Negli ultimi giorni stanno impazzando le polemiche intorno al Jova Beach Party, la serie di concerti che Jovanotti sta facendo su moltissime spiagge d’Italia e che stanno venendo criticate asrpamente da molti ambientalisti (qui i dettagli). A cause di queste accese diatribe online è tornata in auge una vecchia vicenda, vecchia oramai di 40 anni che vide come protagonista Franco Battiato. Nel 1981 infatti il grande cantautore decise di annullare un concerto che doveva svolgersi a Villasimius, in Sardegna, pagando di tasca sua la penale perchè venne a conoscenza del fatto che l’organizzazione avrebbe abbatuto un bosco per fare spazio al suo spettacolo.
A raccontarlo al Fatto Quotidiano fu, nel 2021, lo storico tastierista di Battiato, Filippo Destrieri in occasione del quarantesimo anniversario di La Voce del Padrone, celeberrimo album del musicista siciliano del 1981.
Il successo arrivò a San Giovanni Valdarno: di colpo, dalle 4.000 persone che facevamo ogni sera, ne arrivarono 20.000! Franco Battiato era esploso, e le autostrade, ovunque andassimo a suonare, erano sempre intasate – racconta Desideri. Lui non poteva scendere neanche a prendere un caffè che veniva assediato da cinquecento persone: con quell’album siamo arrivati a suonare davanti a 50mila persone.
A Villasimius, in Sardegna, successe poi un fatto eccezionale. Era l’ultima data di un minitour sardo, e mentre stavo arrivando sul posto con la band incrocio la macchina di Battiato: stava andando via e ci faceva segno di seguirlo.
Più tardi, arrivati in aeroporto, ci spiegò che aveva annullato il concerto: l’organizzazione stava tirando giù un bosco secolare per far spazio alla gente. Aveva fermato le ruspe e, accollandosi la penale, rinunciato a quella data