Gazzelle – Non Sei Tu, testo e significato della canzone [ASCOLTA]

Gazzelle
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Non Sei Tu è sicuramente uno dei brani più belli e significativi del buon vecchio Gazzelle. Riscopriamolo insieme

2017: sulla scena musicale italiana irrompe un cantautore indie, più o meno sconosciuto allora. Gazzelle. Per creare audience intorno a lui decide di usare un’escamotage: si copre il viso, anzi lo lascia sempre sfocato. In realtà la genesi di questa scelta sta in un errore iniziale, ma nessuno lo sa e tutti pensano di trovarsi davanti ad un ennesimo artista con una voce ma senza volto.

Ma in realtà era appunto qualcosa di già visto e – soprattutto alla luce del caos che ancora oggi ha generato Liberato – non era una buona idea “copiare” chi aveva avuto l’idea originale. E così anche Gazzelle ha finalmente iniziato ad avere un volto.

Ovviamente, ma questo è facilmente deducibile, prima del suo viso era diventata famosa la sua voce, che avevamo sentito in Superbattito. Otto le canzoni che lo componevano, scritte di getto nel giro di pochi mesi, tutte con il fine di mettere a nudo l’artista, che parlavano quindi “di storie infinite, di luci lontane, amori messi al sicuro per non farli appassire”.

Ed infatti proprio su questa scia compare la prima traccia, Non Sei Tu. Sdolcinata sì, ma neanche troppo. Nostalgica, malinconica, romantica, la canzone è entrata di diritto nelle orecchie di tantissimi ascoltatori e nel cuore di chi aveva un amore perduto e si lasciava cullare da quella melodia per poterne assaporare il ricordo.

Di cosa parla il brano? Di una storia finita, tra ricordi mai sbiaditi, dolore, cocci rotti a terra.  E di ricordi che restano addosso. E, soprattutto, di momenti che non si possono replicare.

I giorni passano, passano, passano
E tu non torni qui
E ho visto un sacco di, un sacco di lunedì
Venirmi sotto, le mani addosso, il naso rotto
E la voglia di, voglia di, voglia di
Voglia di drink e di venerdì
Per non vederti più dentro gli occhi blu
Di una sconosciuta dentro al letto mio che non sei tu
Che non sei tu

Già dalla prima strofa il mood è molto chiaro: la persona amata è andata via e l’unica cosa da fare è cercare qualche escamotage per dimenticarla. Ma poi anche questi si rivelano fallimentari, perché amare e sostituire non possono stare nella stessa frase.

“E che ne sanno gli altri
Di quando tornavamo tardi pieni di graffi
Che ne sanno gli altri
Di quando ridevamo come matti
E che ne sanno gli altri
Di quando correvamo come pazzi
E che ne sanno gli altri
Degli occhi nostri mescolarsi e diventare gialli, gialli”

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