A queste preoccupazioni si aggiungono quelle relative al disturbo della fauna, come a Marina di Cerveteri, dove il concerto potrebbe disturbare la naturale nidificazione degli uccelli fratini. Il Fatto Quotidiano riporta le parole di Italia Nostra, organizzazione no profit dedita alla protezione del patrimonio artistico, culturale ed ambientale italiano.
“Anziché pagare sostanziosi affitti per stadi o strutture dedicate, si pretende a fini di lucro personale di consumare e manomettere le nostre spiagge patrimonio comune con megaeventi incompatibili con l’ambiente. Ma davvero basta qualche farcitura green per imbonire le folle e tacitarne coscienze e conoscenze?”
Oltre alle perplessità sollevate dalla sponsorizzazione dell’evento da parte di WWF e Banca Intesa San Paolo, a creare dubbi sono semplici questioni di logistica. Ci si preoccupa che i partecipanti al concerto, ubriachi ed esagitati, non posseggano semplicemente la lucidità necessaria a “centrare il buco del cestino giusto”.
Oltre a questo, come avviene purtroppo ancora in ogni concerto all’aperto (e in molti al chiuso) cartacce, sigarette e quant’altro hanno un’alta probabilità di finire tra la sabbia o, peggio ancora, in mare. E parliamo di un’estate nella quale ancora c’è chi abbandona cicche di sigarette nei boschi, dando luogo ad incendi. Quindi, sull’attenzione del pubblico si può contare solo fino a un certo punto.
Lo slogan diffuso è stato “lasceremo le spiagge più pulite di come le abbiamo trovate”, ma è ancora da verificare se questo sia quanto è effettivamente avvenuto. C’è poi il fatto che l’impatto degli eventi non riguarda solo la pulizia delle spiagge ma diversi altri fattori, come abbiamo visto, e quindi l’organizzazione del Jova Beach Party le prossime estati se ne dovrà interessare a tutto tondo.
Fonti: Informazione Ambiente, Il Fatto Quotidiano
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