utilizzato tuttora, ma secondo le testimonianze ai tempi si è dimostrato efficace.
Sparare a tutto volume hit della popstar americana come Oops! I Did It Again oppure la classica …Baby One More Time a quanto pare s’è rivelato oltremodo utile per scongiurare attacchi e rapimenti. Come per esempio quello, molto noto nella cultura popolare, del capitano Phillips, dalla cui storia si è poi tratto il famoso film con Tom Hanks.
Tra le varie canzoni utilizzate le due sopra indicate si sono rivelate a quanto pare le più efficaci come deterrente per i pirati, svelava all’epoca l’ufficiale di marina britannica Rachel Owens: “Le sue canzoni [di Britney] sono state scelte dai team di sicurezza perché pensavano che sarebbero state quelle che i pirati avrebbero odiato di più”.
“Questi tizi non sopportano la cultura o la musica occidentale, e così i colpi di Britney vanno a segno perfettamente”. Un’immagine che un po’ rimanda ai fatti della prigione di Guantanamo, con la musica dei gruppi nu metal d’inizio millennio utilizzata come strumento di tortura per i prigionieri. Anche se qui le circostanze e il contesto sono completamente diversi.
Del resto ai tempi i pirati davvero imperversavano nella regione, e si registravano per esempio ben 176 attacchi solo nel 2011. Cosa che comportava la presenza di 1500 marinai su 14 navi da guerra britanniche nella regione, per impedire appunto i frequenti rapimenti e sequestri.
Rachel Owens, ufficiale di 34 anni all’epoca, specifica che gli altoparlanti con “in canna” le canzoni di Britney erano appositamente “puntati” solo contro i pirati, per non arrecare “danni” all’equipaggio. “Ed è così efficace che la sicurezza della nave raramente ha bisogno di ricorrere alle armi da fuoco”, insiste la Owens.
“Appena sentono una bella botta di Britney, [i pirati] se ne vanno più in fretta che possono”. Lo stesso sosteneva un tale Steven Jones, della Security Association for the Maritime Industry: “I pirati arriverebbero a qualunque cosa pur di evitare o sopraffare la musica”. Un’arma improbabile insomma ma più che efficace.
E segue anche un commento ironico: “Immagino che usare Justin Bieber andrebbe contro la Convenzione di Ginevra”, e in merito a questo c’è da ricordare che Bieber, all’epoca ancora una teen star, era considerato a sua volta particolarmente “fastidioso”. Da allora comunque il problema dei pirati somali è rientrato, salvo una piccola “ripresa” nel 2017. E anche grazie a Britney.