Crimes of the Future: Recensione del nuovo capolavoro di David Cronenberg

Il 24 agosto avete un appuntamento con il grande Cinema. Ovvero, l'uscita del nuovo capolavoro di David Cronenberg: Crimes of the Future, nuova perturbante variazione sul tema del Body Horror.

Crimes of the Future
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Dopo il successo al Festival de Cannes vi aspetta al cinema dal 24 agosto un film che possiede l’aura dell’evento storico. A distanza di otto anni da Map top the Stars, infatti, torna il genio di David Cronenberg con Crimes of the Future, opera disturbante eppure carica di ironia, che sembra contenere l’eco della sua intera filmografia.

Nel lontano 1970 il giovane David Cronenberg aveva già scritto e diretto un lungometraggio fortemente sperimentale dal titolo Crimes of the Future. Ma sarà solo nel 1975, con il suo film successivo, Il demone sotto la pelle, che il cineasta conoscerà il successo internazionale, legando indissolubilmente il proprio nome ad una nuova definizione di genere: Body Horror.

Body is Reality è anche il titolo della performance artistica di Saul Tenner, alias Viggo Mortensen, protagonista del film. E se il nuovo capolavoro di Cronenberg non è assolutamente un remake del primo esperimento del ’70, sembrano esistere diversi punti di contatto nella trama di queste due opere, come se il regista volesse letteralmente chiudere il cerchio.

Al crocevia tra l’Horror, l’opera di Fantascienza ambientata in un futuro distopico, post-apocalittico, e l’ironia ineffabile di una commedia romantica, dove “la chirurgia e il nuovo sesso”, troviamo così Crimes of the Future.

Crimes of the Future: La trama (senza spoiler)

Il film si apre sullo scenario di una città senza nome, priva di coordinate, che si parli dello spazio o del tempo. In questo momento futuro, non meglio identificato, gli edifici come gli interni si presentano degradati, quasi in stato di abbandono, ospitando una umanità evidentemente impoverita, forse perfino decimata in termini di presenza fisica sulla terra.

Cosa sia accaduto non sarà mai al centro del discorso. Quello che importa, in quello che si presenta chiaramente come un film testamentario, è che l’umanità sta cambiando. Le persone iniziano a sviluppare nuovi organi. Per qualcuno si tratta di un fenomeno da arrestare con ogni mezzo, già che rappresenta un insulto all’autentica natura umana.

Per altri, tra cui l’organizzazione sovversiva guidata da Lang Daughtery (Scott Speedman), si tratta invece dell’unica possibilità di sopravvivenza. Ovvero, sviluppare nuovi corpi, in grado di nutrirsi con scarti industriali e restaurare così l’equilibrio tra gli uomini e le nuove tecnologie.

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Apparentemente sospeso tra queste due fazioni c’è Saul Tenner (Viggo Mortensen), artista di grande fama, accompagnato dalla sua assistente e amante Caprice (Lèa Seydoux). Le loro rinomate performance sono basate proprio sulla chirurgia e sulla rimozione dei nuovi organi sviluppati da Saul, uno tra i rarissimi esemplari di uomo ancora in grado di percepire il dolore.

Tra loro, oltre alle ambizioni delle organizzazioni sovversive, si insinueranno anche Wippet (Don McKellar) e l’inquietante giovane Timlin (Kirsten Stewart), responsabili del Registro Nazionale Organi. La ragazza sembra infatti intenzionata a sostituirsi a Caprice nelle performance e nel cuore di Saul.

Crimes of the Future: Recensione in anteprima

Crimes of the Future
David Cronenberg e Viggo Mortensen sul set di Crimes of the Future (Ph:@Lucky Red)

Chirurgia, mutazioni, innesti corporei, una società malata che finisce per ammalare gli stessi corpi delle persone che la abitano: questi gli elementi ricorrenti che attraversano come un filo rosso sangue l’intera filmografia di David Cronenberg, con la sola vistosa digressione rappresentata da A History of Violence (2005) e La promessa dell’assassino (2007).

Non a caso, questi due film segnano l’inizio del sodalizio tra Cronenberg e Viggo Mortensen, oggi protagonista di Crimes of the Future nella parte di Saul: un’anima, una mente creativa e un e corpo costantemente attraversato dal dolore e dal tormento.

Una figura che, forse, non è che l’alter-ego dello stesso regista, giunto al suo venticinquesimo lungometraggio a riaffermare per sua voce una antica, ineluttabile conclusione: non esiste creazione artistica senza sofferenza.

Quando il film si apre ci troveremo di fronte al più assurdo dispositivo. Una sorta di abnorme, gigantesco insetto kafkiano rovesciato sulla schiena, che si rivelerà essere in realtà il Lettorchidea, sofisticato e modernissimo ritrovato tecnologico, programmato per seguire il corpo nel sonno e alleviare le sue sofferenze.

Il Lettorchidea, così come la sedia da pasto denominata Colazionista e soprattutto il Modulo per autopsia Sark saranno elementi determinanti di Crimes of the Future, realizzati come sempre per Cronenberg dall’artista e scenografa Carol Spier, figura chiave del suo cinema fin dai tempi de La zona morta (1983) e La mosca (1986).

Dispositivi mostruosi e insieme stranamente antropomorfi, come fossero l’innesto di ossa, muscoli, nervi e tecnologie sconosciute. Il corpo di Saul Tenner cercherà faticosamente il suo equilibrio attraverso di loro, ma soprattutto attraverso una serie di interventi chirurgici, eseguiti pubblicamente, in forma di performance, o forse di un perturbante connubio erotico.

Crimes of the Future. Un viaggio a ritroso nel Cinema secondo Cronenberg

L’estasi erotica sul volto di Saul Tenner e della sua partner Caprice nel corso delle performance rimanda direttamente ai classici del cinema di Cronenberg.

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E se il Lettorchidea e il Modulo Sark sembrano riportarci direttamente agli strumenti chirurgici ideati da Jeremy Irons in Inseparabili (1988), o magari all’adattamento de Il pasto nudo di William Burroghs, firmato da Cronenberg nel 1991, la fusione tra chirurgia, mutilazioni, sesso e innesti tecnologici riprende il filo di Crash (1996) ed Existenz (1999).

Eppure, tra le molteplici stranezze dello scenario che si rivela ai nostri occhi fin dalla prima sequenza di Crimes of the Future, c’è l’assoluta assenza di smartphone, tablet, personal computer né altra manifestazione fisica della tecnologia per come la conosciamo oggi. O meglio, per come sembra oggi abitare, dominare le nostre vite.

Potremmo affermare allora che Crimes of the Future non rappresenti soltanto un film testamentario, che chiude il cerchio tra Body Horror, Body Reality, cinematografia sperimentale e un ritrovato amore di Cronenberg per la sceneggiatura classica, il dialogo, la leggerezza della commedia sexy e del non-sense che trova una inaspettata fusione con l’Orrore.

Il risultato è un film allusivo, conturbante e imprevedibile, che sembra negarsi a qualunque definizione di genere. Ma soprattutto un film impeccabile, praticamente perfetto, capace di condurre lo spettatore attraverso le emozioni più diverse.

Per il maestro Cronenberg si tratta di un film sull’evoluzione umana, la necessità di trovare una nuova armonia tra uomo e tecnologia.

Noi, possiamo solo aggiungere che si tratta di uno spettacolo dalla bellezza devastante, indecifrabile e inquieto come il suo protagonista Viggo Mortsen, i suoi versi, i suoi lamenti, che sembrano sostituirsi progressivamente alla parola. In parole più semplici, un capolavoro imprescindibile, pronto a rappresentare una nuova pagina di Storia del Cinema.

Crimes of the Future: Il cast

  • Viggo Mortensen: Saul Tenser
  • Léa Seydoux: Caprice
  • Kristen Stewart: Timlin
  • Scott Speedman: Lang Daughtery
  • Don McKellar: Wippet

Crimes of the Future: Trailer ufficiale italiano